Archive for the 'poesie' Category

Super beautiful photos
portavo Rirì nel
cuore
tenevo Rirì sul
palmo
cantavo a Rirì
ogni giorno
e Rirì sorrideva
chè questo significava il nome
Rirì come riso sorriso
Rirì stava al caldo nel nido
del piano infinito
in attesa che germogliasse
per lei anche per lei
l’ ora
che il momento si compisse
suonasse lieve il richiamo
di cristallo della
campanula che il vento risuona
come cuore che batte.
Rirì era un sogno. Il mio.
perché quando si invecchia e la vita, brano a brano
ti sbrana, selvaggiamente si sazia di te, la vita
allora forse
occorre un sogno che rida
e tu lo sai che è un sogno e che mai diventerà realtà, non c’ è speranza,
ma ti fai bastare il sogno e lo accarezzi, lo fai carne e dai colore e forma alla visione
fumo azzurro
perché dovrai pure andare avanti
anche se sei a pezzi
dovrai andare avanti
mattino pomeriggio sera e poi
le lunghissime notti ore del buio
dove sprofondi la mente nei giorni andati i ricordi
si fanno storie tutte da raccontare ancora e
la mancanza punge
le delusioni illusioni sono ferite vive e ringrazi
Lui per quel che hai avuto
ecco
allora stringi tutti i tesori al petto, li stringi forte li accarezzi
sono qui, dici, siamo qui e li vedi li tocchi perché il passato torna vivo
e presente e l’ essenza si ricompone al tatto
una resurrezione si compie
ogni notte
e poi c’ è Rirì a salvarti sull’ orlo del campo di segale
dal burrone sprofondo senza fondo forse una follia geniale e pietosa
e nel sorriso di Rirì che ancora non c’ è e mai ci sarà per te
- bisogna meritarla, una Rirì –
ti culli e trovi il fiato per salutare l’ alba.
Mai ci sarà per me Rirì, anche se esiste sogno visione magia alchimia
sospiro respiro grano di senape uovo in – seminato
sorriso sempre trillo di cincia passero nel nido
la tengo in pancia la porto nella mente la partorisco in vecchiaia.

Immagine di Brian Wolfe
nel grembo dormiva cullata
dall’ onda del sangue e nel sangue
cresceva, formava la vita
il granello di senape che inseminava
l’ oggi e il domani
preparava la trama lucente
agganciata com’ era all’ attesa
ed era di tutti i colori il suo mondo
di tutti i sapori
di ogni profumo sapeva
di ogni sorriso
era un canto infinito ancora sospeso
un sospiro che lieve cresceva smuoveva
i riccioli biondi del tempo momento attimo
di speranza steso nel sole.

Da it.123rf.com
e questa sabbia che intride
la pelle scalfisce il respiro
sguscia il sorriso scolpito nello scatto
di un solo tratto di penna
onde di sabbia che il vento disperde
e poi ricompone in mari mai quieti
irresistibili oceani da navigare
sabbia alla luna riluce in argento disfatto
filtra fra le dita l’ attimo lieve che scorre
inavvertito unico irripetibile
già perso.
Enzo Bellini
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Make me a picture of the sun –
So I can hang it in my room –
And make believe I’m getting warm
When others call it “Day”!
Draw me a Robin — on a stem –
So I am hearing him, I’ll dream,
And when the Orchards stop their tune –
Put my pretense — away –
Say if it’s really — warm at noon –
Whether it’s Buttercups — that “skim” –
Or Butterflies — that “bloom”?
Then — skip — the frost — upon the lea –
And skip the Russet — on the tree –
Let’s play those — never come!
E. Dickinson
Fammi un ritratto del sole-
Così che io possa appenderlo in camera mia-
E possa fingere di scaldarmi
Mentre gli altri lo chiamano ” Giorno”!
Disegnami un pettirosso – su un ramo -
Così che io possa ascoltarlo – mentre dormo -
E quando cesserà la melodia nel frutteto -
Anch’io deporrò la mia illusione.
Dimmi se e’ vero che fa caldo a mezzogiorno
Se sono i ranuncoli – quelli che volano -
O le farfalle – quelle che fioriscono.
Poi, manda via il gelo dai prati
E togli il color ruggine dall’ albero
Dammi l’illusione che – ruggine e gelo-
Non debbano più tornare!

Water, is taught by thirst.
Land — by the Oceans passed.
Transport — by throe –
Peace — by its battles told –
Love, by Memorial Mold –
Birds, by the Snow.
Emily Dickinson
L’acqua è insegnata dalla sete.
La terra, dagli oceani attraversati.
La gioia, dal dolore.
La pace, dai racconti di battaglia.
L’amore da un’impronta di memoria.
Gli uccelli, dalla neve.

