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omaggio allo sconosciuto

UtenteMessaggio

00:53
15 settembre 2009


borablu

Ospite

 

Forse

è meglio tacere

quando

il coltello sacrificale

fruga

fra le tue viscere

teso ad uccidere

le nostalgie

di presenti aurore.

 

Ci sono troppe are

pronte

a raccogliere

il nostro sangue.

 

C’è, sotto il sole,

un’abbagliante pietra

aperta

ad assorbire

l’irrefrenabile sorgente

del mio voler essere

sorgente.

 

 

C’è la mia ragazza

che mi aspetta

ad un incrocio di vie

che non conosco.

 

21:42
15 settembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Ci sono troppe are

pronte

a raccogliere

il nostro sangue.

è vero. A volte si ha l' impressione di non averne a sufficienza, di sangue.

Ma c' é il mio

mio voler essere

sorgente

e c' è la "ragazza" in attesa, e importa fino a un certo punto che le vie siano sconosciute.

Una riflessione profondamente sensibile sui percorsi che tutti ci toccano, sull' imprevedibilità della via, sul costo dei nostri passi. E una speranza. La speranza.

Con gratitudine, caro Mario.

dmk

21:50
15 settembre 2009


Manfredi

Ospite

densamente sofferta, dubbi che si mischiano a voti sacrificali offerti sull' ara del vivere

vita che mai s' acquieta e cessa di chiedere…

pietra sacrificale

22:12
15 settembre 2009


Elina

Ospite

versi profondi e intensi

uno sguardo poetico chiaro e aperto ad una nuova non fuggevole speranza

un caro saluto, Elina

23:52
15 settembre 2009


borablu

Ospite

ara del sole (Machiu Pichiu)

grazie amici vicini

09:17
16 settembre 2009


Rose

Ospite

Il titolo di questa poesia mi ha ricordato gli Ateniesi del primo secolo che, nella loro tolleranza religiosa, esaurite tutte le divinità locali, avevano dedicato un tempio "al dio sconosciuto" (Atti 17:23).

Viene da chiedersi a cosa stiamo sacrificando tanti sforzi che facciamo … ma siamo alle usuali domande esistenziali sul senso della vita e delle nostre azioni.

Interessante il contesto e le immagini che evochi, Mario.

Mi sono piaciuti in modo particolare i versi:

"l'irrefrenabile sorgente

del mio voler essere

sorgente"

e l'attesa della ragazza all'incrocio che non conosci. Kiss

13:19
16 settembre 2009


sandra

Ospite

Trooooppo triste la tua poesia, zio Mario! Cry Meno male che c'è la tua ragazza che ti aspetta…

Non sarà la Hanny? Surprised Ah no, lei si fa aspettare. Wink Scusami, dico qualche sciocchezza per farti sorridere. WinkKiss

21:32
16 settembre 2009


Manfredi

Ospite

scusa se te lo domando, Mario: sei stato a Machiu Pichiu?

che spettacolo deve essere!

01:34
17 settembre 2009


borablu

Ospite

Si, Manfredi, sono stato anche là.

L'ho vissuto come un rapimento mistico intraducibile.

Emozioni che non si possono tradurre, nemmeno sopo molti anni.

Anche perchè non devi spiegarti nulla: puoi solo portare quel momento dentro di te.

14:24
17 settembre 2009


Manfredi

Ospite

lo immagino, esperienza mistica resa possibile dal connubio fra la collocazione del luogo (lo scenario, il background ecc) e tutto ciò che il luogo, per le sue origini, la sua storia, il suo mito, richiama a sé. 

pensa che io già "parto" in sensazioni solo guardandolo su google earth…



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