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la riforma della scuola secondaria superiore

UtenteMessaggio

14:33
15 giugno 2009


stella

Ospite

Manfredi ha detto:

……….Ma quel che è grave, sempre a mio parere, è che, con il suddetto “andiamo a prender…” non ci si rende conto che si azzoppa la parte del paese che produce e regge l' universa nazione. Una volta azzoppata definitivamente, che si fa? o che si credono codesti signori, che il medio imprenditore, per esempio, investa soldi suoi, a suo rischio e pericolo, giusto per gioco? per sfizio?

Per me è una forma di cecità assoluta. 


Concordo , avevamo una realtà di piccoli imprenditori che il mondo ci invidiava e cercava di copiare che ora rischia di scomparire anche a causa dei troppi balzelli che lo Stato impone.

14:40
15 giugno 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

il 18 politico

i debiti/crediti

le sperimentazioni, ottime o pessime (a seconda della propria esperienza)

la vuotaggine dei discenti

l' improntitudine delle famiglie

eccc

ecc

ecc

come a dire:

origini e sviluppo della crisi del sistema educativo in Italia.

Solo che, in passato, quando io mi dicevo contraria a questo o a quell' altro, motivando la mia posizione naturalmente, fra i punti sopra citati, mi prendevo della reazionaria, della troppo severa, di quella che non capiva il "disagio" giovanile, le "difficoltà" famigliari, che pretendeva troppo da giovani menti in formazione, che di formarsi, fra l' altro, non avevano assolutamente voglia, giovani menti che avevano come meta quella di farsi qualche canna nel gabinetto tanto per riuscire a fare le 13, le 14 e uscire da scuola, dopo aver sopravvissuto ad un' altra giornata di "inutilità".

E basta! non posso neanche più ri-pensarci. Cecità di colleghi, di dirigenti, di coloro che dovevano essere gli "specialisti" e che, spesso in nome – toccato con mano! – di un' ideologia "aperta" – "non classista"- " livellatrice" dove si è andato a perdere il concetto che, se è vero che la scuola è PER TUTTI, non sta scritto da nessuna parte che TUTTI  debbano venir promossi senza merito,

di quanti, in nome di questo e d' altro ancora, hanno portato all' attuale situazione.

E, a costo di parere semplicistica, peggio di così… sarà dura trovare un' altra modalità peggiorativa. 

dmk

21:45
15 giugno 2009


Rose

Ospite

Ma la riduzione degli istituti superiori, significherà il licenziamento di molti insegnanti? In teoria, aumentando le classi nelle scuole rimanenti, gli insegnanti, o la maggior parte di essi, dovrebbe restare in organico (ricordo che negli anni '60 allo scientifico di Brescia, si arrivava fino alla sez. H, con classi di 30 e più alunni … non cascava il mondo e gli insegnanti riuscivano a mantenere l'ordine).

Poniamo il caso che si prospetti una riduzione del personale … ancora una volta c'è da chiedersi se stiamo parlando di quello che è meglio per gli studenti, cioè la loro educazione o se il problema sia la conservazione del posto di lavoro ad un esercito di bidelli e ad insegnanti, molti dei quali, come è stato detto da Ferni stessa e Daniela, non sanno fare il proprio lavoro.

Credo che sia il momento di applicare il concetto di meritocrazia, anche nella scuola.

21:53
15 giugno 2009


franco

Ospite

ecco un bell'esempio di democrazia, didatticamente e pedagogicamente parlando:

SCUOLA: GELMINI CONTESTATA, SALTA PRESENTAZIONE LIBRO di Bianca Maria Manfredi

MILANO – Tornano le proteste contro la riforma della scuola. Questa volta però non hanno la forma degli studenti universitari dell'onda ma di genitori e soprattutto insegnanti dell'assemblea delle scuole del milanese che hanno impedito oggi la presentazione al Mondadori Multicenter di Milano del libro di Mario Giordano '5 in condotta' con il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. I primi ad arrivare, quando la sala era già gremita, sono stati il direttore del Giornale e il presidente Mediaset Fedele Confalonieri, subito dopo è arrivato il ministro.

