Utente | Messaggio |
18:30 22 agosto 2009
| sandra
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A proposito di surrealismo, chi mi sa spiegare perchè in molti quadri di Magritte compare la sagoma dello stesso uomo con la bombetta?
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22:43 22 agosto 2009
| admin
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Gli uomini sono per lo più duplicazioni del doppio Magritte, vestiti di nero con bombetta. In altre parole sono Magritte. Il dipinto The son of man (il secondo che hai postato) è, in pratica, un autoritratto.
"Era un agente della sovversione che si camuffava da piccolo borghese fino al punto che il mondo tendeva a ritenere che egli lo fosse davvero e che solo incidentalmente – quasi come un pittore naïf – gli accadesse di dipingere quelle sue immagini sconcertanti", ha scritto David Sylvester.
Golconde
Gli uomini con la bombetta in testa e il cappotto scuro, come voleva la moda borghese dell'epoca, prigionieri delle convenzioni, piovono dal cielo come un diluvio e il loro volo li pone nella dimensione di libertà del sogno.
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22:46 22 agosto 2009
| Manfredi
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11:41 23 agosto 2009
| Rose
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Ho letto che Magritte conduceva davvero una vita da piccolo borghese. Dipingeva in un angolo del salotto, tenuto in perfetto ordine dalla moglie e portava a spasso il cane. Non a caso è stato chiamato “le saboteur tranquille“. La sua vita, come i suoi quadri, presenta questa incongruenza e accosta la realtà apparente ad elementi estranei e apparentemente fuori luogo.
Del resto, come disse Einstein: “La realtà è una mera illusione, anche se molto persistente”.
Un'altra domanda su Magritte: perchè questi volti e altri dei suoi quadri sono coperti?
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21:39 23 agosto 2009
| Manfredi
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forse sono da collegare allo shock avuto dal pittore a tredici anni, quando vide recuperare il cadavere della madre suicida in un fiume, coperta appunto da un panno intorno alla testa.
Gli amanti
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07:12 24 agosto 2009
| sandra
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Che carini, avete già risposto! Molto interessante, grazie!
Anche l'ulteriore domanda di Rose.
Spero di non annoiarvi, perchè ho in mente una serie di domande… Sono come i 'regazzini' come dicono a Roma.
Ma tutti possono fare domande, in questo post, giusto? e non solo d'arte o letteratura.
Sono reduce da un finesettimana rovente e stancante al mare.
Ma da quando l'week-end da qualche parte che non sia casa propria è diventato un 'must'? perchè molti (e io tra questi) continuano a sottoporsi a queste vacanze stressanti?
Ecco delle domande retoriche, ma se qualcuno vuole avventurarsi negli aspetti psicologici della questione, 'fàcci, fàcci pure'.
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09:45 24 agosto 2009
| Rose
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Grazie, Manfred per la nota biografica su Magritte, che senz'altro può spiegare i volti coperti dei suoi ritratti. Le esperienze scioccanti dell'infanzia segnano l'individuo. A mio parere, c'è anche il senso del 'mistero'. In fondo, non ci si conosce mai abbastanza e il bacio fra quegli amanti è il bacio, appunto, non importa chi siano loro.
E visto che sono in vena di psicologia, alla cara Sandra direi che questo 'obbligo' di cui parla rientra nel consumismo/materialismo di cui la nostra società è affetta … senza speranza, ormai. E' parte di un sistema economico che 'occorre' sostenere, altrimenti va tutto a catafascio. Io tengo duro e non mi uniformo … tanto siamo una minoranza ridottissima e non comprometteremo la globalizzazione.
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10:11 24 agosto 2009
| sandra
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Cara zia Rose, consumista a me? la figlia di una figlia dei fiori?!?!
Ma temo tu abbia ragione
Forse oggi C.Chaplin ambienterebbe il suo film in un villaggio turistico. Che sia per produrre o consumare, siamo solo parte di un ingranaggio mondiale/infernale.
