Fu vita
Una poesia di Paolo Secondini
A vederti nulla più sembri,
vicolo antico,
che cocci di mura diroccate,
dove gechi e licheni
hanno dimora
come uomini un tempo.
Eppure nell’aria fantasmi
di vagiti aleggiano ancora,
e grida disperate di vecchi
per sponde d’altra vita.
E frullano sospiri,
come battito d’ali,
dentro il portone arcano:
bocche disgiunte da un bacio
appena dato, tra rossore
di sguardi e pianto muto
Pare di vederlo, il “vicolo antico”, di camminarci e di sentire ciò che ancora racconta delle vite di quanti vi hanno abitato. Vite che ancora vibrano lì, fra i “cocci di mura diroccate”.
Come se il vicolo ne fosse rimasto impregnato. E sotto il tocco della tua grande sensibilità, i “fantasmi” rivivono…
nov 15th, 2008 at 22:27
Bella poesia, Paolo, esaltata dall’immagine in b/n di daniela.
Atmosfere che stanno diventando difficili da assaporare, in tempi di ripristino e rivalutazione dell’antico. Mi è accaduto di passeggiare in quartieri ‘rifatti’ dove, all’improvviso, salta fuori la vecchietta, perfettamente addestrata dalla ‘pro-loco’, meglio di una guida turistica.
Viene da chiedersi se sia meglio l’abbandono totale o questi lifting che snaturano le cose.
Scusami se ho divagato troppo, Paolo.
nov 16th, 2008 at 09:44
Cara Rose e cara Daniela, non vorrei farla da padrone in un sito che non è mio, ma mi permetto di rispondere ai vostri graditi commenti ringraziando di cuore.
Un grazie particolare a te, Daniela, per la tua squisita ospitalità.
Paolo
nov 16th, 2008 at 10:18