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post-o per le domande

UtenteMessaggio

23:45
14 settembre 2009


Rose

Ospite

Ah!ah! Diabolici Daniela e Manfred! Che coppia sareste! SmileWinkKiss

22:00
15 settembre 2009


Manfredi

Ospite

Che coppia, siamo!!!!Smile sul lavoro, sia chiaro!Laugh

18:25
23 ottobre 2009


sandra

Ospite

Ho una domanda, ma non di arte.

Qualcuno potrebbe spiegarmi come mai una nazione che da decenni si dice paladina della democrazia non ha un sistema sanitario decente? Parlo degli Stati Uniti, ovviamente.

Nella nostra Italietta l'assistenza sanitaria di base e ospedaliera è garantita a tutti, anche agli stranieri.

Come mai un paese come l'America ha decine di milioni di abitanti senza copertura sanitaria? E perchè Obama incontra tanti ostacoli nel portare un cambiamento in questo settore?

Non è un grande smacco per la democrazia? Frown

21:25
23 ottobre 2009


Rose

Ospite

La situazione:

Ci sono 46 milioni di americani senza copertura sanitaria, ma sono molti di più quelli che ce l’hanno e vogliono che il sistema resti così com’è.

C’è un pezzo d’America che è pienamente  soddisfatto dell’attuale sistema sanitario – ed è il pezzo di America che vota (i pensionati, gli anziani, la upper e la middle class) e che pesa politicamente di più.

C’è il pezzo di America che è insoddisfatta, perchè non ha nessuna forma di tutela sanitaria,  ma sono i poveri disgraziati, quelli che non votano, che non hanno una reale capacità di mobilitazione e di lobbying.

Uno dei pilastri del mandato di Obama potrebbe trasformarsi nella sua tomba.

Se hai un buon lavoro con una buona compagnia, almeno finché ci rimani, ti offriranno un buon pacchetto di benefits nel quale è incluso non solo una polizza sanitaria, ma magari anche una per il dentista!

Ma appena te ne vai, non hai più nulla.

Considerando la mobilità geografica e lavorativa degli americani, non è roba da niente. Ti capita qualche guaio fra un impiego e un altro: sono batoste.

Se invece lavori per una piccola impresa, se lavori part-time, se lavori in proprio, non sei coperto, se non te la procuri tu a prezzi proibitivi.

22:13
23 ottobre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Bella domanda, Sandra. E buona la chiarificazione della situazione fatta da Rose.

Senza assistenza sanitaria, oltre gli USA, ci sono Cina e Sud Africa.

Diciamo che negli USA esistono 2 tipi di assistenza:

Medicare che è rivolto agli anziani (oltre i 65) indipendentemente dal reddito.

Medicaid che un programma di assistenza dei singoli stati supportato economicamente (per il 60% dal governo) per fasce di popolazione a basso reddito.

Ma, certo, non bastano e non costituiscono un sistema di copertura sanitaria, il che costituisce una pecca vergognosa nel paese della democrazia, che è anche, lo si sa, un paese di forti contraddizioni.

Obama sta giocando tutto sulla riforma sanitaria. 

Il progetto di riforma sanitaria negli Usa ha come obiettivi principali quelli di garantire un'assistenza adeguata alla popolazione, tramite l'istituzione di polizze statali, il cui tetto è ancora da fissare, e che farebbero concorrenza agli attuali ed esosi premi delle compagnie assicurative mediche private. L'idea è di coprire i cittadini sprovvisti di un'assicurazione sanitaria e di incrementare le polizze inadeguate di chi una copertura ce l'ha ma insufficiente a garantire le operazioni e le spese mediche più costose. Inoltre, dettaglio non da poco, Obama obbligherà le compagnie a non negare la copertura per chi ha problemi di salute pre-esistenti alla stipula del contratto assicurativo e a non imporre limiti arbitrari alle somme da rimborsare. 

Nel discorso al Congresso, durante il quale ha citato una lettera postuma di Ted Kennedy, il presidente Barack Obama, ha dichiarato tra il plauso generale:

Nessuno in America dovrebbe finire in bancarotta perché si è ammalato. La meta è vicina: esiste già un accordo sull'ottanta per cento della riforma. Non siamo mai stati così vicini al traguardo. La cosa più importante é fare presto: è finito il tempo delle polemiche e dei giochi politici. Adesso bisogna passare all'azione concreta. Non sono il primo presidente americano che si batte per la riforma sanitaria. Sono determinato ad essere l'ultimo.