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14:02 24 agosto 2009
| admin
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personalmente ho sempre inteso i "veli" che coprono i volti di tanti personaggi di Magritte, come un segno di "confine". Negli Amanti i due si baciano, ma sono separati dal "velo" dell' incomunicabilità…
Ah, il consumismo perverso…, come sono d' accordo con voi!
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17:13 24 agosto 2009
| Manfredi
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simpatico questo topic: per domande, dubbi e quant' altro
una buona idea, c' é da approfittarne! Brava, sandra!
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20:38 24 agosto 2009
| Rose
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Io avrei una domanda che mi sono fatta spesso:
perchè in certi periodi della storia c'è tutto un fiorire di artisti, vedi l'Atene di Pericle o il '400 a Firenze? A cosa è dovuta questa sorta di 'concentrazione' di geni dell'arte?
A proposito, m'è piaciuto il tuo 'velo d'incomunicabilità', Daniela.
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07:08 25 agosto 2009
| sandra
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| Ospite
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12:38 25 agosto 2009
| Manfredi
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| Ospite
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o nel periodo elisabettiano? tanto per aggiungerne un altro, di periodo di fioritura artistica.
in genere questi periodi coincidono con epoche in cui:
- c' è stabilità di governo
- le nazioni sono floride
- non esistono problemi di guerre alle porte
allora le persone, gli spiriti dotati, possono dedicarsi in toto alla loro vena artistica, sviluppandola e portando al top le proprie capacità.
Naturalmente esistono le eccezioni che, a mio parere, confermano la regola
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14:18 25 agosto 2009
| Rose
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Una spiegazione molto plausibile, Manfred. Grazie.
Quelle che elenchi sono premesse indispensabili. Personalmente, credo che ci voglia anche la volontà politica. Nel caso del rinascimento fiorentino, le corporazioni acquistavano prestigio, sovvenzionando opere artistiche che abbellivano la città. C'erano decine e decine e decine di 'botteghe' d'arte dove i ragazzi venivano mandati ad imparare le varie tecniche dai 'maestri' e spesso gli allievi finivano per superarli, come dice il detto.
Per non parlare delle varie corti che ospitavano artisti d'ogni genere e i 'signori' che facevano da committenti.
Certamente, è più facile che nascano talenti dove si 'respira' e sono incoraggiate arte e cultura.
Alcuni 'grandi' del tempo erano già tali a vent'anni, un'età in cui i nostri giovani spesso non sanno ancora cosa vogliono fare.
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21:31 25 agosto 2009
| admin
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pienamente d' accordo con entrambi (che poi dite cose molto vicine)
Il mecenatismo, cui si riferisce Rose, è reso possibile sì da una volontà politica, ma sempre in periodi in cui la stabilità politica e la situazione florida dei governi, permette ai governanti di farsi “mecenati”, anzi li sprona in questa direzione per aumentare il proprio prestigio e rendere i propri “regni” importanti anche nelle arti.
La precocità dei “geni” del passato invece (ma sto facendo ipotesi) può essere ricondotta:
- alla natura dell' artista stesso (i geni precoci, e in ogni campo ci sono ancora, rari, ma ci sono, anche se non ricordo esempi al momento)
- alle condizioni di vita (venivano messi dalle famiglie, in contatto con l' arte da giovanissimi (le botteghe che ricorda Rose) per imparare il mestiere e questo accelerava, nei dotati, il processo)
- al fatto – forse – che ai tempi cui vi state riferendo – c' era meno da apprendere, meno di correnti, meno di “passato”. Insomma ci si formava più velocemente.
Oggi la vedo tutta in salita, la strada perché un “genio” riesca a manifestarsi tale!