 Ma ancora prima che la presentazione iniziasse i rappresentanti dell' assemblea, cioé i genitori e gli insegnanti che si ritrovano intorno a Retescuole, si sono alzati in piedi con cartelli e bandiere gialle con scritto 'Vogliono distruggere la scuola pubblica. Io non ci sto' e 'Il governo dichiara guerra alla scuola pubblica. Io non ci sto'. Hanno distribuito pagelle in cui davano alla Gelmini zero in ogni materia e intanto hanno iniziato a parlare, a urlare 'vergogna', 'a casa', 'va a quel Pais', 'va' in Calabria furbettà, mentre qualcuno nel pubblico chiedeva di chiamare la polizia e di far uscire “i fascisti”.

Mario Giordano ha tentato di prendere la parola, ma invano, così l'autore del libro ha ringraziato “i fascisti nel pubblico che sono il male del Paese” e se ne è andato con il ministro e Confalonieri. Così i manifestanti sono usciti, pronti però a ripetere l'impresa in futuro. “Ci facciamo un punto d'onore – ha detto uno di loro, Paolo Limonta – di accogliere la Gelmini ogni volta che viene a Milano. Faremo di tutto per svuotare la riforma e fare in modo che non sia applicata”.

Dal canto suo, il ministro in un comunicato ha promesso che non si fermerà e continuerà a raccontare “le cose come stanno”. Ha liquidato le proteste come “battaglie strumentali” portate avanti da chi “difende una scuola indifendibile. La scuola – ha aggiunto – non è proprietà di un gruppo organizzato e rumoroso di sinistra, ma appartiene al Paese”. A sostenere la sua posizione è arrivato anche l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, che era fra il pubblico. Anzi l'europarlamentare è andato oltre e ha parlato di “fascisti rossi e di corporazione talebana”. La Mondadori in un comunicato ha denunciato il “pesante clima di intimidazione causato da un ristretto gruppo di facinorosi” ricordando che mai nulla di simile era capitato in una delle sue librerie. E lo stesso Giordano ha osservato che “evidentemente non è possibile parlare di scuola pubblica in modo sereno. Quando si impedisce di presentare un libro, la si dice lunga sullo stato della democrazia”.

f

21:58
15 giugno 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

eh, sì, sarebbe ora di tornare a parlare di merito

merito per gli studenti

merito per i docenti

merito per tutti

e considerare che merito non è una parola oscena

Chi lavora meglio e di più, si vede riconosciuto il merito del lavoro svolto.

dmk

22:16
15 giugno 2009


franco

Ospite

"…Credo che sia il momento di applicare il concetto di meritocrazia, anche nella scuola…"

"…e considerare che merito non è una parola oscena…"

Già, un principio che non si può non condividere;

anche se è la capacità di individuare il merito in termini oggettivi, che spesso diventa estremamente difficile.

Occorrerebbe un'attenzione ed uno studio dei criteri e metodi valutativi, che non sempre viene svolto in modo adeguato.

Troppo spesso ci si affida ad empiriche impressioni o ad arbitrari giudizi di chi, preposto a questo scopo, potrebbe trasformarlo in strumento di discriminazione se non addirittura di ricatto.

Ecco perchè è bene che si cominci se non altro ad affrontare finalmente il problema, che fino ad ora era blasfemo anche solo…nominare.

f

22:31
15 giugno 2009


Rose

Ospite

Si danno voti agli studenti … perchè non anche ai professori?

Io credo che nelle varie scuole, si conoscano i prof bravi e anche le 'schiappe' e i lavativi. Confused I presidi probabilmente sanno queste cose … no, Daniela?

22:35
15 giugno 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

ci sono studi fatti e rifatti, applicati, modificati, motivati, rimaneggiati che riguardano i "criteri" per una valutazione, il più oggettiva possibile, del merito.