Speriamo bene. Speriamo che si riesca ad aggirare quella rete di interessi (compagnie assicuratrici in primis) che tiene distinti gli americani in cittadini di serie A e cittadini di serie B.

dmk

14:07
24 ottobre 2009


Pietro

Ospite

Il problema è scottante e mi auguro che questo presidente riesca dove altri hanno fallito.

Il figlio di un conoscente era emigrato in America una trentina d'anni fa e aveva fatto una discreta riuscita. Purtroppo la malattia della moglie ha prosciugato i loro risparmi. La loro assicurazione, hanno scoperto, non copriva le costose spese mediche a cui la malata doveva sottoporsi e, a malattia conclamata, non sono riusciti a trovare una compagnia assicurativa disposta a stipulare un contratto con loro, proprio come ha riportato la signora Daniela. Hanno venduto persino la casa; la povera donna è morta comunque e la famiglia ora vive appena al di sopra della soglia di povertà.

Anche questa è America. Frown

17:03
24 ottobre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Grazie, Pietro, per la testimonianza.

E' vero, anche questa è America, o almeno è l' altra faccia dell' America: forse a indicare che la "perfezione" non esiste, non ancora, neanche nel paese culla della democrazia.

dmk

14:04
24 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

E finalmente qualcosa si è mosso!Laugh (alla faccia delle lobby assicurative).

Via libera alla riforma di Obama

Approvato il piano del presidente per dare copertura sanitaria ai 30 milioni di americani che ne erano privi

WASHINGTON – Trenta milioni di persone in più, negli Stati Uniti, possono ora contare sulla copertura delle spese mediche da parte dello Stato. La riforma della sanità americana voluta dal presidente Barack Obama e fortemente contestata dai repubblicani ha ricevuto il via libera dal Senato. L'aula ha approvato un testo che, sia pure con molti compromessi, mantiene la promessa elettorale di dare copertura sanitaria a tutti quegli americani che ne erano privi, in quanto non in grado di sostenere i costi di un'assicurazione privata a copertura delle spese mediche.

I democratici del Senato hanno votato per bloccare il dibattito sulla riforma, impedendo di fatto l'ostruzionismo dei repubblicani e spianando la strada per il voto finale . Per superare lo sbarramento repubblicano sono serviti 60 voti, ovvero quelli di tutti i 58 democratici al Senato e di due indipendenti. Scontato il voto contrario dei 39 repubblicani presenti.

Oggi dunque, dopo 25 giorni di dibattito consecutivo è stato varato il piano Obama, che costerà quasi mille miliardi di dollari nell'arco di dieci anni. Nei primi giorni del nuovo anno tuttavia il dibattito sulla riforma che dovrebbe estendere la copertura a 30 milioni di americani si riaprirà: le versioni del testo di Camera e Senato sono diverse e dovranno essere conciliate prima che il presidente possa ratificare in legge il testo finale. Il negoziato sarà delicatissimo e al termine potrebbe servire un nuovo voto al Congresso.

http://www.corriere.it/

dmk

14:06
24 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Mi chiedo: e qui da noi, quando finirà il tempo dei giochi politici?

dmk

15:30
24 dicembre 2009


Rose

Ospite

Però si parla di  'tattiche del terrore', da parte dei repubblicani …

Insomma, gliel'ha strappata con le unghie e coi denti questa riforma. Speriamo che la cosa vada in porto del tutto.

Qui siamo ancora alla lotta fra il Bene e il Male … dove tutto il Bene è da una parte sola. Confused

DI PIETRO, LA LETTERA DI NATALE: "Nel nostro Paese c'è un diavolo al governo  (Berlusconi) che pensa di usare le istituzioni solo per farsi gli affari suoi". Antonio Di Pietro scrive la  sua "lettera a Gesù Bambino". Una missiva che chiama in causa Silvio Berlusconi, il diavolo che "vuole addirittura cambiare la Costituzione perchè nella Carta non è previsto che lui non può essere processato". Continua Antonio Di Pietro: "Però lui questo lo chiama dialogo. E, come tu sai, caro Gesù Bambino, capita spesso che qualcuno abbocchi e dica:" Vabbè andiamo a dialogare". Te lo immagini? Ricordi la storia di cappuccetto rosso? Avrebbe mai potuto dialogare con il lupo cattivo?". Di Pietro conclude: "Ecco la preghiera che ti faccio, caro Gesù Bambino: l'anno prossimo mettici in condizione di liberarci politicamente, attraverso l'esercizio democratico del voto, di questo diavolo al governo". 

