daniela manzini kuschnig' s weblog

A che serve centrifugarsi l'anima e
tradurre l'indefinito sul foglio
quando sento il cigolio dei vagoni
sulla ruggine di una vita monca

tiro su col naso, perché mi manca il fazzoletto
quando serve, libero il pensiero dal guinzaglio
sono pronta

(ho messo nella valigia i Cento anni di solitudine
tra Foglie morte e l'Occhio di un cane azzurro) 

e rincorro me stessa come fa l'ombra
quando c'è luce

ho sete e non bevo,
le cascate del Niagara non potrebbero ostacolare
il deserto che in bocca mi avanza

taccio (sì, è meglio tacere)

porto il giorno a tracolla
e stringo in mano il mio bagaglio

(l'amico mi aveva detto di proseguire)

proseguo

un passo dopo l'altro, arrivo al confine
e lì mi fermo a meditare.

Carmen

Nota:
Piccola dedica a Gabriel Garcìa Marquez

libero il pensiero dal guinzaglio 

da ogni condizionamento e allora si può fare sul serio la valigia e andare in libertà a trovarsi…

non ho un buon rapporto con il "fare la valigia"

finisco per metterci dentro cose inutili e dimenticare quelle esseziali

il testo propone la necessità di cercare "l'essenza" delle cose oltre il fardello quotidiano di infinite, ripetibili azioni che compiamo

ciao Carmen