Eppure
Eppure ho visto
giorni migliori
e tempi alterni
immoti sfarsi e
in lunghe falcate perdersi
in nebbie estreme
Eppure ho scosso la polvere
di casa in casa
di guscio in guscio
trasferendo il senso
di un sospeso viaggio
in sacchi neri, plastica
e lacci, odori lunghi
lungo viaggiare ostile
e ringhi di notturni spettri
senza certezze
ho sparso semi senza raccolto
disperso l’ animo fra crepe secche
in terre perse in mari di cipressi,
ma qui risuono la stessa nota e
tutta la vita canto
alba e tramonto.
Questa poesia risuona degli stessi temi del racconto “Quant’è bella giovinezza” (che ho letto, finalmente – molto vero e condivisibile). Ad un certo punto della vita, si sente la necessità di fare una sorta di bilancio e penso siano pochi coloro che possono dirsi davvero soddisfatti. Troppi i sogni lasciati da parte per assolvere le responsabilità che, di volta in volta, occorre affrontare … troppo breve la giovinezza, con la sua incoscienza che fa desiderare l’impossibile … E’ un’esperienza comune, ma esprimere tutto questo in versi è qualcosa che solo pochi riescono a fare e questo talento diventa, per quei pochi, fonte di ristoro e continua rinascita:
“ma qui risuono la stessa nota e
tutta la vita canto
alba e tramonto”
Bella bella poesia, daniela.
lasting-rose
gen 10th, 2009 at 09:01
grazie Rose, sempre così puntuale nell’ individuare il “senso” dei percorsi fatti di parole!
gen 21st, 2009 at 17:06
Commento di Elina Miticocchio sulla Nota Eppure (da http://www.facebook.com)
bella poesia, fatta di consapevolezze, di chi guarda in faccia la sua realtà
tutti abbiamo,custodiamo quasi dei fragili o forti “eppure” ma il bilancio con noi stessi arriva sempre
in questo caso la stessa nota diventa canto, quasi un abito da indossare e da portare con rispetto
ciao Daniela,elina
gen 21st, 2009 at 17:08
Commento di Benito Ciarlo sulla Nota Eppure (da http://www.facebook.com)
Si resta attoniti per la constatazione. Quella nota viene ripetuta su un ritmo noto, il pulsare del cuore. E a giudicare da quanto precede, quel cuore non sa adagiarsi su un ritmo, nè osa rallentare. se non è al trotto è al galoppo, tante sono le emozioni che deve gestire e i versi che deve dettare. E mi viene da dire di non leggere in questi versi, nè rammarico, nè malinconia, soltanto consapevolezza come ha giustamente evidenziato Elina.
gen 21st, 2009 at 17:08
Commento di Annalisa Rossi sulla Nota Eppure (da http://www.facebook.com)
E quell’espressione sinestetica “odori lunghi” ti prende per mano e ti accompagna fino in fondo.
gen 21st, 2009 at 17:09