  

15:54
24 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Sono convintissima che la riforma sull' assistenza sanitaria in USA sia stata strappata con le unghie e con i denti, Rose! 

Quanto al Di Pietro nazionale… beh, direi che è in linea con il suo standardizzato dipietrismo.Frown

dmk

16:07
24 dicembre 2009


sandra

Ospite

VIVA OBAMA! finalmente una cosa buona, dai! Smile

Il povero Di Pietro si tira la zappa sui piedi con queste 'uscite'

Non sarà carino da dire a Natale, ma a me fa pena. Confused

18:31
24 dicembre 2009


fernirosso

Ospite

Trovo che questa sia una ciliegina e per giunta avvizzita da dare a quei tanti, troppi, sul piede di guerra.L'america non è quel luogo superlativo che molti sognano.Nemmeno il sistema di istruzione è un sistema che aiuta la gente a progredire.

Ho trovato questa interessante  sequenza di domade e relative risposte (o tentativo di risposta) credo sia fondamenyale dare a questo delle risposte congiunte.

http://www.difrontealfuturo.ne…..#questioni

19:18
24 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Gli USA non sono certo un modello superlativo, Ferni: sono d' accordo. Sono meglio di molti altri luoghi. A mio parere. Checché dica l' anti americanismo comune.

Sono andata a leggere al link che hai mandato, dove si dicono cose di estremo buon senso e di assoluta ovvietà. Forse sono talmente di buon senso e talmente ovvie che ai più ne sfugge la portata. Come spesso capita, soprattutto quando si va a toccare al ribasso gli stili di vita che molte, moltissime persone, ben al di fuori delle stra-ricchezze di pochi, credono d' aver conquistato: sai, i vari status symbol, per esempio (che sono solo, in ultimo, cose superflue senza le quali si potrebbe vivere tranquillamente). Penso anche solo a che problema sarebbe far capire a tanti che devono calare il consumo di carne. Di carne, oggetto del desiderio di una gran fetta di popolazione che considerò un progresso e un successo passare dalla polenta alla fettina. 

Questo per dire che innestare una retromarcia è sempre operazione difficile, che trova oppositori ovunque e in ogni strato del tessuto sociale. E anche da questa consapevolezza può dipendere il fatto che ci si stia muovendo con i piedi di piombo. A parte la menata degli interessi delle solite lobby.

E' comunque un problema gigantesco, che va affrontato.

dmk

21:19
25 dicembre 2009


Manfredi

Ospite

una ciliegina avvizzita per arginare il malcontento sociale? se questa misura finirà per dare l' assistenza sanitaria a 30 000 000 di persone non abbienti, mi pare che come ciliegina sulla torta, non sia poi malaccioWink lo si può interpretare come un progresso sociale di cui l' america aveva assolutamente bisogno.

poi, che anche là, il tessuto sociale abbia lacune e discrepanze e peggio, non esiste dubbio alcuno. credo che oggi nessuno, se non un incongruo sognatore, possa vedere il paradiso sociale impersonato dall' america.

come diceva qualcuno: la perfezione non è di questo mondo. il che non toglie che occorra perseguire il meglio che si può, per tutti: questo, a mio avviso, dovrebbe essere l' obiettivo morale di ciascuno.

