
Immagine di Maria Rosa Scalco
per fondali s’ incrina
la voce e svapora in bolle chiare
di corrente in corrente
sotterranea persa in remoti
echi di lontananze estreme
ancora e sempre
fra le braccia strette si porta
canestri di conchiglie e schiuma lieve
il richiamo del gabbiano
che rapido s’ ingolfa.
Ritorno
quieta
sui miei passi
d’ ambra lasciando impronte
ricordo
gli sprechi di carta stagnola:
risento
il grido del gabbiano
sull’ onda
lo schiaffo della spuma
sul molo
l’ odore di sale
sulla pelle.
Salgo le scale
di giorni ciechi
stretta ai momenti
frastagliati
scheggiati
nella sacca di tela riposti
con la conchiglia bianca
rubata alla sabbia calda
quando il mondo s’ apriva
nel colore dell’ oro
giorno dopo giorno
ogni giorno,
con amore
in attesa
che stelle marine
s’ accendessero
in cielo,
fra nuvole blu.