Si sono realizzati standard di criteri applicabili che tengano conto di quante più variabili possibili. E' un lavoro in continuo fieri, perché le variabili cambiano. 

Solo per dire che il lavoro, non facile e che dovrebbe mirare ad uno standard europeo, è però concretamente fattibile. Al di fuori di impressioni superficiali, di simpatie o antipatie a pelle, di considerazioni personali o di personale successo. 

dmk

22:40
15 giugno 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

certo che sì, Rose. Come in ogni settore lavorativo, anche nella scuola ci sono ottimi docenti, quelli con una marcia in più, per intenderci, altri mediamente nella norma e i pessimi docenti, quelli che si son ricavati il loro posticino e mirano a scaldare la sedia dietro la cattedra, senza impegnarsi al di sopra del minimo necessario o addirittura fregandosene alla grande: "… tanto, per quel che guadagno, faccio anche troppo…" – una frase classica di costoro, sentita tante tante volte. Sentita e mai subita.

dmk

01:01
16 giugno 2009


fernirosso

Ospite

nessuno, fino ad oggi ha riconosciuto il merito di alcun professore sia che abbia lavorato come un dannato fino a tarda ora, anzi hanno sempre tagliato il monte ore che è risultato necessario.Quando mi sono rotta il piede per fare un lavoro che nessuno voleva fare pur di portare le scene da scuola a teatro, e la scuola ha vinto premi in denaro con la partecipazione ai concorsi, e serviva anche il facchinaggio, ho fatto pure quello, ci siamo sentiti dire che la scuola aveva dei finanziamenti oltre i quali non poteva andare.Il piede? Niente di niente quello che l'assicurazione ha pagato, per infortunio sul lavoro. E potrei andare avanti, insieme a numerosi colleghi , per giorni a parlare di prestazioni d'opera offerte oltre il lavoro per amore dei ragazzi e della scuola e niente e nessuno che abbia riconosciuto alcun merito e nemmeno ce lo si aspettava.Lo si facebva e basta. Ma è ora di finirla con questa storia  d è ora che si finisca di parlare di meriti quando non si sa come registrarli e riconoscerli,perchè realmente non c'è un modo per poterlo verificare. Un tempo c'erano le pubblicazioni, i lavori eseguiti, ma c'era anche la possibilità per farli.Oggi non è permesso nè riconosciuto. Si è fannulloni.

E inoltre se non lo hanno fatto, dopo averlo sbandierato per anni fino a oggi temo che, con i freschi che corrono, lo riconosceranno ancora meno. Alzare le ore a 20 o 22 per un professore, riducendo le sue di cattedra per ogni classe significa avere più classi da seguire e se le classi aumentano di numero signfica, e lo so per esperienza, seguire sui 200 ragazzi all'anno a testa, questo significa una mole di lavoro che non è uguale a quella dei docenti che ricorda la “dolcerose”.Qui di dolce non ci sono neanche le briciole.se ci si aggiungono i ragazzi con handicapp senza sostegno, cosa che un tempo non c'era, (e non per escluderli,ma perchè riconosco che necessitano di una guida costante) gestire classi come le nostre sarà impossibile.Come sarà possibile verificare un progetto se ci saranno tutti quegli allievi da seguire ?30 allievi per noi sono una cifra impossibile da gestire oppure si mette in conto che, assegnata la lezione, spiegata frontalmente, i ragazzi se la dovranno cavare da soli.Chi ce la fa oppure ha i mezzi econocmici per farsi aiutare andrà avanti…gli altri sostituiranno…i trattori, visto che i muli o i buoi non si usano da tempo!

Gli allievi non sono più quelli di una volta,credo che non ve ne rendiate conto.Le esigenze di conoscenza non sono quelle di una volta.Servono molte più abilità che la conoscenza del latino.