23:22
26 dicembre 2009


fernirosso

Ospite

– Creazione di una "borsa delle assicurazioni" (insurance exchange), una sorta di mercato nel quale a chiunque verrà data la possibilità di acquistare un'assicurazione sanitaria a prezzi competitivi. Accanto alle tradizionali compagnie assicurative è prevista l'istituzione di un programma assicurativo pubblico, non profit e garantito dal governo al quale potranno ricorrere tutti i cittadini che non possono permettersi di acquistare un'assicurazione privata.
– Impossibilità per le assicurazioni di vietare le cure a causa delle condizioni di salute precedenti di un paziente oppure a causa dell'aggravarsi di una malattia.
– L'assicurazione sanitaria sarà obbligatoria per tutti i cittadini: ad oggi chiunque non voglia assicurarsi ha la facoltà di farlo. L'obbligatorietà ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il costo delle cure urgenti in pronto soccorso per tutti i cittadini che vi ricorrono non essendosi curati precedentemente perché privi di assicurazione.
Sgravi fiscali e sussidi pubblici per l'acquisto dell'assicurazione sanitaria a tutti i cittadini che non possono permettersela.
Limite alle tariffe assicurative, grazie all'imposizione di tetti di spesa massima per le spese extra a carico dei cittadini.

Si può notare come più che una riforma del sistema sanitario, Obama propone una riforma del sistema assicurativo, lasciando sostanzialmente immutato il modello organizzativo di base su cui si regge la sanità americana.

Nel discorso del presidente si notano gli sforzi compiuti per cercare, sugli aspetti più delicati, un compromesso tra le idee originarie (ad esempio quella di istituire una vera e propria copertura sanitaria pubblica per tutti i cittadini) e la proposta effettivamente presentata (l'opzione pubblica è solo una delle possibilità di scelta, non l'unica).
Per Obama è fondamentale riuscire a creare un consenso ampio e diffuso sulla sua proposta, sia nell'opinione pubblica che, soprattutto, all'interno del Congresso, dove sono presenti delle forti resistenze nel campo repubblicano ma anche in alcuni settori del versante democratico. Non si può dimenticare  che nel sistema politico americano esistono le elezioni di medio termine per l'elezione della Camera dei Rappresentanti: questo significa che non è scontato per ciascun deputato decidere di appoggiare un piano di riforma così delicato, esponendosi davanti ad un elettorato che, in buona parte, rispetto alla riforma della sanità tende spesso a storcere il naso. Questa è anche una delle ragioni per le quali Obama sta cercando di affrettare il più possibile i tempi di approvazione della riforma: prima si fa, meglio è.
Per quanto riguarda il contenuto delle proposte, esse sono effettivamente rivoluzionarie: se approvate, nessun cittadino americano resterebbe privo di copertura assicurativa sanitaria.

Esistono però due grossi interrogativi che pesano sull'effettiva applicabilità della riforma e sul suo impatto positivo sul sistema: uno è relativo alla copertura finanziaria e l'altro al grado di competizione reale tra compagnie assicurative private e cooperative pubbliche non profit garantite dallo stato.

Rispetto al primo punto Obama ha più volte precisato che questo piano non accrescerà il debito pubblico nemmeno di un centesimo e che non ci sarà un aumento delle tasse per i cittadini. Il costo della riforma (circa 900 miliardi di dollari in 10 anni) sarà coperto grazie alla riduzione della spesa sanitaria attuale (grazie ad una migliore gestione delle risorse, alla riduzione dei costi amministrativi, alla competizione tra un maggior numero di compagnie assicurative, etc.), riduzione degli sprechi e nuove forme di tassazione per i ricchi e per le compagnie assicurative.
Le modalità pratiche e le misure attraverso le quali ridurre la spesa sanitaria e gli sprechi non sono al momento molto chiare e questo fatto getta qualche ombra sull'effettiva possibilità di sostentamento autonomo della riforma: ad esempio nel Massachusetts, dove è in vigore una sorta di copertura sanitaria obbligatoria per tutti i cittadini, la spesa sanitaria è cresciuta ad un tasso maggiore della media nazionale.
Molti cittadini americani temono un aumento della tassazione e un aumento complessivo della spesa sanitaria, causato da un'eccesiva domanda di prestazioni collegata all'estensione della copertura assicurativa sanitaria.

