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MITO – SettembreMusica

agosto 30th, 2009 by admin

In un anno reso difficile da crisi economiche e calamità naturali Milano e Torino hanno continuato coraggiosamente a programmare il loro festival nella convinzione che le strategie culturali, accolte nelle scorse stagioni dal pubblico con tanto entusiasmo, rappresentino per lo sviluppo civile del paese un’innegabile priorità.

Per imparare a vivere in una società multiculturale nella quale le differenze si traducano in occasioni per approfondire le nostre conoscenze, nulla è più adatto della musica: ecco dunque che MITO SettembreMusica, fin nel giorno della sua conferenza stampa, presenta l’Orchestra Sinfonica del Qatar diretta da Lorin Maazel. Le differenze intese come occasioni di arricchimento culturale sono però numerose anche all’interno della nostra storia; lo sanno bene gli abitanti di Torino e Milano che nel periodo del festival scoprono le sembianze quasi infinite che la musica ha assunto nel corso dei secoli.

Cominceremo giovedì 3 settembre a Torino e venerdì 4 a Milano con l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo impegnata in un vero e proprio festival Prokof’ev il cui scopo è riportare al centro della scena una delle grandi figure musicali del secolo scorso sulla quale è calato negli ultimi anni un velo di leggera disattenzione. Il Novecento ce lo siamo appena lasciati dietro le spalle ma la materia meravigliosa e spesso tragica nella quale è forgiato ancora aspetta di essere conosciuta con sufficiente obbiettività.

L’attrazione più forte che il festival MITO SettembreMusica è in grado di esercitare consiste però nel mettere il pubblico di fronte a continue scelte: musica del nostro tempo o antica, teatro musicale barocco o contemporaneo, orchestre sinfoniche o solisti, musica di etnie lontane o liturgie musicali cristiane? Il dilemma fondamentale è tra l’ascoltare quello che già si conosce o quello che ci è ancora ignoto: abitudine o avventura culturale? Incoraggiare l’una non significa deprimere l’altra, poiché a viverla ogni giorno questa alternativa produce una definizione più consapevole del nostro ruolo nella società.

Eccoci dunque a proporvi una sequela di istantanee musicali sul Giappone con l’Orchestra Imperiale di gagaku e il teatro Nō, le polifonie sacre di Palestrina e di Dufay, i festeggiamenti per gli anniversari plurisecolari di Haydn, Mendelssohn-Bartholdy, del Futurismo e perfino di Abraham Lincoln, personaggio al quale i compositori hanno rivolto non di rado la loro attenzione. Vorremmo invitarvi ad ascoltare alcune fra le migliori orchestre del mondo coi loro celebri direttori, a scoprire la musica del nostro tempo attraverso le opere di Hosokawa, Manzoni, Dufourt, Mantovani, Daugherty, Filippo del Corno e tanti altri compositori che potrete conoscere meglio anche attraverso conferenze e dibattiti.

Se al piacere di ritrovare le abitudini musicali che ci sono più care si aggiunge l’emozione della scoperta, della discussione e dell’approfondimento, allora il Festival raggiunge il suo scopo: è con questa convinzione che desidero augurare agli abitanti di Milano e Torino e a tutti coloro che verranno da lontano per partecipare alla nostra grande festa musicale buon ascolto.

Enzo Restagno

Direttore Artistico

http://www.mitosettembremusica.it/

Il bambino che sognava la fine del mondo

luglio 4th, 2009 by admin

Immagine da Flickr

E’ uscito il 18 marzo, “Il bambino che sognava la fine del mondo” il nuovo romanzo di Antonio Scurati, uno dei più quotati tra i narratori contemporanei che, in questo suo nuovo romanzo muove una forte critica al mondo dell’informazione, al mondo dei media assetati di notizie, di scoop e di paura.
Antonio Scurati il mondo dei media lo conosce molto bene, professore e ricercatore all’università di Bergamo, insegna proprio “Teorie e tecniche del linguaggio televisivo”, non è dunque un caso che abbia scelto proprio la televisione come fulcro della sua narrazione e come obiettivo del suo attacco. Perché a quanto pare dalle voci che circolano, quest’ultimo libro dell’autore napoletano sembra proprio essere un attacco, duro e diretto, una vera e propria denuncia del sistema mediatico che si nutre di paure e angosce cavalcando il nostro terrore.
Potenzialmente dunque un libro da leggere e da meditare, in ogni caso, sembra, un’occasione per riflettere su tutto ciò che ci viene quotidianamente sparato nel cervello, notizie che ormai di vero hanno solo qualche immagine (non tutte perchè la maggior parte sono di repertorio), notizie completamente stravolte da quella retorica dei buoni sentimenti che dovrebbe disgustarci, ma che evidentemente non siamo più in grado neppure di percepire, notizie che mirano a terrorizzarci, a chiuderci in casa, ad odiare qualsiasi cosa che non riconosciamo familiare, notizie che prima o poi, si spera, ci stancheremo di stare a sentire.
 
Da: http://www.booksblog.it

La Giuria del Premio Strega 2009, 63° edizione, ha assegnato a Il bambino che sognava la fine del mondo 118 punti, ponendolo così al secondo posto, immediatamente dopo il romanzo di Tiziano Scarpa, Stabat Mater (119 punti).