Archive for the 'poesie' Category

Alessandro Tofanelli, Oro al tramonto
di foglie come d’ oro
riempio il cuscino su cui posare il capo
la notte
quando s’ addensa l’ ombra e penetra
con parole acute come spilli
il vuoto intorno
il vuoto dentro
respiro piano per tema del rumore
leggo geroglifici braci di fuoco antico
con mani piccole dalla forte presa
di foglie autunnali colmo il pozzo senza fondo
dove si sperde la misura e
il sonno tarda
ricerco a tasto, cieca come sono, ogni perduto
istante l’ occhio assoluto
dell’ esser come sono
ghirlanda di foglie luminose e sparse
pongo sul capo e cerco oltre da me
raschiando insonne terre erbe all’ infinito sperse
la radice
il punto nel sangue da cui l’ ora trarre
di ogni mio istante.
Per esser io come sono.

Grzegorz Bialik
chiara la notte
chiama a passi lungo la riva
sussurrante d’ acque
il viso rivolto alle stelle
l’ ora
inchiodata al quadrante,
non esiste il tempo.

Immagine da barmen.hr
Marisa Gelardi - www.fotoclubilforte.it
L’ ombra della notte
il ringhio del giorno
l’ urlo del tempo andato
corrono e stridono
sganasciano e masticano
poi sputano briciole
d’ ossa profumate
di primavere passate
a tessere – ragno – la tela
lucida
di umori crepuscolari
di bave cristalli,
sgangherato è l’ andare per
vie distorte, intrichi
di labirinti in roccia
dipinti
su per costoni scavati
- graffiata la pelle,
artigli di carne, brandelli -.

duy huynh, Escape into life
richiamo le stelle
sulla punta delle dita
nel palmo la luna
piena, questa sera che abbuia
e la mente riveste di silenzi rituali
le ombre camminano lente e portano lingue – segmenti intraducibili -
venute da galassie splendenti perse alla conoscenza
lieve la luce stellare e fioco il pulviscolo
che piove sui campi
piange la notte – ogni notte – nel respiro dell’ erba
inargentata
intreccio di parole
germogliate notturne e incomprensibili.

duy huynh, Floating meditation
sotto il cielo
rasserenanti nuvole rosate come fiocchi che galleggiano in remoti tramonti
sotto il cielo
la terra bruna a solchi rigogliosi in attesa della notte e dei suoi fermenti
sotto il cielo
l’ uomo e l’ impronta di generazioni nei secoli sorrisi sospiri menzogne verità amore e odio
vita e morte
si srotola l’ intreccio delle strade in meandri invisibili all’ occhio
graffiti incisi in antiche caverne dove ancora risuona il ruggito del primo fuoco
si dipana la matassa dell’ anima
delle memorie fertili e sterili seminate nel sangue
coltivate e mietute nel tempo di un breve battito
sotto il cielo, questo cielo, si inseminano lunghi richiami di voci le ombre
di carne tiepide come cenere dopo la notte.
www.thetisdesign.it
Cominciate, poeti, a spedire fogli di poesia
ai politici, gabellieri d’allegria,
a chi ha perso l’aria di studente spaesato
a chi ha svenduto lo stupore di un tempo
le ribalte del non previsto,
ai sindacalisti, ai capitani d’industria
ai capitani di qualcosa,
usate la loro stessa lingua
non pensate, promettete
…”disarmateli” se potete!
…………………………….
Fatevi disprezzare, dissentite quanto potete
fatevi un gazebo oblungo, amate
gli sciocchi artisti beoni, i buffoni
le loro rivolte senza senso
le tenerezze di morte, i cieli di prugna
le assolutezze, i desideri da violare, le risorse del corpo
i misteri di donna Catena.
Fate fogli di poesia, poeti
vendeteli per poche lire!
Dal Manifesto poetico di Antonio Leonardo Verri (Caprarica di Lecce, 22 febbraio 1949 – 9 maggio 1993)
Un articolo su A. L. Verri in www.monacoantonio.blogspot.it

Luca della Robbia, Resurrezione, Santa Maria del Fiore, Firenze
cantano i petali
di primavera
canta l’ acqua
del ruscello
s’ inghirlanda di tepore
ogni zolla erbosa
il merlo ricompare
in gloria di nere piume – giallo il becco -
rinasce la terra – è la regola -
risorge il Cristo crocifisso – è questione di fede -
di primavera – ogni primavera -
addita lontano una
meta lontana
che al cuore s’ incardina
come spina che fiorisce.

Immagine di nino evola
le conto
le croci
innalzate sul mio personale Golgota
come alberi hanno messo radici
profonde a nutrirsi del sangue
se provo a contarle mi smarrisco
sono tante
le curo ogni giorno
lucido il legno
e se le mani si fanno piene di schegge
non conta
le mie croci risplendono luminose e pure
lavate dal dolore
in sentore d’ eterno.

in questa primavera precoce
che sgrana sole e nuvole ballerine
ho raccolto il respiro – l’ ultimo tuo -
nelle mani a coppa
l’ ho riposto, verde d’ erba e magnolia,
nel cassetto dei fiori fragranti
fra i tesori preziosi – i più preziosi -
gli indimenticabili amori.
Riposa dunque nel nido
che ti ho cucito filo a filo
nel freddo dell’ inverno
riposa al caldo, mio dolcissimo cuore.

Alex Andreev
s’ insinua
dolcissimo
il senso di perenne memoria
il filo di sangue che scorre
verde fragranza e dolorosa
di spine cucite alla palpebra insonne
luce chiara di ogni parola di ogni sorriso di ogni
passaggio insieme
s’ insinua nei lenti giorni
al lume fumoso del tempo
che resta
in - profumo – d’ assenza.