Archive Page 14

Progetto Babele a Venezia

maggio 14th, 2009 by admin

22 maggio 2009 – 17:00-19:00

Galleria A+A (www.aplusa.it) – Centro espositivo sloveno

Saranno presenti: 

Cinzia Sgambaro (traduttrice e scrittrice), 
Carlo Santulli (scrittore) e 
Marco R. Capelli (fondatore di Progetto Babele).

Verranno presentati: 

Ghigo e gli altri di Carlo Santulli (Edizioni Simple)
Per colpa del Dottor Moreau di Fernando Sorrentino 
Da D ´Annunzio a Pirandello di Mario Puccini, storia di un libro ritrovato, a cura di M.R.Capelli e C.Santulli

Ospiti: 
Emiliano Grisostolo, scrittore friulano, che presenterà il suo ultimo romanzo: Il castello incantato (ed. Zona, 2008)

Accompagnamento musicale 
a cura di Fabrizio Milone e Luisa Lo Prieno

Letture di Lorena Zivelonghi e Elvira Naccari

La Galleria A+A (www.aplusa.it) è una sede espositiva no-profit, un centro espositivo per la promozione dell’arte slovena contemporanea ed internazionale, finanziata dal Ministero della Cultura sloveno. La prima sede della Galleria è stata Madrid, quando aprì i battenti dieci anni fa, in uno spazio abilmente restaurato dall’architetto Boris Podrecca. Dopo un lustro di frenetica attività, coordinata da Lidija Sircelj, la galleria si è trasferita a Venezia dove oltre ad ospitare mostre temporanee è anche la sede del padiglione sloveno alle varie Biennali.
La galleria è attualmente diretta da Aurora Fonda. Nell’ambito del programma espositivo si cerca di instaurare una rete di contatti con istituzioni cittadine e straniere allo scopo di organizzare tavole rotonde, performance, video proiezioni che offrano una panoramica delle espressioni artistiche di oggi, diventando un punto di incontro e di scambio fondamentale per la conoscenza del presente.

COME ARRIVARE: http://www.aplusa.it/ita/dove.html
CONTATTI: Centro Espositivo Sloveno San Marco 3073 – Venezia 30124 
Tel/Fax ++39 041 2770466

solo resta il dolce

maggio 10th, 2009 by admin

sfoglio il cuore,
pagina a pagina
decifro il battito di vena in vena

ritrovo le strade spartiti di sinfonie
di lunghi respiri
di folli batticuori

come martelli incalzanti
sotto la grandine di agosto
per l’ angustia di questo giorno che
s’ apre nuovo e corre al suo volgere
in attimi che
non so cogliere.

Batte il cuore la storia del sentire,
del sentirmi così,
pietra sfaccettata
esposta ad ogni giro di sole e
di pioggia

e batte e chiama nomi
alla mente persi
sussulti stretti al polso
sorrisi come voli

verso l’ orizzonte dove
anche la parola svanisce.

Solo resta il dolce in
confine estremo.

Le immagini raccontano

maggio 7th, 2009 by admin

Scatto di Davide Monteleone

Il prestigioso World Press Photo 2009 premia sei fotografi italiani

Al concorso di fotogiornalismo più di 5000 reporter di 124 nazionalità diverse e 96mila immagini

MILANO – Ha più di 50 anni ma non li dimostra affatto anzi, il World Press Photo gode di ottima salute e con lui la fotografia documentaria. Il fotogiornalismo è più vivo che mai e più consapevole, offre al mondo contemporaneo la possibilità di esprimersi attraverso linguaggi differenti. Ne è un esempio straordinario la foto del 2009: l’agente Kole armato e in assetto da guerra, entra in una casa dell’Ohio pignorata per controllare che i proprietari l’abbiano abbandonata. È di Anthony Suau, celebrato fotografo di Time che ha documentato la crisi americana viaggiando da un capo all’altro del Paese negli ultimi sette anni.

