Zdzisław Beksiński, Drawing
inutile il ri – chiamo
si perde in
echi solitari fra ceppi
residuali di età trascorse
inutile il ri – chiamo
all’ orecchio sordo
dove la parola trafila
inascoltata
trame di silenzio
altissima la voce si fa
grido e domanda
invocazione
maledizione infine
in ginocchio sulla pietra
incide onde
graffi concentrici
di rivoltate ferite
persistenti
e suona la tempia
a tempo con il battito
del volo ala ad ala
l’ aria percuotendo
fino alla luna
Michael Schlegel, Uluru III – Australia, 2009
e questo tempo tende
avversi tendini e feroci ad
arpioni come ossa a forca bianchi reliquari di balene
antichissime arenate su spiagge impensate
popolo di crostacei sghembi
cercano l’ onda fino alla fine del mondo
e il mondo tace immobile rumori di fondo soltanto
attendo il grido
immenso
corale
unica anima a levarsi in unico gesto
Icona della Natività – scuola di Rublev -
Ogni segno
amplissima la volta notturna, si frangono luci improvvise, saettanti rumori
pro(fondi)ssimo il silenzio
stirpe di pastori
nomadi greggi e tende a sventolar
deserti
oasi d’ acqua dolce e palme di
respiri verdi
le voci antiche frantumate perse
ingoiata la lingua
la parola balza di crepa in crepa e sfugge
il nome aridità dell’ aria
una culla
sospesa nel sospiro immoto
regge il peso dell’ unico grido
che ogni segno contiene dell’ uomo.
Every sign
huge the nightly welkin, sudden lights crushing, flashing sounds
deep the silence
kin of shepards
wandering flocks and canvas flying
deserts
oasis in sweet water and green breathing
palms
ancient voices scattered lost
the tongue swallowed
the word dashes from crack to crack escapes
from the name dryness of air
a cradle
hanging from the motionless sigh
bears the weight of the only scream
that every sign holds of men.