

“La materia dovrebbe essere un prestito che la vita fa all’anima, perché essa possa vivere le sue esperienze terrene. Dopo l’esperienza l’anima restituisce il corpo a madre Terra, non ne ha bisogno per far ritorno alla grande Anima a cui appartiene e che le appartiene.
Il distacco dal terreno è sempre doloroso dopo la lunga, a volte anche corta, convivenza con il corpo; dopo un investimento sulla materia che non andrebbe fatto, perché la materia svanisce insieme al suo tempo.
Doloroso è anche per chi resta, perché i cinque sensi perdono potere ed importanza.
Rimane la certezza della fede e la fiducia nell’esistenza dell’anima, la percezione della sua poesia, che sopravvive al vissuto.”
Tutto si compie fra le dita del tempo
a plasmare vite, carezze dall’infinito
e graffi di sopravvivenza
al ricordo sbocciano rose e le porgo
sull’altare dell’anima
petali e spine a celebrarci
passano stagioni ma una resta:
la stagione della memoria, la improfumo
e fiorisce al canto sommesso della vedova
è musica per l’incompiuto, per il silenzio
per una tomba.
Oltre al cancello danzano leggere
fanciulle vestite di farfalle come è giusto sia
che luce le protegga dalle oscurità oscene,
che indossino la vita come fa la sposa
con il suo velo.
Tutto s’è compiuto fra i petali della rosa,
che tanto ti piaceva.
Carmen