questo mare
e questo mare d’ ossa
bianche e luminose
desertiche distese di montagne
in attesa del segno – ultimo accesso
erigono consistenze di lacci e di essenze
fragranti fasci di vertebre
colonne stese svuotate di midollo
simulacri di forza
baluardo infinito e muraglia senza fine
altissima nei secoli dei secoli
finchè questo sarà
il come e il perché
il nodo insoluto
di ogni umana
cosa.
conosco bene l’immagine e anche a me, ogni volta,porta una specie di flusso scioltosi dalla costola del tempo certamente e la mente fatica amantenere l’equilibrio in quel precipizio a ridosso della voragine di ciasuno di noi. ferni
lug 19th, 2010 at 11:00
l’ho letta diverse volte
non perchè non colga l’essenza ma quasi per sprofondare in quel mare così umano e diverso
dal mare che gli occhi sono abituati a vedere
di giorno, senza ombre
si direbbe un testo scritto “ad immagine”
piaciuto e non so perchè mi hai riportato alla mente Virginia Woolf, forse un passo de “La stanza di Jacob”
un saluto
Elina
lug 19th, 2010 at 12:09
Grazie, Ferni, grazie, Elina: le vostre parole rispecchiano il mio modo di pensare – immaginare – rivivere una sostanza che si articola nel tempo e nell’ anima.
lug 20th, 2010 at 11:59
I tuoi versi assumono potenza visiva e urlo silenzioso. E’ bellissima, bellissima!
Grazie.
clelia
ago 27th, 2010 at 16:45
Ossa, mari e deserti, vertebre e parole. Umanità.
Mi piace, ti linko!
FakeBlondePoet
set 14th, 2010 at 07:24
Wow!!! grazie FakeBlondePoet! mi è graditissimo! e ricambio il link!
set 14th, 2010 at 21:50