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Gli anni 60 al cinema

UtenteMessaggio

11:39
9 marzo 2010


lucia

Ospite

12:49
9 marzo 2010


Carmen

Ospite

Purtroppo da qui non posso vedere il video, ma Anna Magnani ha rappresentato un cinema che non morirà mai per la peculiarità, soprattutto, della donna romana che sapeva interpretare a perfezione. Era una Grande.

A dir il vero, oggi giorno, certi attori sembrano recitare senza quella particolarità,  che caratterizzava il cinema italiano di un tempo. Sembra che la scuola di recitazione oggi lasci lo stesso stampo sugli attori, manca a mio avviso la personalizzazione nel recitare. Non so, non sono esperta di cinema, ma certo gli attori di una volta avevano un modo diverso di recitare, oppure forse i problemi sociali e la realtà era interpretata in altra maniera. O, forse ancora, gli attori di oggi si sono troppo americanizzati.

Grazie, Lucia!

16:17
12 marzo 2010


Filippo

Ospite

e di questo? vogliamo parlarne?

19:25
12 marzo 2010


Manfredi

Ospite

1963, un film di Pietro Germi

Agnese, sedici anni, viene sedotta dal fidanzato della sorella Matilde. Il babbo pretende le nozze riparatrici, ma il seduttore nicchia. Costretto con le maniere forti, quando l'uomo accetta è Agnese a rifiutare. Il gentore non demorde e la giovane minaccia di rinchiudersi in convento.

Il film cercò di bissare il grande successo di "Divorzio all'italiana", sempre di Germi. Le concessioni al macchiettismo da commedia nostrana finiscono per essere, nelle mani dell'autore, addirittura funzionali all'equilibrio del racconto. Il personaggio di Leopoldo Trieste, "simpatizzante" (e non esperto) di pastasciutte, è memorabile, come tutte le macchiette e i personaggi secondari.

http://www.film.tv.it/

Agnese è l' unica figura onorevole di tutta la vicenda: rifiuta davanti al pretore di accettare il matrimonio riparatore con il vigliacco Peppino (matrimonio a cui sarà "costretta" dal giuramento estortole dal padre sul letto di morte…)

L'analisi che Germi conduce della Sicilia degli anni '60 è impietosa e dura, di molti personaggi si condanna la falsità e l' ipocrisia. Viene criticata la concezione del "matrimonio riparatore". Non solo: si pone l' accento del concetto stesso di "onore" che diventa egoistico fino a pretendere il sacrificio anche dei propri figli.

00:23
13 marzo 2010


lucia

Ospite

La trama: il barone Ferdinando Cefalù, detto Fefè, si innamora della cugina diciottenne Angela. La ragazza, spigliata e moderna, ricambia l'amore del barone ed è pronta a sposarlo. Purtroppo Fefè è già sposato con Rosalia, donna brutta e gelosissima che non lascia mai un attimo il marito e lo sfinisce con le sue apprensioni. Ai due amanti viene in aiuto l'arrivo inaspettato di Carmelo Patanè, un pittore di poche speranze di cui Rosalia era stata profondamente innamorata in passato. Nonostante Rosalia sia una moglie fedele e integerrima Fefè tenta di riavvicinarla con diversi stratagemmi. Alla fine la macchinazione riesce e Ferdinando, colta in flagrante adulterio Rosalia con Carmelo, la uccide. Appoggiato dall'articolo 587 del codice penale che allora giustificava il cosiddetto delitto d'onore, Ferdinando è accusato e condannato a una pena molto breve. Uscito dal carcere, nella generale approvazione dei concittadini che lo vedono come un esempio da seguire, Fefè può finalmente sposare Angela. Peccato che di lì a poco la giovane e bella cugina inizi a essergli infedele.

La prima commedia di Pietro Germi doveva essere una storia drammatica, ispirata ad alcune vicende italiane di cronaca nera che raccontavano di delitti d'onore compiuti da mariti traditi e da donne disonorate.
"Stavo pensando da tempo a un film sul matrimonio in Italia", ricorderà il regista. "I soggetti non mancavano di certo, se ne trovavano a decine sui giornali ogni mattina, fatti di cronaca, qualche volta pittoreschi ma per lo più tragici. In Italia i matrimoni male assortiti vanno a finire spesso in tragedia, con maggior frequenza che in altre nazioni proprio perché qua da noi vigono ancora dei costumi medievali che sono troppo in contrasto con la realtà che stiamo vivendo. Pare che certi uomini non si rendano conto che il tempo passa e si illudano con quattro rivoltellate di poter inchiodare le sfere dell'orologio. Può esserci una cosa più assurda del delitto d'onore?"

00:32
13 marzo 2010


lucia

Ospite



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