“Chardin è pittore unico, nella storia dell’arte, che attraversa secoli, temi e modi. Peccato ridurlo soltanto il centro di un prisma di riferimenti incrociati e citazioni altrui, salti di secoli, modelli, intuizioni, premonizioni”
I contemporanei sostenevano che, nell’opera di Chardin, non esisteva evoluzione. Si riferivano alla tecnica, che sfuggiva fino in fondo alle loro capacità di giudizio”.
E ancora: “L’artista dipinge e ridipinge nell’esecuzione delle sue tele, fino a quando non ritiene di avere raggiunto la perfezione e la voluta spontaneità dell’immagine. Senza nessun disegno preparatorio per giunta. D’altra parte il suo stesso metodo di lavoro, che prevede il dipinto dal vero, la diretta esecuzione del quadro davanti al modello, esclude di norma qualsiasi disegno fatto a priori. In un periodo in cui l’immaginazione è ancora l’unica ricetta possibile per poter eseguire un’opera d’arte come si deve, l’immediatezza di Chardin, che invece di inventare il suo soggetto lo copia, viene considerato solo bravo esecutore. Pensare che un secolo dopo la sua insistente necessità di riportare sulla tela immagini e luci, forme, chiari e scuri tali quali gli si mostrano, sarà presa ad esempio dagli impressionisti”
Da: http://www.palazzodiamanti.it
Mostra: Chardin, il pittore del silenzio
Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 17 Ottobre 2010 – 30 Gennaio 2011


Jean Siméon Chardin: Le bolle di sapone o Ragazzo che fa le bolle di sapone, c. 1734 Olio su tela, cm 93 x 74,6 Washington, National Gallery of Art. Dono di Mrs. John W. Simpson