Riporto la vena fluida a scorrere fra lisce pietre
lungo l’ argine eroso dall’ acqua in trasparenze fugaci
notturno il pensare.
La corsa rallenta l’ ansimare si sfa in solitario passo
rallenta
si sfalda
s’ acquieta
poi smuore. Senza lamento.
Resta un fragile suono lontano come di breve riso
e il dito segue la linea descritta in fredda condensa
sul vetro.
Riflesso di luce all’ angolo dell’ occhio
aperto sul pozzo infinito
dell’ attimo breve.
Immagine di Brian Wolfe
nel grembo dormiva cullata
dall’ onda del sangue e nel sangue
cresceva, formava la vita
il granello di senape che inseminava
l’ oggi e il domani
preparava la trama lucente
agganciata com’ era all’ attesa
ed era di tutti i colori il suo mondo
di tutti i sapori
di ogni profumo sapeva
di ogni sorriso
era un canto infinito ancora sospeso
un sospiro che lieve cresceva smuoveva
i riccioli biondi del tempo momento attimo
di speranza steso nel sole.
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e questa sabbia che intride
la pelle scalfisce il respiro
sguscia il sorriso scolpito nello scatto
di un solo tratto di penna
onde di sabbia che il vento disperde
e poi ricompone in mari mai quieti
irresistibili oceani da navigare
sabbia alla luna riluce in argento disfatto
filtra fra le dita l’ attimo lieve che scorre
inavvertito unico irripetibile
già perso.
sterminato il paesaggio incalza
immagini di erbe alte e profumi assordanti
chiara l’ aria dipana nuvole di inconsistenza
fibrillazioni da cavi atri vuoti rimbombanti
a fronte di forme incontaminate
e felci a distesa roride di linfa
verde sangue estraneo scorre nelle vene
la pelle stria in rivoli erbosi
sentieri chiamano
alla ricerca dell’ alfa
brevissimo folgorante inizio che
tutto lavò fra folgori di futuro folgorazioni dell’ esistere
rombi incessanti di massi
e crete creature
in stupore, insetti serpi leoni falene aquile e passeri pesci di mare pesci di fiume
e l’ uomo
in stupore di fronte al momento
del parto
pacifico travaglio
della catena a brevi, così brevi anelli
da sangue
a sangue.
Stupefatto resta l’ attimo.