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Elaborazione dell'Infinito

UtenteMessaggio

18:24
9 settembre 2010


Carmen

Ospite

Il dopo.
C’è odore di fatica
sulla camicia,
ci dormo un mese intero.
Lui la indossava
la sera precedente.

Lo stordimento
Quando lei viene in punta di piedi
è per non fare rumore, si prende
l’anima e lascia l’involucro vuoto;
quando ti svegli e senti che fa freddo
pensi
che sia arrivato l'inverno;
quando ti alzi anche tu in punta di piedi
per non svegliare di soprassalto
chi ti sta accanto;
quando vedi un uomo che non è
più uomo (si chiama cadavere),
che par che dorma,
quando lui resta indifferente
per la prima e l’ultima volta, capisci
che hai a che fare con qualcosa di
abnorme, più grande della stessa vita
ti senti invadere dall’impotenza
di fronte all’abbandono;
quando succede tutto questo, la tua anima
ti ordina di piegare il corpo e ti dice
di venerare in ginocchio la morte;
quando tu credi che sia silenzio e non senti
il grido che precede l’angoscia
ti viene in mente che adesso sei in un mondo
diverso;
quando  poi interviene la mente e ti chiude
in una stanza blindata e dalla finestra osservi
un’altra donna
tutto questo è stordimento, una pausa
che scorre tra la vita e la morte, dove il vento
scompiglia l’esistenza tranquilla in un vortice
di avvenimenti.

La rabbia
Arriva in soccorso la rabbia a scansare
di botto lo stordimento. Essa è preziosa.
Ti fa alzare i pugni a Cristo e dici a Cristo
di starti lontana. Te la prendi con Lui,
perché gli uomini sono poca cosa
di fronte al grande Evento.
Cerchi un colpevole ad una morte
senza colpevoli.
Ti riprometti di non fare violenza a te stessa.
Quello che vuoi lo farai, senza indulgenza.
Scorrono errori come un rosario. Ti inventi
una preghiera blasfema. E Pensi.
Pensi che dalla vita hai tutti i diritti, visto che
non è stata capace di essere più forte della morte.
Il Faro sulla scogliera s’è spento, chiuso per
fallimento.

La negazione e il senso di colpa
e rinneghi la donna che eri. Ne partorisci
un’altra, quella latente, che avevi dentro.
E non lo sapevi.
Vorresti partire lontano per dimenticare
ma non puoi, perché la mente ti accompagna
dovunque tu vada.
Cerchi in ogni uomo le cose perdute, oppure presti
un po’ di vita, tanto agli altri avanza, senza una ragione precisa.
Ma. Gli uomini succhiano energia. 
Non ti curi dei giudizi, perché gli uomini sono poca cosa.
Eppure hai colpa per aver dato troppo ad un mondo.
Irriconoscente.

La consapevolezza nasce dopo il consenso
La nuova donna ti piace. Non è devota come l’altra,
che non aveva coraggio  di tradire per essere fedele
a se stessa. L’irruenza si placa con il consenso dei fatti,
così come sono. Apprezzi la solitudine e accetti
l’indispensabile. Fai pace con Cristo
e intuisci il senso della vita,
capisci che è la sorella siamese della morte.
L’una non può esistere,
senza l’altra.
E quando succede non è retorica. Solo la teoria è retorica.
C’è una vocina che ti chiama. Vuole uscire dal di dentro
e prendere forma. Ti fa capire che Poesia è vita, ma è anche morte.
Diventa la tua nuova compagna.
E’ un gioiello prezioso incastrato nelle viscere di qualunque cosa.
E così ti senti di stare su un gradino più in alto
di chi non ha dormito con la morte.
E’ la presunzione di una rara Poesia,
Il dolore che apre  i cancelli all’infinito.
E, tu, prosegui, senza premura.

 

Carmen

p.s.
Non so se è poesia, io la definirei “prosia”, quella cosa che sta tra la prosa e la poesia, e non sapendo dove postarla, l'ho pubblicata qui. Mi trovo più a mio agio con la “prosia”, perché mi sento più libera di esprimermi, senza regole poetiche.


19:36
9 settembre 2010


admin

Amministratore

messaggi3520

Va benissimo qui, Carmen ed è, anche per me prosia. Prosia dell' elaborazione del lutto, della trasformazione di fronte alla morte, descritta passo passo con fermezza e lucidità introspettiva. Grazie.

E così ti senti di stare su un gradino più in alto
di chi non ha dormito con la morte.

dmk

23:38
9 settembre 2010


Carmen

Ospite

mia cara Daniela, considero molto il tuo commento, Grazie Daniela, per me i commenti sono un confronto importante!

Dolce notte!

Carmen



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