06:22
16 giugno 2009


Rose

Ospite

Cara Ferni, suvvia, non prendere sempre tutto di petto. Qui non abbiamo fatto altro che riconoscerei tuoi meriti e sono sicura lo facciano anche negli istituti dove hai profuso i tuoi sforzi nell'insegnare. La gratificazione più grande per un insegnante da sempre penso sia vedere la riuscita dei propri alunni, incontrarli a distanza di tempo e leggere l'affetto nei loro occhi, sentire le loro espressioni di gratitudine. Queste cose non hanno prezzo, vero? Scambieresti queste cose con 200 euro in più al mese? (oddio, che faccio adesso se mi dice di sì?) Wink

Non credo che tutto si riduca a fondi in più per la scuola. Non ci sarà investimento che convincerà i ragazzi ad impegnarsi maggiormente e ad apprezzare il privilegio che lo studio è in sè o che indurrà i genitori a tornare ad assumersi il ruolo di primari educatori dei figli.

Del resto, la storia insegna che si impara di più in tempi di congiuntura che in tempi di abbondanza e lassismo.

Inoltre, la società ci guadagnerebbe ad avere più artigiani ed agricoltori. Cosa c'è che non va in questi lavori?

fimato        'la dolcerose' Wink

08:49
16 giugno 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Gli allievi non sono più quelli di una volta,credo che non ve ne rendiate conto.Le esigenze di conoscenza non sono quelle di una volta.

ma tu credi sul serio, Ferni, che qui ed ora, noi non sappiamo che sia così? 

Scherzi, vero?

mi dispiace d' esser di corsa e di non potermi soffermare, magari riportando la mia personale aneddotica, anche se penso che  occorrerebbe prendere le distanze da specificità personali e incominciare a guardare al pianeta scuola in modo estensivo.

La valutazione dei meriti degli studenti esistono e, se mai, basta procedere ad un loro aggiustamento logico e funzionale (mi hanno chiamata ieri all' IRRE per dare una mano)

La valutazione dei meriti dei docenti è da farsi e non è cosa remotamente impossibile. 

I fannulloni ci sono, ogni dirigente ci sgrugna contro. E spezzare lance in loro favore costituisce un malinteso senso di corporativismo, un danno per tutti. Così come è dannoso stravolgere il concetto Fannulloni estendendolo a tutti: solito giochino dei fraintendimenti strumentali.  

dmk

10:35
16 giugno 2009


franco

Ospite

le considerazioni espresse finora, mi paiono più in sintonia di quanto alcuni accenti apparentemente polemici, non facessero inizialmente supporre;

si potrebbe quasi concludere che la scuola è realmente malata e che la sua patologia è di vecchia data, almeno a quanto è stato affermato da tutti;

si potrebbe inoltre ritenere che i "sintomi" siano stati illustrati in modo pressochè unanime;

Quindi parlare di indispensabile riforma, è quanto meno ragionevole e non vedo perchè debba suscitare sempre tanta ostilità pregiudiziale, quasi si trattasse di sciupare un oliato ed efficiente meccanismo e non un carrozzone fatiscente.

Mi permetto però di riflettere sul concetto stesso di scuola come "istituzione", perchè è l'autorevolezza della scuola in quanto tale che è stata sistematicamente e ideologicamente colpita e scardinata; in passato la "scuola", garantiva col suo stesso esistere, la necessaria autorità dell'insegnante, che non necessitava di dover imporre come una sua arbitraria esigenza, il diritto ad essere rispettato ed ascoltato; l'intera struttura concorreva ad aiutarlo in questo, che è poi una premessa indispensabile di ogni comunicazione.

Si è pensato che ciò che attiene all'autorità, fosse per questo classificabile come autoritario? Che il tracollo del mondo borghese, dovesse nascere da queste premesse? Che non ci fosse più necessità di differenziare ed evidenziare i meriti individuali?

Ok, siamo serviti;

E non è finita, i cortei dei rivoluzionari in grembiulino, hanno dilagato, accompagnati dai loro maestri e genitori ideologizzati, a difesa della migliore scuola del mondo; verrebbe quasi da dire…godetevela!

f

11:26
16 giugno 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Godetevela! sì. Ma tieni conto che a fronte di questi ci sono, meno male, tanti altri che sono insoddisfatti, genitori che si lamentano per la “mancanza di autorità” degli insegnanti ecc: e che si meritano una scuola diversa da questa palude in cui, proprio per i motivi che hai citato, la scuola si è trasformata.

