I marmi vivi di Gian Lorenzo Bernini

aprile 11th, 2009 by admin

Dal 3 aprile e fino al 12 luglio 2009, al museo del Bargello di Firenze

Nella prima metà del seicento, Gian Lorenzo Bernini rinnovò radicalmente l’idea stessa di busto ritratto. Concepito nel cinquecento soprattutto come “state-portrait” con una forte connotazione ufficiale, il ritratto scolpito conobbe una straordinaria diffusione nella Roma della metà del Seicento, tramandandoci così le fattezze non solo dei pontefici, cardinali e aristocratici, ma anche di avvocati, scienziati, scrittori e di non poche figure femminili. Con il busto di Costanza Bonarelli, il Museo del Bargello possiede la testimonianza più emozionante e più celebre di questo momento capitale della ritrattista scultorea, nonostante l’attuale, crescente interesse nei confronti del Bernini e della civiltà figurativa barocca, non era finora dedicata in Italia nessuna rassegna espositiva. …

La mostra fiorentina intende mettere in luce, all’interno della lunghissima parabola artistica berniniana, la fase più significativa per quanto riguarda la produzione ritrattistica, ovvero gli anni giovanili, fino alla fine del quarto decennio: l’arco di tempo in cui, tra l’altro, al magistero beniniano si affiancava quello, per molti aspetti ancora misconosciuto, di Giuliano Finelli, allievo ed aiuto di Gian Lorenzo, presente nella mostra con alcuni dei suoi più superbi ritratti. 

Sarà così attentamente analizzato proprio il momento fondante della fortuna del ritratto scolpito nella civiltà del seicento. La mostra si articola in due sezioni, corrispondenti alle due sale del Museo Nazionale del Bargello che ospiterà l’esposizione. 
Nella prima sala, “Bernini ritrattista: l’esordio e l’ascesa”, farò da introduzione lo splendido ritratto di Monsignor Agucchi del Carracci. Nella seconda sala “I ritratti parlanti”, dove ci sono alcune delle opere più significative dell’esposizione.

Miremma Demarchis


3 Responses to “I marmi vivi di Gian Lorenzo Bernini”

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  1. 1 lastrose

    Mostra interessante.
    Bernini è Bernini … eppure, quando penso a lui e al suo successo, mi viene senpre di paragonarlo al suo contemporaneo meno fortunato Borromini che lavorò molto più ‘in sordina’, ricevendo commissioni meno eclatanti e lavorando con materiali più poveri. La personalità di un artista è importante quanto il suo talento … verrebbe da dire.

  2. 2 franco

    Bernini – Borromini, due geni e due personalità in conflitto tra loro e spesso anche con la capacità dei contemporanei, di comprenderne appieno la grandezza e la visionarietà.
    Rose ne evidenzia opportunamente, alcune differenze; certo Bernini fu più gratificato, ma era anche e soprattutto scultore, e questa mostra ne mette in risalto la tecnica straordinaria e la grandezza, mentre Borromini resta essenzialmente solo un architetto,versatile e geniale,vittima della depressione(che lo portò al suicidio) e della sua modernità.

    f

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