Rirì
portavo Rirì nel
cuore
tenevo Rirì sul
palmo
cantavo a Rirì
ogni giorno
e Rirì sorrideva
chè questo significava il nome
Rirì come riso sorriso
Rirì stava al caldo nel nido
del piano infinito
in attesa che germogliasse
per lei anche per lei
l’ ora
che il momento si compisse
suonasse lieve il richiamo
di cristallo della
campanula che il vento risuona
come cuore che batte.
Rirì era un sogno. Il mio.
perché quando si invecchia e la vita, brano a brano
ti sbrana, selvaggiamente si sazia di te, la vita
allora forse
occorre un sogno che rida
e tu lo sai che è un sogno e che mai diventerà realtà, non c’ è speranza,
ma ti fai bastare il sogno e lo accarezzi, lo fai carne e dai colore e forma alla visione
fumo azzurro
perché dovrai pure andare avanti
anche se sei a pezzi
dovrai andare avanti
mattino pomeriggio sera e poi
le lunghissime notti ore del buio
dove sprofondi la mente nei giorni andati i ricordi
si fanno storie tutte da raccontare ancora e
la mancanza punge
le delusioni illusioni sono ferite vive e ringrazi
Lui per quel che hai avuto
ecco
allora stringi tutti i tesori al petto, li stringi forte li accarezzi
sono qui, dici, siamo qui e li vedi li tocchi perché il passato torna vivo
e presente e l’ essenza si ricompone al tatto
una resurrezione si compie
ogni notte
e poi c’ è Rirì a salvarti sull’ orlo del campo di segale
dal burrone sprofondo senza fondo forse una follia geniale e pietosa
e nel sorriso di Rirì che ancora non c’ è e mai ci sarà per te
- bisogna meritarla, una Rirì –
ti culli e trovi il fiato per salutare l’ alba.
Mai ci sarà per me Rirì, anche se esiste sogno visione magia alchimia
sospiro respiro grano di senape uovo in – seminato
sorriso sempre trillo di cincia passero nel nido
la tengo in pancia la porto nella mente la partorisco in vecchiaia.