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21:48 25 agosto 2009
| admin
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Geni precoci
Michelangelo venne mandato a bottega dai fratelli Ghirlandaio (Firenze al tempo di Lorenzo dei Medici) a soli 13 anni, a causa della situazione indigente in cui versava la famiglia:fu mandato via dalla bottega a causa di un'umiliazione da lui inflitta al proprio maestro Domenico. Così racconta la storia il suo biografo Ascanio Condivi: ”Essendogli data una testa perché egli la ritraessi, così a punto la rappresentò, che, rendendo al padrone il ritratto in luogo dell'essempio, non prima fu da lui lo ‘nganno conosciuto, che, ciò conferendo il fanciullo con un suo compagno e ridendosene, gli fusse scoperto”.
Torquato Tasso (1544-1595) a sei mesi parlava alla perfezione e all' età di sette anni era in grado di discutere in latino e greco
Wolfgang Amedeus Mozart (1756-1791) era virtuoso di clavicembalo, organo e violino a sei anni, già a cinque compose i primi brevi pezzi per tastiera. In compenso aveva difficoltà nell'allacciarsi le stringhe o nel tagliare una fettina di carne: cose che non riuscì mai a fare da solo.
Ludwig Wittgenstein (1889-1951) Iniziò i suoi studi in ingegneria a 17 anni. Alla stessa età faceva esperimenti di aerodinamica. A 25 anni scrisse il primo trattato di logica.
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21:53 25 agosto 2009
| Manfredi
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| Ospite
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e oggi abbiamo i “gifted children” (i bambini dotati) che vengono considerati un' enorme risorsa per il futuro, ma che necessitano di percorsi curricolari e attenzione didattica del tutto particolari.
in Italia si incomincia adesso a cercare di attrezzarsi in questa direzione, in primis ad imparare a riconoscerli, cosa non facile, in quanto generalmente il bambino dotato manifesta stati di ansia e di disturbo che possono essere fraintesi clamorosamente.
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21:10 14 settembre 2009
| Rose
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Una domanda … tecnica: il computer è maschio o femmina?
Si prega di motivare la scelta.
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21:33 14 settembre 2009
| admin
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trovato sull' web
10 ragioni per cui si evidenza il sesso femminile del computer:
1) Una volta acquistato ci spendi sopra milioni in “accessori”. 2) Incomici a passarci le serate, tralasciando i divertimenti e gli amici. 3) Pur sforzandoti, a volte, esegue “procedure” che proprio non riesci a comprendere. 4) Sei tu che ti devi adattare al suo funzionamento, non il contrario. 5) Si dice che non può sbagliare, è infallibile! Non è vero ma nessuno lo dice! 6) Si ricorda sempre di tutto quello che hai fatto fin nei minimi particolari. 7) Se sei imbranato, “non cavi un ragno da un buco” 8) Con gli amici, parli spesso di argomenti “attinenti” 9) Ha il potere di farti sentire uno stupido, sembra sempre che ne sappia una più di te! 10) Quando sbagli qualcosa, rischi di perdere tutto! E spesso non puoi tornare indietro!
ce ne sono altre 10 per dimostrare il contrario…
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22:03 14 settembre 2009
| Manfredi
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sapete, in una scuola inglese è stata posta la domanda "Di che genere è il computer" a due gruppi di persone, uno composto solo da donne e l'altro solo da uomini. Le risposte sono state divertenti e, con un pizzico di fantasia e molta ironia, se ne possono aggiungere anche altre.
secondo le donne i Pc sono di genere maschile, perché:
1 per poter avere la loro attenzione, devi accenderli;
2 contengono molti dati, ma sono privi di intelligenza propria;
3 dovrebbero essere lì per risolvere i tuoi problemi, ma per metà del tempo sono loro il problema;
4 non appena te ne procuri uno, ti accorgi che, se avessi aspettato un po', avresti potuto averne uno migliore
secondo gli uomini sono di genere femminile, perché:
1 nessun altro al di fuori del loro creatore capisce la loro logica interna;
2 il linguaggio di cui si servono per comunicare con gli altri computer è incomprensibile a chiunque;
3 i tuoi errori, anche minimi, sono immagazzinati nella memoria a lungo termine per essere usati più avanti;
4 appena ne acquisti uno, ti ritrovi a spendere metà del tuo conto in banca per gli accessori
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