Gli Angeli
Gli Angeli
di
Czeslaw Milosz
Vi hanno tolto le vesti bianche,
Le ali e perfino l’esistenza,
e tuttavia io vi credo, messaggeri.
Là dove il mondo è girato a rovescio,
Pesante stoffa ricamata di stelle e animali,
Passeggiate esaminando
i punti veritieri della cucitura.
La vostra tappa qui è breve,
Forse nell’ora mattutina,
se il cielo è limpido,
In una melodia ripetuta da un uccello,
O nel profumo delle mele verso sera
Quando la luce rende magici i frutteti.
Dicono che vi abbia inventato qualcuno,
Ma non ne sono convinto.
Perché gli uomini hanno inventato
anche se stessi.
La voce -senza dubbio questa è la prova,
Perché appartiene a esseri
indubbiamente limpidi,
Leggeri, alati (perché no?)
Cinti dalla folgore.
Ho udito sovente questa voce in sogno
E, cosa ancor più strana,
capivo pressappoco il dettame
o l’invito in lingua ultraterrena:
E’ presto giorno.
Ancora uno.
Fa’ ciò che puoi.
è una poesia che rapisce per immagini che accarezzano, evocando un’esperienza intessuta di ricerca, infine di “approdo”
suggestiva anche l’immagine
un caro saluto
Elina
dic 23rd, 2009 at 10:01
Infatti, Elina! è una poesia che mi ha molto coinvolta e mi è parsa estremamente “veritiera”. Ho trovato la conclusione di grande “umanità”.
Grazie
dic 23rd, 2009 at 17:29
penso che dica il vero.Gli angeli stanno qui,in cielo non ne hanno bisogno,né hanno bisogno di loro i tanti beati di un altro mondo.La necessità è qui, tra i mort-ali,che perdono tutto, non solo la leggerezza delle ali.Alato è il mondo che supera il vuoto e naviga nel buio senza sapere la rotta, alla cieca e pur ritrovandosi dove dovrebbe essere.Le chiamano forze gravitazionali, ma penso che siano le medesime che puntellano le nostre esistenze, vissute anch’esse alla cieca.Grazie,ferni
dic 30th, 2009 at 21:20
Approdo in questo spazio in cui afferro il “tocco” di coloro che abbiam pensato oltre lo spazio a noi conosciuto; invece ecco il “rovescio” da cui attingere l’insegnamento della vita: il saper ascoltare nel “Fà ciò che puoi” ogni sillaba oltre il (nostro) comune sentire.
Grazie (buon 2010)
Glò
gen 1st, 2010 at 21:06