Avevo notato anch' io che tutti qui si deprecava la condizione attuale del comparto istruzione: non c' era contrasto in questo.

Sono gli interventi possibili e/o attuabili che creano il contrasto.Wink

Solo che a furia di litigare, di discutere, di criticare, di mettere in dubbio, finisce che non si fa niente. Nulla. Nihil. Da 30 anni a questa parte è così.

dmk

13:49
16 giugno 2009


sandra

Ospite

Kiss Ciao a tutti. L'argomento della scuola mi interessa, perchè, pur non avendo figli, ne sento sempre parlare dalle mie amiche. Alcune prefieriscono mandare i bambini in scuole private SOLO perchè hanno riscontrato che in alcuni istituti privati c'è maggiore disciplina e rispetto per l'autorità.

Ho letto con attenzione tutti i vostri interventi. So che la signora admin ha operato come preside di una scuola per molti anni e penso quindi che abbia molta esperienza, sia riguardo alle problematiche degli studenti, che al rapporto coi genitori, che alla valutazione degli insegnanti.

Io sono la figlia di una 'figlia dei fiori'. Mia madre mi permetteva di scrivere sui muri di casa, per non 'reprimere' la mia piccola personalità. Spesso mi dico che sarebbe stata meglio un'educazione pià restrittiva e con qualche valore più definito. Probabilmente, avrei le idee più chiare adesso. Frown Vabbèh… Ciao a tuttiiiii Kiss

14:25
16 giugno 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Sandrina, ti bacchetterei sulle manine!Wink

Va bene, scoperti gli altarini…, non ci sono più i presidi, adesso si chiamano dirigenti e, d' accordo, ne ho viste di tutte e di più.

E' stata dura, per me, ma – molto di più – per gli altri, non lo nascondo, considerata la mia natura “rigorosa”Yell, chiamiamola così. Ma i risultati sono stati ottimi (e ne sono ancora orgogliosa), anche grazie a uno staff di supporto di prima qualità che mi ha seguito in scelte “contro” l' andazzo comune, nello spirito che molte cose andavano cambiate, che non si poteva più star lì a maledire la mancanza di fondi, ma occorreva rimboccarsi le maniche e cercarseli, fosse anche lavorando come muli a progettare per attingere ai fondi europei. Cosa che é stata fatta. Con successo, anno dopo anno. 

C' erano i colleghi “gaglioffi”, quelli che ti lasciavano i corsi scoperti una volta, due volte, tre volte: non esisteva la quarta volta. 

Quelli che se ne impipavano bellamente di predisporre materiali nuovi e andavano a rovistare fra le ragnatele degli anni precedenti o a chiedere ai "fessi" (quelli che li preparavano) di poterli fotocopiare.

Quelli che di “insegnamento individualizzato” non ne volevano sapere (”sai che fatica seguirli a questo modo!”)

Quelli del “quel che so basta e avanza, per questi qui”

Quelli del “poverino!  è da premiare con un 8 (e sapeva da 6) perché è così buono! e poi ha alle spalle una situazione degradata!): e le competenze? le vogliamo considerare le competenze?

Quelli del “non la si può mandare avanti! arriva alla sufficienza, ma che figura ci faccio io con la Prof X che si vede arrivare in 1° liceo una mia allieva della V ginnasio così fragile? Bocciatela!”: oh, la figuraccia! la competizione pseudo professionale! e all' alunna chi ci pensava?

