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TEATRO DEL LEMMING- Massimo Munaro

UtenteMessaggio

16:23
6 gennaio 2010


fernirosso

Ospite

Altro genere, altra ricerca, altra postazione in cui l'attore si mischia, in tutte le accezioni di mischia , con il pubblico, che partecipa in gruppi, non in grandi numeri, addirittura da solo, uno alla volta, vivendo il suo percorso,separatamente dagli altri che aspettano e non sono spettatori di ciò che a lui avviene.

ci sono ancora tre filmati…tutti da vedere,secondo me. Questo anche è un gruppo che conosco personalmente, bene: Massimo è fratello di quel Marco Munaro con cui collaboro.

18:50
6 gennaio 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Sono andata a fare un po' un giretto per trovare – vedere qualcosa ancora su questo teatro.

Mi sono parse "adeguata" (abbastanza), queste parole:

… coniuga, all'interno di originali strutture narrative, gli aspetti puramente evocativi consoni al linguaggio teatrale. La parola ha perso centralità, non c'è un testo che preceda la messa in scena: il dato visivo, la presenza fondante della musica, l'uso dei corpi nello spazio scenico quasi a disegnare misteriosi geroglifici, tutto concorre a costituire un lavoro in cui i segni hanno già valore di significato.  

Ho visto che oggi é andato in scena, al Teatro Studio di Rovigo, Momo (per il teatro dell' infanzia).

Lo spettacolo è liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Michael Ende. La storia di MOMO è quella di una bambina che, con la forza dell'innocenza e dell'immaginazione, si ribella ai ritmi di vita e alla freddezza della società moderna. Quest'avventura, seppur piena di pericoli, permetterà alla bambina di incontrare figure importanti e di scoprire i segreti del Tempo. Con questo romanzo Michael Ende difende i valori dell'infanzia e rivela l'inconsapevole saggezza dei bambini. Per la piccola Momo, infatti, la fantasia, il saper ascoltare, il saper dare attenzione alle piccole cose, il prendersi cura, diventano armi vincenti contro la frenesia e il consumismo della società "dei grandi". 

dmk

22:52
6 gennaio 2010


Elina

Ospite

leggendo e guardando gli altri filmati presenti in rete provo a riassumere gli elementi che saltano "all'occhio":

l'uso degli oggetti, la manipolazione di vari materiali, un teatro "parlante" con la volontà di creare una  intimità profonda fra gli attori sulla scena così come fra questi e il pubblico

La necessità di coinvolgere gli spettatori, stimolandone tutti i cinque sensi, scuotendoli da un ruolo "passivo"

un teatro "pedagogico"?

23:24
6 gennaio 2010


sandra

Ospite

Però bisogna anche trovarli gli spettatori disposti a farsi sballottare così .Wink Non è un pubblico convenzionale, quello che frequenta questi spettacoli.

15:40
8 gennaio 2010


fernirosso

Ospite

lo spettatore è sempre attore poiché vede ascolta e sente,registra ed è regista della messa in scena che alleste in sé, dovuta a ciò che lui è.Dunque ogni spettacolo è sé che vede, è sé che agisce, il fatto è che non ne prende consapevolezza,questo è ciò che invece questo genere di azione teatrale ti porta a fare. Provare per credere. Telefonate e prenotate il vostro Edipo e pòoi ne riparliamo.Dioniso invece si vede in gruppo, non ricordo se cinque o sei,ma..è un'altra situazione.Edipo invece ti dis-abilita all'ascolto. Ciao, ferni



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