Rispetto al secondo punto Obama ha assicurato che tra le assicurazioni private e le cooperative no profit pubbliche vi sarà una concorrenza reale, dal momento che "l'opzione pubblica" sarà autosufficiente e si sostenterà solo ed esclusivamente sui premi assicurativi che sarà in grado di raccogliere. Il presidente ha anche dichiarato che a nessun cittadino americano sarà chiesto di abbandonare la propria assicurazione sanitaria e che l'opzione pubblica sarà soltanto una possibile scelta tra le altre.
Al momento è impossibile dire con certezza che questo accadrà e che non vi saranno forme di copertura finanziaria da parte dello stato per l'opzione pubblica che creerebbero uno squilibrio nei confronti delle compagnie assicurative private. In generale, non è chiaro al momento quale sarà precisamente il ruolo del governo in questo nuovo mercato assicurativo.

Come si vede l'argomento è estremamente complesso, articolato e delicato. Di certo il sistema così com'è costa troppo ed esclude un elevato numero di persone dall'accesso alle cure mediche. Al momento non si può dire se il piano proposto dal presidente sarà in grado di raggiungere gli obiettivi che si è prefissato, così come specificato nel suo discorso

13:52
23 marzo 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

E finalmente adesso si può incominciare a parlare di "successo"Smile

 21 gennaio-21 marzo: in due mesi Barack Obama è passato da un amaro primo compleanno alla Casa Bianca all' indomani di una sconfitta elettorale in Massachusetts che sembrava aver compromesso la sua riforma più ambiziosa, all' affondo col quale ha deciso di giocarsi tutto proprio sulla sanità. Le votazioni avvenute ieri notte alla Camera e quelle che dovranno seguire nei prossimi giorni al Senato sono storiche perché i tentativi di riformare il sistema sanitario americano si susseguono inutilmente da mezzo secolo, ma anche perché ad esse Obama lega la grande scommessa politica della sua presidenza: scuotere un elettorato che ha perso fiducia – in campo repubblicano ma non solo – nella capacità della politica di governare il cambiamento, dimostrare ai cittadini che il timone funziona e che sul ponte c' è gente che sa usarlo, disarmare gli opposti populismi che rischiano di delegittimarlo.  

http://archiviostorico.corriere.it

E', inutile dirlo, una "riforma" molto lontana dal modello europeo.

 A stare alla propaganda del fronte conservatore, quella votata l'altra notte non è una riforma ma una rivoluzione: l'adozione del vituperato «modello europeo» in un Paese nel quale l'individualismo e la mentalità dei «figli dei pionieri» spinge a considerare ognuno responsabile del proprio destino in campo economico. E per la maggior parte degli americani la salute è un pezzo di questo destino: una materia da governare attraverso il mercato, non un diritto o un bene meritevole di tutela per la sua grande rilevanza sociale. Solo questa ipersensibilità giustifica la vasta opposizione alla riforma che emerge dai sondaggi (60% dei cittadini contrari). A ben vedere, infatti, quella che è stata spregiativamente ribattezzata «Obamacare» non è né l'attentato alla libertà degli americani denunciato dai conservatori né il cambiamento davvero radicale del sistema di cui parla il presidente. Il momento è davvero storico solo perché Obama è riuscito laddove i suoi predecessori avevano fallito per oltre mezzo secolo. Dunque, anche col nuovo sistema niente «medico di base» né liste d'attesa nell'ospedale pubblico….

http://www.corriere.it

dmk

14:36
23 marzo 2010


Rose

Ospite

Sembra impossibile che nella 'terra della libertà' (e delle opportunità) ci sia voluto così tanto per far passare una cosa che da noi è un diritto preso per scontato.

Speriamo che ora la legge vada in porto senza ulteriori inciampi … e non perchè ci prema la popolarità di Obama, il punto è un altro, naturalmente.

22:37
28 aprile 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Domanda con risposta

Cosa succede se la temperatura aumenta ancora? 

Con un aumento delle temperature medie globali di

1 grado: scarsità di grano sul mercato mondiale.
2 gradi: distruzione delle barriere coralline. 
3 gradi: tempeste di sabbia su Parigi. 
4 gradi: New York sommersa dall'acqua. 
5 gradi: lotta fra i superstiti dei disastri climatici. 
6 gradi: ritorno al periodo Cretaceo

dmk

18:20
30 aprile 2010


lucia

Ospite

Ragazzi siamo messi bene con questa situazione!!! Penso anche che non ci sia nulla da fare, prima l'uomo distrugge la terra, poi ci lamentiamo???



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