Enzo Bellini
Make me a picture of the sun –
So I can hang it in my room –
And make believe I’m getting warm
When others call it “Day”!
Draw me a Robin — on a stem –
So I am hearing him, I’ll dream,
And when the Orchards stop their tune –
Put my pretense — away –
Say if it’s really — warm at noon –
Whether it’s Buttercups — that “skim” –
Or Butterflies — that “bloom”?
Then — skip — the frost — upon the lea –
And skip the Russet — on the tree –
Let’s play those — never come!
E. Dickinson
Fammi un ritratto del sole-
Così che io possa appenderlo in camera mia-
E possa fingere di scaldarmi
Mentre gli altri lo chiamano ” Giorno”!
Disegnami un pettirosso – su un ramo -
Così che io possa ascoltarlo – mentre dormo -
E quando cesserà la melodia nel frutteto -
Anch’io deporrò la mia illusione.
Dimmi se e’ vero che fa caldo a mezzogiorno
Se sono i ranuncoli – quelli che volano -
O le farfalle – quelle che fioriscono.
Poi, manda via il gelo dai prati
E togli il color ruggine dall’ albero
Dammi l’illusione che – ruggine e gelo-
Non debbano più tornare!
Frederic Edwin Church, Cotopaxi, 1862
ed è vermiglio il costo della vita
germogliato dalla carne
radicato nella vena
pulsante
del polso
battente a ritmo dei giorni
il tempo si smatassa fuor da garbugli
e menzogne in frode feroce
di rintocchi lontani – regolari nell’ aria sfuggente -
vermiglia linea pagata senza saldi
senza condoni – nessuno sconto –
solo pietà sotterranea a palmi aperti
rivolti a chiedere dove come perché.
E’ un orientarsi alla cieca
mentre dal ventre s’ ingenera la voce
inserpinata di parole e
stella con stella e luna dopo luna
e poi ogni sole partorisce immensi
ogni tramonto rosseggiante accende
come di sangue.
Immagine di Taarke
s’ annuncia l’ inverno di
freddo vibrante
con gelidi sbuffi dai tetti
il gelo consolida in aria le cose
che sgusciano piano dalla mano
cadono e s’ infrangono a terra
cricchiano i passi della semina
invernale
dei pensieri che la terra in silenzio
accoglie
stanno le bestie nel folto
terso è il cielo e vetroso
abisso di silenzio assoluta
assenza di rumore
ma la bisaccia è appesa al chiodo
ho i semi pronti da
spargere a piene mani, li
custodisco fragranti nel sacco che
risuona di soli precoci e trasuda
il profumo di erbe, di voli
a venire
voti
rinnovati.
Steven Kenny, ”The Perch IV”, 2006
Nel sole, come isola
sfuggente alle correnti,
lunghe frange distendo
in braccia di coralli,
verdeggiante radice
dall’ inverno recisa
figlio intrecci di colori estivi
rigogliosa scendo dalla
collina al mare, sabbia
divento e riflesso d’ acqua,
conchiglie fiorite alle caviglie
cantano l’ onda,
alle spalle
dissolti se ne vanno il tuono
il vento e la burrasca, e
io, erbario rinnovato,
danzo calde parole
dal profumo
di sole.