ti cerchi
in luoghi impensati
dove la notte ti prende
con lunghe braccia brune
e sprofondi
nel tiepido ventre dove
le radici srotoli verdi
a ritrovarti….
in luoghi impensati
dove la notte ti prende
con lunghe braccia brune
e sprofondi
nel tiepido ventre dove
le radici srotoli verdi
a ritrovarti….
Alessandro Tofanelli, Oro al tramonto
di foglie come d’ oro
riempio il cuscino su cui posare il capo
la notte
quando s’ addensa l’ ombra e penetra
con parole acute come spilli
il vuoto intorno
il vuoto dentro
respiro piano per tema del rumore
leggo geroglifici braci di fuoco antico
con mani piccole dalla forte presa
di foglie autunnali colmo il pozzo senza fondo
dove si sperde la misura e
il sonno tarda
ricerco a tasto, cieca come sono, ogni perduto
istante l’ occhio assoluto
dell’ esser come sono
ghirlanda di foglie luminose e sparse
pongo sul capo e cerco oltre da me
raschiando insonne terre erbe all’ infinito sperse
la radice
il punto nel sangue da cui l’ ora trarre
di ogni mio istante.
Per esser io come sono.
chiara la notte
chiama a passi lungo la riva
sussurrante d’ acque
il viso rivolto alle stelle
l’ ora
inchiodata al quadrante,
non esiste il tempo.
Yousuf Karsh‘s photo
spazio parole
fra il dire e il fare
oceano spalancato a
inghiottire sembianze di
fantasmi
fuggevoli respiri
e giorni
schizzati d’ inchiostro
blu
nel buio della notte
che traveste la luce in mondi
d’ ombre
immensi.
ingoiata la pietra del sonno
alchimia di ore agganciate alla notte – notte fonda lunga e nebbiosa –
si frantuma l’ ansia e nel petto
di nuovo risuona la voce canora
quando l’ aria si fa di voli
e di note – no(t)te a (s)velare infausti presagi, imprevisti percorsi –
leggera è l’ aria nella stanza chiusa a doppia mandata
il resto è fuori, in vortici che scorticano la porta – urti e spinte –
e profuma del buono ricostruito, re- immaginato,
re-inventato
tessera dopo tessera
istante dopo istante
pazientemente riportato alla luce – delicato (s)cavo delle mani –.
Di nuovo filata e tessuta
la veste del giorno prima
ondeggia sulla soglia di un’ alba qualunque,
ripulito l’ orlo infangato.
andare
a saltelli
rapidi fra
imprecisi coaguli freschi
di lingue sottili
di luci intrecciate in fili di rame
di ombre che danzano al buio
la notte
mentre sul tetto il gatto s’ insinua
nel pallore lunare.