Sono andata a fare un po' un giretto per trovare – vedere qualcosa ancora su questo teatro.
Mi sono parse "adeguata" (abbastanza), queste parole:
… coniuga, all'interno di originali strutture narrative, gli aspetti puramente evocativi consoni al linguaggio teatrale. La parola ha perso centralità, non c'è un testo che preceda la messa in scena: il dato visivo, la presenza fondante della musica, l'uso dei corpi nello spazio scenico quasi a disegnare misteriosi geroglifici, tutto concorre a costituire un lavoro in cui i segni hanno già valore di significato.
Ho visto che oggi é andato in scena, al Teatro Studio di Rovigo, Momo (per il teatro dell' infanzia).
Lo spettacolo è liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Michael Ende. La storia di MOMO è quella di una bambina che, con la forza dell'innocenza e dell'immaginazione, si ribella ai ritmi di vita e alla freddezza della società moderna. Quest'avventura, seppur piena di pericoli, permetterà alla bambina di incontrare figure importanti e di scoprire i segreti del Tempo. Con questo romanzo Michael Ende difende i valori dell'infanzia e rivela l'inconsapevole saggezza dei bambini. Per la piccola Momo, infatti, la fantasia, il saper ascoltare, il saper dare attenzione alle piccole cose, il prendersi cura, diventano armi vincenti contro la frenesia e il consumismo della società "dei grandi".