Sottili e labili scie
disegnatesi sullo specchio
d'un Cosmo immane
polvere d'astri
caduta come fertile pioggia
su un pianeta appartato
dell'ultima galassia
sul margine estremo
dell'Universo
Appena ieri
Guizzi lungo distese
di mari e oceani profondi
cellule incrociatesi
come per caso
fondali d'alghe
un pulsare di vita
un vibrare incessante di pinne
febbrile ansia di crescere
di sopravvivere per istinto
Esseri risaliti dall'acque
tracce sull'umida rena
orme incerte su per i boschi
frutta e semi raccolti
e poi carne inseguita
e vinta
Il sapore del sangue
Impronte nella polvere
di sentieri corsi nel buio
emozioni
percezioni
esperienze
armi brandite urlando
il senso della morte
l'idea d'essere
esistere amare e morire
liriche scritte cogli occhi accesi
piramidi e grattacieli
crescente ingegno
il concetto dell'unione
ma radicato l'impulso assassino
fino ad ergersi come possente
razza dominatrice
Genia divina
devastatrice
E infine ancora strisce
lungo i cieli studiati
di millennio in millennio
esili ponti lanciati nello Spazio
alla conquista di lune ignare
di mondi irraggiungibili
diaspora della stirpe d'un uomo
fatto ad immagine e somiglianza
d'un Dio onnipotente
o gesto vano
d'un germe cosmico
Un solo unico istante
d'esistenza
e non siamo che stinte strie
d'arida polvere
spazzate via dal Tempo