Archive for the 'poesie' Category

Yousuf Karsh‘s photo
spazio parole
fra il dire e il fare
oceano spalancato a
inghiottire sembianze di
fantasmi
fuggevoli respiri
e giorni
schizzati d’ inchiostro
blu
nel buio della notte
che traveste la luce in mondi
d’ ombre
immensi.

Ana Kapor, Finis terrae
riscopro pian
piano l’ andare sotterraneo
il respiro cieco dell’ occhio
aperto al buio quando le cose
si fanno estranee
quiete si lasciano sfiorare da dita
incerte
è un esplorare terreni incolti
un riconoscere per frammenti
in assenza di luce
è un ricercare a tasto
forme indistinte
un orientarsi per non
perdersi
lungo la costola dolce
che al porto conduce
dove la nebbia vela
il mormorio dell’ onda.
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Immagine da Flickr.com
poi muoiono le foglie
a terra si rifanno terra
e nel fiume che tutto
trasporta
ricrescono in collane
dorate di fiori
note sospese fra
canti di fiamme e sfere:
foglia a foglia
ri-nascere

Frederic Edwin Church, Cotopaxi, 1862
ed è vermiglio il costo della vita
germogliato dalla carne
radicato nella vena
pulsante
del polso
battente a ritmo dei giorni
il tempo si smatassa fuor da garbugli
e menzogne in frode feroce
di rintocchi lontani – regolari nell’ aria sfuggente -
vermiglia linea pagata senza saldi
senza condoni – nessuno sconto –
solo pietà sotterranea a palmi aperti
rivolti a chiedere dove come perché.
E’ un orientarsi alla cieca
mentre dal ventre s’ ingenera la voce
inserpinata di parole e
stella con stella e luna dopo luna
e poi ogni sole partorisce immensi
ogni tramonto rosseggiante accende
come di sangue.
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Immagine: Teatro del Silenzio
lungaggini di ore
fatte di lanuggine di vetro
gugliate prese a prestito
ricami a punto ombra
ago dita-le digita-le
in questo gorgo
che s’ ingolfa
mentre l’ onda frange
e grida
l’ antro del vento,
ricadono quiete le vele
e calma s’ addorme
ogni voce.
Testo selezionato per l’ Antologia Verba Agrestia 2010

da http://www.psdrevolution.it
ritaglio parole in carta velina
trasparenze di respiro – solo respiro -
parole come erba nel vento, frastagliati segmenti,
linee del silenzio, armoniche tangenti d’ onde battenti
l’ occhio miete e raccoglie pause – bianche pareti, gessi di calanchi –
pause di quiete profonda in intimo riscatto di ricerca
la casa ritrovare
ricostruire ed abitare
indenne dalla tempesta, isola
in punti di colore, geometrie di forme,
architetture di parole
- segni rupestri intatti –
dall’ ieri dei ricordi assordati
risento parole canti
sottaciuto legame
confine estremo di ogni suono:
prospettiva del silenzio.

Zdzislaw Beksinski
Una poesia di Wislawa Szymborska, 11 settembre 2002
Saltarono dai piani in fiamme, giù
… uno, due, altri ancora
più in alto, più in basso.
Una fotografia li ha colti mentre erano vivi
e ora li preserva
sopra il suolo, diretti verso il suolo.
Ognuno di loro ancora intero
con il proprio volto
e il sangue ben nascosto.
C’è ancora tempo,
perchè i loro capelli siano scompigliati,
e perchè chiavi e spiccioli
cadano dalle loro tasche.
Essi si trovano ancora nel reame dell’aria,
entro i luoghi
che hanno appena aperto.
Ci sono soltanto due cose che posso fare per loro
… descrivere questo volo
e non aggiungere una parola finale.

Immagine di Andrea Marutti
richiamo indietro il tempo dei rami piegati
dal vento
la forza dei colori di albe inondate da soli nascenti
e le voci,
le voci nelle stanze
al risveglio, il pianto del bambino nella culla
il lamento della vecchia nel letto
e gli odori
di caffè di latte e biscotti e pane da inzuppare
- in liquido aminiotico freschi o decrepiti rimandi dall’ oblio -
oh, lo stantio dell’ andare a ritroso in profumo di rose canine
intrecciate alla ringhiera
spoglie nella neve
e la stanchezza del cammino veloce e senza sosta
senza la misericordia degli uomini
il camminare strade uguali, mai una svolta, il pestare l’ orma
dell’ altro indefinitivamente
dovunque essa porti
perché così vanno le cose e poi
poi trovare la porta murata
graffiarla, prenderla a calci, masticarne la serratura.
spalancarla alla fine e
non importa che dietro sia baratro o prato verdeggiante
solo rompere il circolo perfetto dell’ imperfetto costruire – mattoni
su mattoni – edifici uguali in resa ad uguale follia.
Unghie spezzate, palmi feriti. A sangue.
Una poesia di Antonio Lauricella

Immagine da Flickr.com
E sarà il tuo giorno
e sarà l’oggi di mille domani
e sarà il sogno mai sognato
che ti porterà lontano
libero e solitario
e sarà cielo straniero
che ti troverà al risveglio
e saranno stelle sconosciute
sulle tue notti
e venderai ricordi
trovati dentro una bottiglia
ad un sorriso stanco
e perderai il Dio appena ritrovato
e lascerai il cuore al confine
e parole nuove da dimenticare
e sarà la vita dove sarai
figlio mio.
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