Inconsistenze
immensità della cenere
scura di grigio e d’ umore
il cuore si allenta
in distese lievissime e fredde
freddo il muro di cinta
- selvaggio il limite alla corsa -
freddo il mattone rosso
- sangue rappreso -
immensità desertica si
drappeggia
in residue volute
fumate esili respiri ormai scontati
lunga linea sul fondale delinea
il nome di
ogni inconsistenza.
Graffio superfluo.
rifletto ad alta voce e dico quanti muri di cinta si ergono e quanto pesa sul cuore il freddo del “graffio”
basterebbe pensare cosa ci attende oltre il muro
non sempre accade, forse per poca o miope visione oppure per abbandono al tutto “scontato”
grazie Daniela il tuo testo apre e taglia nuove/diverse prospettive
Elina
apr 9th, 2010 at 19:12
è vero, Elina: basterebbe pensare cosa ci attende oltre il muro. A volte non lo si fa per semplice paura. Dell’ imprevisto. Di una nuova deludente realtà. Semplicemente di trovarci un altro muro e poi un altro e un altro ancora…
Sono in fase pessimistica, è chiaro.
Grazie!!
apr 10th, 2010 at 21:16
Un paesaggio arido ed un graffito che aumenta il senso di solitudine. Ricorre più volte l’aggettivo ‘freddo’ in questi tuoi versi che non paiono voler concedere nulla. Ci sono periodi così, cara Daniela, ma noi ti vogliamo bene e la poesia è comunque bellissima. r
apr 11th, 2010 at 19:38
Grazie, Rose, per la lettura e la “presenza”
apr 12th, 2010 at 13:50
Saremo cenere, ora siamo.
Sono certa che a saper essere nulla di noi sarà perso o dimenticato. Voglio crederci e non smettere di guardare intorno ed oltre.
Fa male questa tua poesia, un male che scuote e certo per questo ci regali questi versi.
Grazie.
clelia
ago 27th, 2010 at 16:52
…”senza” smettere… etc. (scusassero, mi sono spiegata male)
ago 27th, 2010 at 16:54