Una poesia di Clelia

Ti giungo trafelata in moto d’animo,
siedo lenta al dunque e assumo il tempo
regalandoti pagliuzze stanche di capelli.
E pensieri brevi nella mente
a ragionare finalmente,
che mi dai voce
che alla pelle spargi sale
e forse anche alla vita.
Scorgo l’ombra molto prima dell’arrivo
come tu me ne avvertissi, e m’alzo lesta
attenta e tesa allo sciabordio nel buio.
Insisti a rimestare all’onda,
crederai nella dimenticanza
e certo nella tua inutilità.
A te, che sei canto che s’invola
io bacerò la bocca che viene e va.
ho indossato la pietra
fresca di fiume
come abito di festa
pietra in grigio che
profuma d’ acqua e
parla,
a voce chiara
racconta di
canne palustri,
di tronchi, di soli e
di lune
di pugnali di ghiaccio sotto il tetto
di dolci sentori di primavera.
Scalza sono scesa al greto
e ho calzato muschio fiorente.
Una poesia di “Vieri”, Davide Pelizzari

Silenzi nebulosi senza vento
sulla strada che sembra non finire.
Il volo dell’airone che va lento
sulle chiome dei platani a salire,
di là può intravedere le paludi
e l’erba delle valli a rinverdire
bonifica, risaie e campi nudi
nell’occhio deformante di un uccello
disteso, il Delta e suoi colori rudi.

risento frangersi l’ onda
in voci d’ acqua
riecheggiare il grido dei sassi
impietriti occhi aperti fissi
mi tagliano e scuciono in
ogni mia minima parte,
fettucce di tendini aspri e
giunture divelte dalla volta
del cielo
mi avvolgono come le fasce il neonato
e sorreggono fino alla riva
ricadendo in guizzi di dimenticate fonti
dove il buio annega irrespirato in fremito
d’ ombra.
Fetale.
Ed è allora che respiro.
Acrobata, sul filo danzo
da bave di ragno
teso
acrobata mi piego
sulle mani reggo
del corpo il peso
m’ avvito e mi sciolgo
fra parole taciute e
speranze stremate
in sequenze armoniche
ritmate e piene:
il sotterraneo inseguo,
io ragno
acrobata del sogno.
e quando tutto sarà solo
cenere
essenza di fuoco distillato,
a mano aperta, a dita stese lascerò
polvere di ricordi alla
terra che
la terra nutra
- la terra dell’ angolo calpestato,
proiezione
della mente
dove ho cercato cercato sempre
dove ho trovato trovato sempre
il nocciolo, il seme, il gancio fra i battenti -
che il sole scaldi la traccia e
il cane la segua fin dentro
il bosco, lungo il greto,
fra i sassi,
fino al tronco
che ruvido ha protetto i cartigli incisi
le tappe vive
dei giorni in fila
sfiancante linea
in rosso sangue.