Stelle di mare
Ritorno
quieta
sui miei passi
d’ ambra lasciando impronte
ricordo
gli sprechi di carta stagnola:
risento
il grido del gabbiano
sull’ onda
lo schiaffo della spuma
sul molo
l’ odore di sale
sulla pelle.
Salgo le scale
di giorni ciechi
stretta ai momenti
frastagliati
scheggiati
nella sacca di tela riposti
con la conchiglia bianca
rubata alla sabbia calda
quando il mondo s’ apriva
nel colore dell’ oro
giorno dopo giorno
ogni giorno,
con amore
in attesa
che stelle marine
s’ accendessero
in cielo,
fra nuvole blu.
“…quando il mondo s’ apriva
nel colore dell’ oro
giorno dopo giorno
ogni giorno,
con amore
in attesa
che stelle marine
s’ accendessero
in cielo,…”
Che bello sognare con lo sfondo del mare,le onde,la sabbia, i gabbiani in volo, il silenzio e l’amore nel cuore…
Grazie Daniela
feb 26th, 2009 at 07:49
Grazie, Gio! i sogni, se non ci fossero, bisognerebbe inventarli!
feb 26th, 2009 at 12:40
Cara daniela, fra tanti elementi romantici: il gabbiano, la spuma, l’odore di sale, la conchiglia e le stelle marine, mi sono chiesta a cosa servisse la carta stagnola di cui facevi spreco. Il mio spirito pragmatico ha immaginato dei sandwiches … ma forse la usavi per qualche gioco, a scopo decorativo, chissà … (ruscelli e fossati nei castelli di sabbia?) Insomma, la carta stagnola mi ha fuorviata dalla tua bella poesia molto … soft.
feb 26th, 2009 at 13:00
Uhm… la carta stagnola, Rose…
è roba vecchia, quindi non ho memoria precisa del come e del perchè. Suppongo abbia inciso la brillantezza della stagnola vs quella delle stelle e soprattutto l’ idea dell’ incarto in sè: quanta roba si butta, smozzicata, e si spreca!
Ho soddisfatto, almeno un pochino, il tuo pragmatismo?
feb 26th, 2009 at 17:35