in attesa della neve
Attendendo la neve
che a fiocchi fitti
acceca la montagna
i passi smorza e
l’ occhio imbianca
tra rami nudi vado
e sterpi tengo
ben stretti al petto
legati con un nastro
come un mazzo di viole.
Attendendo la neve
che a fiocchi fitti
acceca la montagna
i passi smorza e
l’ occhio imbianca
tra rami nudi vado
e sterpi tengo
ben stretti al petto
legati con un nastro
come un mazzo di viole.
e questa gloria di neve che candida-mente
cade
e tutto riveste in fiori luminosi
in bianco veste le ramaglie aperte al cielo
tutto ricama in trine di cristallo,
possa essere coltre calda al mondo
a pezzi
ai ricordi ai tesori del cuore
che li avvolga e li stringa abbracciandoli come figli
amori
ormai lontani mai perduti
si faccia sipario al cielo nascondendo l’ orrore il terrore il dolore
velando l’ intrico malsano dell’ aria del tradimento della paura
a noi che qui giochiamo l’ ultima partita e gettando le carte
sul tavolo picchiamo il pugno per rabbia e solitudine
a noi resti il profumo della neve negli occhi in sentore di primavera
e cada la neve sulle palme di Betlemme
segno di meraviglia
poichè
meravigliosa cosa é l’ amore
meraviglia delle meraviglie da cui
tutto discende e s’ incunea nelle pieghe
dell’ esser uomini sulla terra degli uomini
in nome di una luce memoria che s’ offusca
in tempi nuovi e malati
in spasmodici insulti al primo vagito
incontrollati rigurgiti di fiele in fiale dorate
ma nulla più conta
nulla conta se non la mano paffuta di un bimbo
che docile allora posò
e oggi di nuovo posa lo sguardo sul mondo
su tutte le sue creature
e sorride
tutto comprendendo e tutto abbracciando.
Cada la neve su ogni capanna,
sulle anime senza voce sulle colpe di
Quanti vanno pellegrinando per una terra stranita
ormai estranea alla memoria
cada la neve fragrante luminosa purissima
al caldo tenga i semi per la primavera a venire.
Immagine da iljournal.it
sull’ orma lasciata dal merlo sperduto
i natali destati vi corrono fuori affollano
cavalli a dondolo bambole piattini e tazzine
trenini sfrecciano sul pavimento
libri aprono pagine ingiallite
vola un aeroplanino rosso sopra il letto
i natali degli ieri bambini ridono giocano riaprono la porta del tempo:
la mano ora incerta una stella cometa
d’ argento fissa al tetto della nuda capanna
trafitta dai venti di tutti i respiri
di tutti i sospiri
di ogni singolo verbo coniugato nel nome
e per nome di speranze come fiocchi
di candida neve.