Da http://it.123rf.com
e questa gloria di neve che candida-mente
cade
e tutto riveste in fiori luminosi
in bianco veste le ramaglie aperte al cielo
tutto ricama in trine di cristallo,
possa essere coltre calda al mondo
a pezzi
ai ricordi ai tesori del cuore
che li avvolga e li stringa abbracciandoli come figli
amori
ormai lontani mai perduti
si faccia sipario al cielo nascondendo l’ orrore il terrore il dolore
velando l’ intrico malsano dell’ aria del tradimento della paura
a noi che qui giochiamo l’ ultima partita e gettando le carte
sul tavolo picchiamo il pugno per rabbia e solitudine
a noi resti il profumo della neve negli occhi in sentore di primavera
e cada la neve sulle palme di Betlemme
segno di meraviglia
poichè
meravigliosa cosa é l’ amore
meraviglia delle meraviglie da cui
tutto discende e s’ incunea nelle pieghe
dell’ esser uomini sulla terra degli uomini
in nome di una luce memoria che s’ offusca
in tempi nuovi e malati
in spasmodici insulti al primo vagito
incontrollati rigurgiti di fiele in fiale dorate
ma nulla più conta
nulla conta se non la mano paffuta di un bimbo
che docile allora posò
e oggi di nuovo posa lo sguardo sul mondo
su tutte le sue creature
e sorride
tutto comprendendo e tutto abbracciando.
Cada la neve su ogni capanna,
sulle anime senza voce sulle colpe di
Quanti vanno pellegrinando per una terra stranita
ormai estranea alla memoria
cada la neve fragrante luminosa purissima
al caldo tenga i semi per la primavera a venire.

Da http://www.windoweb.it
il tuo piccolo pruno ha perso l’ ultima
foglia
rossa una goccia di sangue sulla fronte
oggi
ti ho liberata
librata nel vento d’ autunno
ti ho lasciato andare in felicità
ti ho salutata e auspici dal cielo ho tratto
dalle nuvole grigie dalla pioggia leggera da ogni singola breve goccia da ogni dolce umore della terra
e solo profumo è rimasto diffuso come calore
profumo
per ossa stanche
e contorte.

Zdzisław Beksiński, Drawing
inutile il ri – chiamo
si perde in
echi solitari fra ceppi
residuali di età trascorse
inutile il ri – chiamo
all’ orecchio sordo
dove la parola trafila
inascoltata
trame di silenzio
altissima la voce si fa
grido e domanda
invocazione
maledizione infine
in ginocchio sulla pietra
incide onde
graffi concentrici
di rivoltate ferite
persistenti
e suona la tempia
a tempo con il battito
del volo ala ad ala
l’ aria percuotendo
fino alla luna

Michael Schlegel, Uluru III – Australia, 2009
e questo tempo tende
avversi tendini e feroci ad
arpioni come ossa a forca bianchi reliquari di balene
antichissime arenate su spiagge impensate
popolo di crostacei sghembi
cercano l’ onda fino alla fine del mondo
e il mondo tace immobile rumori di fondo soltanto
attendo il grido
immenso
corale
unica anima a levarsi in unico gesto

Maggie Hasbrouck, The dress
l’ abito che porto sa
di te
delle tue cose
dei tuoi umori
ha colore – rosa acceso – tutti i colori
della vita
del tuo essere presente
fra rami autunnali e l’ ultimo fiorire
dell’ indica lilla
nella pioggia ancora leggera
di quest’ autunno che tarda a venire
qui sulla collina dove ti vedo in giro era
solo ieri e parlavi parole in una lingua tua
semplice da capire era semplice amare
ieri prima che la frana sciogliesse la sua carcassa e
perforasse la pupilla occhio spalancato fisso sull’ inutile
corsa del tempo tutti i colori dell’ iride e c’ erano i colori del tuo
respiro sul mio dentro il mio fino a farti dentro di me
la tua casa, fino a essere me le mie osse, il mio sangue, la mia linfa che sciolta canta
e ricanta il colore rosa dell’ abito che portavo quando ti
strinsi fra le braccia e divenni te.
colours
the dress I wear smells
of you
of your things
of your essence
it is colourful – bright pink – all the colours
of life
of your being here
among autumn branches and the last flowering
of the lilac indica
in the still light rain
in this autumn so late
here on the hill where I can see you strolling it was
just yesterday when you spoke words in a language you only knew
simple to understand as it was simple love
yesterday before the landslip loosened its skeleton and
pierced the pupil the eye wide opened fixed on the useless
rush of time all the colours of the iris and there were the colours of your
breathing on mine inside mine till you built within me
your home, till you were me my bones my blood my sap
smooth singing
and singing again the colour pink of the dress I wore when I
held you in my arms and became you.