Scatto di Giulio di Sturco

GLI ITALIANI – Quest’anno il World Press Photo ha visto la straordinaria partecipazione dei fotografi cinesi e indiani. Una nuova generazione di autori capaci di raccontare il loro mondo. Senza precedenti l’affermazione italiana con ben sei fotografi: Giulio Di Sturco (Grazia Neri), Davide Monteleone (Contrasto), Paolo Verzone (Agenzia Vu), Massimo Siragusa (Contrasto), Mattia Insolera (Grazia Neri), Carlo Gianferro (Postcart), Alcuni di loro sono sono già stati consacrati con importanti riconoscimenti, altri hanno avuto in questa edizione il loro debutto internazionale.

Renata Ferri

Da: http://www.corriere.it, 6 maggio 2009

Il Mantegna restaurato

aprile 29th, 2009 by admin

E’ terminato il restauro della monumentale pala di San Zeno del Mantegna, capolavoro del Rinascimento. L’opera sarà ricollocata sull’altare della Basilica di San Zeno a Verona, dove tornerà visibile al pubblico da giovedì 21 maggio 2009, in occasione della festa del Santo patrono, a due anni dall’inizio del restauro e a 550 anni dalla sua realizzazione. La pala fu infatti commissionata dall’abate Gregorio Correr al Mantegna nel 1457 e consegnato all’abbazia benedettina nell’estate del 1459. Il restauro è stato eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

Da: http://www.corriere.it

La battaglia

aprile 28th, 2009 by admin

Le pareva che le foglie dei pioppi avessero preso un colore sfumato d’ azzurro, anzi, le vedeva azzurre, proprio azzurre. Si confondevano con il cielo, delimitate solo dal delicato contorno che finiva (o incominciava?) a punta, luminescente com’ era, quasi argenteo.

Era seduta sulla panchina di legno, una delle tante disseminate nel grande parco; a terra, ai suoi piedi, stava il cane, testa eretta, attento. Gli toccò il naso (umido, come doveva essere), gli grattò l’ orecchio destro. Il cane chinò il capo, assecondando il gesto. Gli era sempre piaciuta la grattatina all’ orecchio. Lei guardò innanzi a sé: una distesa di prato verde, un leggero dosso, e poi alberi, alberi e ancora alberi, pioppi, larici, cedri, fino all’ argine del fiume.

Era mattino presto, non c’ era nessuno, non si sentiva una voce e l’ aria estiva era fresca. Le parve di coglier un profumo di tiglio. Sentiva il sangue scorrere pigro dentro di lei come un fiume che allenta la sua corsa, prendendo fiato. Ne aveva bisogno, lei, di riprendere fiato, di fermarsi un poco. Avrebbe voluto costruirsi un nido di bei pensieri e dimenticare il resto.

Che poi il resto era l’ ordinarietà di quei suoi giorni identici, il niente di un tempo che se ne va senza scosse, niente amicizie vere, niente affetti profondi, neppure una qualche attività svolta con passione: niente, insomma. Solo un guscio ben vestito, ben presentabile, ma dentro né tuorlo né albume, né gheriglio, una scorza che nel tempo s’ era fatta da lucida e trasparente, pronta ad accogliere le pulsioni e le forze e, perché no?, le lusinghe che le venivano dall’ esterno, rigida, dura, refrattaria: ostile.

Ma ora doveva dar battaglia. Tempo prima aveva piantato paletti e aveva teso fra l’ uno e l’ altro una recinzione. Vi si era rinchiusa: di qui non si passa. Qui non si entra. Aveva dato un deciso giro di chiave al lucchetto. La sua battaglia contro l’ intrusione si era risolta in una barricata. Loro erano rimasti fuori, a deriderla, schernirla, pungolarla con i pali aguzzi dell’ estraneità. Poiché lei era una diversa che non accettava la sinuosa intrusione dell’ omologazione a schemi prefissati, il venir quotidianamente crocifissa al gusto per l’ esteriormente accettabile, li aveva ignorati.

Ed allora erano iniziate le suppliche. I pianti. Si era tappata le orecchie per non sentire.

Erano diventati subdoli: fingevano di andarsene, sperando che lei uscisse e, poiché lei non lo faceva, ricomparivano all’ improvviso, schiamazzanti, frenetici. Lei allora accarezzava l’ orecchio di Kuma e si perdeva nel dorato dei suoi occhi. Un cane può difendere da un aggressore. Quella mattina loro non c’ erano attorno al recinto che nel tempo lei aveva rinforzato con giri di filo spinato e aguzzi frammenti di vetro. Poteva respirare tranquilla, senza affanno, in un’ aria così limpida che si poteva scordare che era inquinata, sotto un cielo così chiaro, velato di lattee trasparenze, che si poteva non pensare al buco dell’ ozono.

