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Utente Messaggio
02:39 25 giugno 2009
borablu
Ospite
Non sono riuscito
a sentire
che pochi attimi
mi hanno diviso
dalla morte.
So
di un breve dolore fisico,
so, forse, di un momento
di paura.
Ma non so
altro.
Era come
se la morte
non mi appartenesse.
Ho continuato
ad esistere
come prima.
Ma so che lei verrà.
Ma so, soprattutto,
che non le lascerò
inquinare
l’acqua del mio fiume.
Ne’ il riflesso
del sole
sugli occhi
del mondo.
07:04 25 giugno 2009
Rose
Ospite
Laudato sì mi Signore, per sora nostra Morte corporale
da la quale nullu homo vivente pò skappare”
Difficile avere un' un'accettazione così francescana della morte, ma è importante la determinazione di apprezzare ogni cosa bella che la vita può donarci … fino al momento estremo.
“so che non le lascerò inquinare l'acqua del mio fiume.
Né il riflesso del sole sugli occhi del mondo”.
08:56 25 giugno 2009
stella
Ospite
Hai ragione Rose non è facile accettare la morte ma riuscire ad apprezzare la vita e tutte le sue ricchezze è già un modo per esorcizzarla.
Fino alla fine vorrei "non inquinare l'acqua del mio fiume".
Un detto popolare recita "Non voglio che la morte mi colga in pigiama"
Vorrei avere sempre il vestito più bello, essere pronta per un ballo, con il sorriso e la gioia negli occhi.
Lo sguardo vivo sulle montagne e non vedere l'orizzonte sul mare.
Mario hai saputo cogliere con puntualità una delle grandi paure dell'uomo.
09:51 25 giugno 2009
Gio
Ospite
Era come
se la morte
non mi appartenesse.
…si, con essa perdiamo la nostra "unicità"…ci fa diventare "replicanti".
Mario la tua serenità e lucidità mi conforta facendomi apprezzare ancor di più la vita, grazie per questi versi di grande riflessione.
22:46 25 giugno 2009
Manfredi
Ospite
serenità, sì
lucidità, certo
e forza, grande forza di cuore e di spirito in una sfida:
Ma so, soprattutto,
che non le lascerò
inquinare
quasi un proclama. Bravo, Mario.
00:16 26 giugno 2009
borablu
Ospite
Bravo a te, Manfredi: hai colto un contenuto forse voutamene non sottolineato.
Grazie a te e a tutti.
Vi abbaccio.
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