Molto apprezzata, Omar, anche nella resa dei versi di Tagore che mi piacciono molto e vado a riproporre:


Perché si spense la lampada?
La coprii col mio mantello per ripararla
dal vento, ecco perché la lampada si spense.
Perché appassì il fiore?
Con impeto d'amore me lo strinsi al petto,
ecco perché il fiore appassì.
Perché il ruscello inaridì?
Vi misi una diga di traverso,
ecco perché il ruscello inaridì.
Perché si spezzò la corda dell'arpa?
Forzai una nota oltre il suo potere,
ecco perché la corda dell'arpa si spezzò.
(Rabrindanath Tagore)
Mi pare che Tagore sottolinei come molto in questo mondo, dipenda da noi. Non sono le azioni dell' uomo che influenzano gli eventi, spesso li forzano?
Poi… il Fato, il Destino, l' antica Тύχη. E la domanda di sempre: é l' uomo artefice o è soggetto al destino? Ognuno trova la sua personale risposta, credo. Così ha fatto Tiziano.
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“… Ci rifiutiamo di stabilire un'opposizione di principio tra le due serie di fattori etiologici (quelli costituzionali e quelli accidentali), ammettiamo invece che esse agiscono sempre congiuntamente nella produzione dell'effetto osservato. Daimon kai tuke (patrimonio naturale e fato) decidono il destino di un uomo; di rado, forse mai, una sola di queste forze”.
S. Freud (1912): Dinamica della traslazione.