Ascoltava il fruscio di fili d’ erba smossi da un merlo, da un passero, chissà e non le venivano in mente se non paesaggi antichi di spontanee fertilità.

Una rondine sfrecciò in alto, un miracolo ad ali tese.

Incominciò ad un tratto a parlare, piano, rivolta al cane, al suo cuore e alle ombre che rapide prendevano forma fuori dal recinto.

“Ho creduto che sarebbe bastato. Ma mi state addosso. Premete contro il filo spinato. Mi volete. E allora, io uscirò. Guardate: sono qui. Apro. Ecco: sono fuori.”

Si alzò in piedi. Il cane si levò di colpo mettendosi al suo fianco.

“Sono qui. Prendetemi, se ci riuscite.”

Incominciò a correre e il cane con lei per il prato verde che pareva non aver fine e, mentre correva, rideva a piena gola. Rideva con la bocca, con gli occhi, con ogni centimetro di carne, con tutta la sua mutilata individualità.

Il cane la superò, saltò un tronco a terra e si girò, aspettandola. Lei si era fermata, ansante. Rideva ancora e mille farfalle uscivano dalla sua bocca, dai suoi occhi: i pensieri agonizzanti, i sogni smarriti, le aspettative tradite lasciavano il campo di una battaglia perduta e si trasformavano in palpitanti schegge di vita: la strada percorsa a tentoni, era punteggiata da ali tremule, in volo. Finalmente.

a primavera

aprile 26th, 2009 by admin

Gabriel Pachecomalalletra

Molteplici facce
ha  il mio sostare
sotto l’ ombrello
dello scorrere
salmastro di
incuneati aculei
lancinanti sottopelle
 
facce diverse
lo specchio riflette
mutazioni
di ossa
battute dal vento
disincanti che al sole
svagati
modulano nascosti
percorsi
e semi frastagliati mettono
a dimora per canti
nuovi a
primavera.

Earth Day

aprile 22nd, 2009 by admin

 

Oggi, 22 aprile, 39esima edizione dell’ Earth Day. Un contributo arriva anche dalla Nasa, che rende disponibili una serie di immagini spettacolari del pianeta riprese da bordo della Iss, la stazione spaziale internazionale orbitante. Le immagini, ad alta definizione, saranno visibili in tre fasce orarie: dalle 12:00 alle 15:00 (ora italiana), dalle 18:00 alle 20:00 e dalle 22:00 alle 01:00 di giovedi. Ogni 90 minuti, la stazione effettua un giro completo attorno alla Terra e dalla Iss, ogni giorno, si possono vedere 16 albe e 16 tramonti.

Bruce Chatwin, da La via dei Canti

(…)La filosofia degli aborigeni era legata alla terra. Era la terra che dava vita all’uomo; gli dava il nutrimento, il linguaggio e l’intelligenza, e quando lui moriva se lo riprendeva. (…)


”Ferire la terra”(…)”è ferire te stesso, e se altri feriscono la terra, feriscono te. Il paese deve rimanere intatto, com’era al tempo del Sogno, quando gli Antenati col loro canto crearono il mondo”.(…)


(…)Si credeva che ogni antenato totemico, nel suo viaggio per tutto il paese, avesse sparso sulle proprie orme una scia di parole e di note musicali, e che queste Piste del Sogno fossero rimaste sulla terra come ‘vie’ di comunicazione fra le tribù più lontane.(…)


(…)La terra deve prima esistere come concetto mentale. Poi la si deve cantare. Solo allora si può dire che esiste.(…)

Scritture silenziose

aprile 20th, 2009 by admin

I misteri dell’Isola di Pasqua secondo 15 artisti di fama internazionale.