Quelli che facevano politica, no, ideologia, in classe, e tiravano l' acqua a determinati mulini: a – moralità comportamentale, mancanza di professionalità 

Quelli che volevano l' orario su misura, il sabato sempre libero, magari anche il venerdì (ci hanno provato, sì)

Poi c' erano quelli splendidi, che ci credevano in quel che si faceva ed erano di destra e di sinistra, ma tutti intelligenti e sapevano, dalla diversità, estrapolare un mix vincente. Ottime offerte formative. Ottimi comunicatori.  Disponibili sempre. Duri quando occorreva.

Peccato siano stati così pochi. 

dmk

14:36
16 giugno 2009


Rose

Ospite

Ringrazio Sandra per aver messo Daniela in condizioni di parlarci delle sue competenze. Lei è sempre stata troppo modesta, a questo proposito Kiss

14:52
16 giugno 2009


stella

Ospite

Sono ormai fuori dal mondo della scuola per poter azzardare dei pro o dei contro.

Sentendo amiche insegnanti non vorrei essere al posto loro.

Credo che le bravi insegnanti come Ferni o Daniela lo siano diventate perchè hanno studiato, sperimentato, si sono aggiornate per conto loro non certo grazie all'università o alle scuole che hanno frequentato.

Io preferisco fare un passo indietro e tornare a rispolverare il ruolo vero della famiglia.

La famiglia non può pretendere di delegare tutto alla scuola deve riappropriarsi del suo valore educativo.

Se la scuola viene presentata al bambino fin da subito come luogo in cui crescere intellettualmente e moralmente verrà quasi naturale comportarsi con senso del dovere e rispetto.

Genitori troppo permissivi, iperprotettivi  hanno fatto qualche danno anche all scuola.

Mio figlio mi rinfaccia ancora di averlo "costretto" a chiedere scusa all'insegnante d'italiano per una "parolina"di troppo che gli era sfuggita.  YellYell

Una cosa mi consolaWink vedere che,ora , con molta dolcezza Wink, non lascia passare le marachelle o i capricci della figlia.

HIIIIIIII…….anche lui-loro riceveranno dei……. "rinfacci"………ma con un sorriso a denti stretti….. di gratitudine.

Non è facile e non è semplice , non si nasce "imparati" , si fanno tanti errori ma almeno ci si dovrebbe sforzare di fare la propria parte di educatori, riforme o non riforme.

15:02
16 giugno 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Per quello che mi riguarda, Stella, devo dire che ho avuto ottimi insegnanti (scuola pubblica, ancora impostata sulla Riforma Gentile), dalle elementari al liceo. All' Università sono arrivata strapreparata, tanto che mi è parsa un “ripasso”Laugh

Ma certo non è bastato, per diventare insegnante. L' esperienza, il continuare a studiare, la voglia di approfondire, e tanti altri fattori, fanno di un laureato un insegnante. E poi occorre la passione.

Mi riservo di intervenire sul ruolo della famiglia, ma anticipo che sono d' accordo con quanto scrivi.

dmk

16:55
17 giugno 2009


Manfredi

Ospite

alcuni – diversi – psicologi affermano che i genitori di oggi sono permissivi, perché si sentono in colpa poiché non sono presenti nella vita dei figli come un tempo. Credo che ci sia della verità. A livello inconscio, può essere che i figli vengano tanto accontentati proprio per colmare un eventuale senso di mancanza di attenzione. 

non si può neanche dimenticare tutta una posizione applaudita e coralmente sostenuta, che si è fondata sullo sfondamento del criterio di autorità familiare a favore di altri criteri, più "amichevoli". Il che poteva anche avere un suo valore, se non portato all' esasperazione.

Alla fine si è potuto, volendo, vedere che venivano tolti ai ragazzi punti di riferimento sicuri, certezze su cui costruirsi. Troppo, troppo cameratismo genitori – figli non ha giovato.

Benjamin Spock (Common Sense Book of Baby and Child Care), forse il più famoso pediatra statunitense, sostenne la necessità di un grande permissivismo da parte dei genitori.

negli anni – sulla base degli effetti devastanti del permissivismo ad oltranza poi verificato nella crescita dei bambini – Spock rivide drasticamente la propria tesi. 

Ma la marea fu inarrestabile.



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