Le palme di Gerusalemme
Me lo ricordo il tempo
quando la sera
le sagome dei bimbi
vedevamo stagliate nel riquadro illuminato, che saltavano
sui letti,
su giù su giù
e a tempo un gomitolo di pelo rimbalzava anch’ esso, il cane
che giocava
noi quattro si stava sotto, nella sera e i monti chiari già disegnavano
il futuro
i giorni le notti a venire, gli anni.
E ridevamo dei bimbi e del cane e sognavamo
oddio, come sognavamo che
fosse per loro facile la via
ma son passati tanti mercoledì delle ceneri
da allora
e le domeniche si son succedute come
smarrite da Pasqua a Pasqua
e questa Pasqua, fra le palme di Gerusalemme
tu hai compiuto il cammino
hai fissato il calcagno nella terra
e hai detto, vado.
Ti abbiamo salutato
con la mano
ciao, a presto.
E i bimbi non saltano più sui materassi e il cane
dorme sotto il pino, ossa bianche
in cenere d’ amore.