Una mostra nell’Espace Louis Vuitton

Quello dei Moai non è l’unico mistero dell’isola di Rapa Nui. Oltre alle gigantesche teste di divinità che hanno reso celebre questo piccolo mondo a sé al largo delle coste cilene, un altro enigma è la scrittura rongo rongo che nessuno è mai riuscito a decifrare. Ora a Parigi, nell’Espace Louis Vuitton, ci provano 15 artisti invitati a interpretare tre tavolette con iscrizioni in rongo rongo, per la prima volta fatte uscire dai Musei Vaticani. Tutti nomi di primo piano della scena contemporanea internazionale, che hanno dato vita a originalissime letture sotto forma di video, sculture, installazioni, graffiti. Da citare fra i tanti, il pioniere dell’arte concettuale Joseph Kosuth e il maestro dell’arte povera Giuseppe Penone. Ma anche l’impegnata artista americana Jenny Holzer, che per esprimersi sul tema della scrittura si è ispirata a lettere censurate dei prigionieri di Guantanamo, e il giovane sudafricano Robin Rhodenoto per le sue performance in bilico tra coreografia e street art. Il veneziano Marco Nereo Rotelli ha realizzato un mosaico per la grande vetrina sugli Champs Elysées dell’Espace, reinventando i misteriosi segni su tavolette multicolore. Mentre l’americana Barbara Kruger ha creato con parole e immagini un’opera per la cupola e la provocatoria artista inglese Tracey Emin l’ ironico neon “Not so difficult to understand” (Non così difficile da capire).

Info: Silent Writings, fino al 23 agosto, Espace Louis Vuitton, 60 rue de Bassano/ 101 avenue des Champs-Élysées, Parigi, tel. 0033 (1 )58.35 .13.42. Orari: tutti i giorni 12-19, domenica 11 – 19, mai chiuso.

Alessandra Maggi

riti di passaggio

aprile 19th, 2009 by admin

 

lo specchio riflette immagini
di me che cambio
- è una vita che cambio
ad ogni ora
punto dopo punto -

coglie il divenire
di segmenti frastagliati
di forti tendini in
flussi di marea
che terra inghiotte
e trasforma,

sono passi indelebili di inchiostro,
rituali selvatici e promesse di
mutazioni, tondi anelli
di fumo e brevi respiri
tesi,

attraverso lo specchio, sciolta
l’ immagine,
la palpebra chiusa
si lega alle labbra

appesa al ramo
spoglia svuotata mi penso e
teschio di luna.                                 

I marmi vivi di Gian Lorenzo Bernini

aprile 11th, 2009 by admin

Dal 3 aprile e fino al 12 luglio 2009, al museo del Bargello di Firenze

Nella prima metà del seicento, Gian Lorenzo Bernini rinnovò radicalmente l’idea stessa di busto ritratto. Concepito nel cinquecento soprattutto come “state-portrait” con una forte connotazione ufficiale, il ritratto scolpito conobbe una straordinaria diffusione nella Roma della metà del Seicento, tramandandoci così le fattezze non solo dei pontefici, cardinali e aristocratici, ma anche di avvocati, scienziati, scrittori e di non poche figure femminili. Con il busto di Costanza Bonarelli, il Museo del Bargello possiede la testimonianza più emozionante e più celebre di questo momento capitale della ritrattista scultorea, nonostante l’attuale, crescente interesse nei confronti del Bernini e della civiltà figurativa barocca, non era finora dedicata in Italia nessuna rassegna espositiva. …

La mostra fiorentina intende mettere in luce, all’interno della lunghissima parabola artistica berniniana, la fase più significativa per quanto riguarda la produzione ritrattistica, ovvero gli anni giovanili, fino alla fine del quarto decennio: l’arco di tempo in cui, tra l’altro, al magistero beniniano si affiancava quello, per molti aspetti ancora misconosciuto, di Giuliano Finelli, allievo ed aiuto di Gian Lorenzo, presente nella mostra con alcuni dei suoi più superbi ritratti. 

Sarà così attentamente analizzato proprio il momento fondante della fortuna del ritratto scolpito nella civiltà del seicento. La mostra si articola in due sezioni, corrispondenti alle due sale del Museo Nazionale del Bargello che ospiterà l’esposizione. 
Nella prima sala, “Bernini ritrattista: l’esordio e l’ascesa”, farò da introduzione lo splendido ritratto di Monsignor Agucchi del Carracci. Nella seconda sala “I ritratti parlanti”, dove ci sono alcune delle opere più significative dell’esposizione.

Miremma Demarchis