daniela manzini kuschnig' s weblog

Hanno scavato dentro al silenzio
fino ad arrivare al grezzo di se stesse
dove s'è elevato un canto, il canto del silenzio,
sono donne che sanno
ed è meglio tacere
 
altre con unghie incarnite dal tempo
stanno sedute su pietre serene,
guardano lontano quando figliano
verità e bugie, sanno
ed è meglio tacere
 
donne vissute sui tacchi a spillo
hanno spremuto i sogni a sangue
donne dai cuori di marmo
solo una volta hanno pianto
donne che sanno e stanno in silenzio
 
perché, dai lividi di cento lune
non aspettano più neanche il sole
proteggono le più belle dal ruvido rumore
quelle più belle non sanno,
e vivono di rose l'inverno.
 

Carmen 

estremamente interessante per il contenuto, per le immagini metaforiche e, in generale, per il linguaggio.

"le unghie incarnite" si contrappongono alle "pietre serene", con un effetto di lacerazione verbale.

"sogni" spremuti "a sangue": altra contrapposizione ad effetto. la materia dei sogni, solitamente lieve e immaginifica si snatura nella immagine del sangue dove perde la sua levità e si concentra nel mondo reale. si passa in un attimo, a livello psicologico, dal piano astratto a quello concreto.

l' ultima strofe è, di per sé, un canto, una storia concentrata in pochi versi, ma colma di consapevolezza umana. complimenti.