Archive for the 'poesie' Category

Holly Roberts, Bird with nest
richiamo la voce e la prendo
al volo
fra le mani la stringo
la voce
rauca
che s’ agita e scalpita
la stringo
la premo alla gola
spalancato abisso
di suoni
di note
di sillabe
che rivestono pareti in ragnatele
luminose
setose geometrie
della mente,
girovaga fra
immensi orizzonti stesi al limite
del pensabile e l’ angolo oscuro
dove calda l’ allodola s’ annida.
Rilascio le dita e la voce s’ incrina
geme stranita
poi vola.
ampi frangenti battono
l’ orlo delle nubi
in rituali tempeste invernali
cavalcano cresta su cresta il
deserto senza parole
frustano l’ aria, spezzano
i rami correndo radenti
alla terra bruna
è inverno senza riscatto di
voci e
l’ oro dell’ ape in parentesi
d’ ombra ho smarrito
in riflessi di echi sofferenti che
il freddo inchioda ai bordi del tetto,
tacite forme dimesse.

Jerry Uelsmann, Untitled, 1987
autunnali rimandi rossi e
bruni
crepitar di foglie sul
sentiero,
il sangue scorre
nella danza delle foglie
migrano aquiloni
in cerca di riposo
sull’ orlo del vento
frusciano foglie lievi in
dimensione d’ aria
annullato il momento
resta il respiro
di un sospiro sospeso.

Radici di terra incrostata
antiche potenti feconde
radicate nel suolo del campo
fra erbe piumate
attorte radici contorte
d’ ulivi d’ argento su pietre vetrose
di sole
ancora dicono
del legame che
nel sospiro dell’ attimo
inceppato,
cadde nell’ oblio
sulla terra degli uomini
quando le pietre
smisero di parlare.
Resta il silenzio del lamento
tardivo
dello smarrirsi in onde
battenti di pensiero
sperso in
anonimi percorsi uguali
a calpestare lo stesso
marciapiede
nel silenzio delle pietre
ruvido all’ occhio
e senza memoria.

Immagine di Pistoiese
ramaglie di pensieri
nudi
nell’ aria che rinfresca
pensieri d’ autunno
tremuli
appesi al gambo
della foglia in oro
filante all’ ultimo
abbraccio di sole.
Verrà l’ inverno e spogli
i rami porteranno il
peso di neve e gelo,
son volati i pensieri
con le foglie
a perdersi
oltre le geometrie
dei giorni.
Fotografia da Flickr
Vortice scuro
fra due pietre
rosse
il grido del pazzo
oltre il
limitar del bosco
notturno spettro
braccia desolate
nella landa
detriti
a valle
corrono
ombre
come di ricordi.
Pubblicato in Poesia, rivista di Crocetti Editore
Una poesia di Carmen di Lorenzo

Fotografia di Josephine Sacabo
Visse in me da clandestina
per l’erosione del dolore o
per l’aurora di una gioia.
Fu indulgenza e vittoria.
Fu luce e penombra.
Fu la mia ossessione.
Il morso della sua esistenza
era il succo che avvelena,
l’emorragia di un flusso
che finisce con un amen
e poi è armonia.
La convivenza nostra pareva
coercizione,
invece fu la complicata
coesione di due opposti.
La sofferta perfezione
(che invocata, mai arriva).
Lei pagata sotto costo
senza il passaporto l’identià
non rivelava
e ricamava di nascosto
la bellezza del poema,
mi ammoniva.
Così divenne da abusiva
la mia padrona (e maestra).
Vivemmo, sopra il tempo
in un castello di percezioni.
Una poesia di Marzia Serra

Fotografia di Josephine Sacabo
Chiodo l’assenza all’angolo del cuore
dove si appendono giorni dismessi,
notti d’inquiete lune
e canapi di grida imbavagliate.
Un calco conserva il silenzio,
un vuoto di presenza,
voci in frantumi,
schegge di respiro.
Io come sempre spolvero memorie
rammendo versi e non mi basta il filo,
scosto le tende a sera, frugo il buio…
ma proprio non mi riesce d’abituarmi
ai cambi di stagione
alle formiche in fila lungo il muro
all’orologio che scandisce il tempo
nella quiete di sempre.
E’ ciò che ho trattenuto
il feto morto che mi porto in grembo.

Jerry Uelsmann, Free spirit
c’ è sempre
quel filo di sole che stende
all’ abbraccio la luce,
che limpido l’ occhio
trafila,
calore colore nella pelle
sotto l’ unghia che scava – profonda -
la sabbia in cerca
del nocciolo rimasto bambino.
Il seme.
Una poesia di Vobo
Fotografia di Bruno.Campes
Il suono lontano di campanacci
segnala, nel tardo vespro,
l’inizio, del rito antico, della transumanza.
Lento il gregge
percorre la strada polverosa
del paesino montano.
Nella sera il suono delle ghironde
accompagnerà, con un bicchier di vino,
i canti tramandati dai padri.
Domani, all’alba, riprenderà il cammino
verso gli alti pascoli che l’arrivo dell’estate,
inonderà con il profumo delle viole.