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NEL PADIGLIONE SEGRETO DI MOZART: Il mito di Iside e di Osiride. – Parte seconda -

UtenteMessaggio

07:53
1 marzo 2011


OmarBunfai

Ospite

“ Nella notte dei tempi, il Re Osiride, una volta salito al trono d’Egitto, riesce a civilizzare e a istruire il suo popolo alla coltivazione dei cereali, senza far ricorso all’uso della forza.
L’amore dei suoi connazionali, unito a quello della sua sposa, la Regina Iside, fa di lui un dio felice.
Uno stato di gioia che ben presto scatena l’invidia e la rabbia di suo fratello Seth, pronto a tradirlo per strappargli la corona.
L’occasione buona, per l’invidioso, arriva durante un banchetto organizzato per festeggiare il ritorno in patria di Osiride dopo un lungo viaggio.
In compagnia di altri settantadue congiurati, Seth si presenta al ricevimento con una cassa di legno, intarsiata con grande raffinatezza e soprattutto costruita con le stesse misure del sovrano Osiris.
Alla vista del grosso cofano, tutti i presenti al festino si mostrano ammirati e si complimentano con Seth. E questi promette che regalerà la sua opera a chi di loro riuscirà a entrarvi e a occuparla perfettamente.
Uno a uno tutti provano ad aggiudicarsi l’ambito premio, fino a quando viene il turno di Osiride che, come Seth aveva predisposto, si adagia alla perfezione nella cassa.
Poi tutto si compie nel giro di pochi istanti.
I settantadue congiurati si precipitano sulla bara e ne chiudono a forza il coperchio, sigillandolo con chiodi e piombo fuso.
Se lo caricano sulle spalle e lo portano nei pressi della foce del Nilo.
E anche se Osiride è ormai morto soffocato, Seth e i suoi complici lanciano la cassa nelle acque del fiume, laddove s’incontrano e si uniscono a quelle del mare.
La notizia della scomparsa del marito sconvolge la povera Iside.
La Regina sembra vicina alla follia: si veste di nero e si taglia metà dei suoi meravigliosi riccioli, vaga per il mondo alla ricerca del consorte, chiede informazioni a tutti quelli che incontra, anche ai bambini.
E sono proprio dei bimbi che le riferiscono di aver assistito al lancio in acqua della bara di legno contenente Osiride.

Intanto, trasportata dalla corrente marina, la cassa è giunta sulle rive di Byblos, nel Mediterraneo orientale.

Qui si è arenata in un grosso cespuglio di erica e, col passare del tempo, è stata assorbita dal fusto della pianta.
Affascinato dalla bellezza dell’albero, il Re di Byblos decide di tagliarlo e di farne una grande colonna da mettere nel proprio palazzo reale.
Seguendo le indicazioni dei bimbi, finalmente Iside giunge a Byblos e si siede vicino a una fontana.
Resta lì a piangere, senza parlare a nessuno: conversa volentieri solo con le serve della Regina di Byblos, intrecciando loro i capelli, mentre dal suo corpo emana un profumo di ambrosia.
Quando la Regina vede da una finestra le sue ancelle curate da Iside, è presa dal desiderio della straniera, dalla sua arte di fare le trecce, da quel delicato profumo stordente e la sceglie come nutrice.
Qualche tempo dopo Iside ottiene in dono la colonna portante del palazzo reale, sfronda i rami di erica e porta alla luce la bara del marito.
La apre, e gemendo e gridando abbandona il suo viso sul volto di Osiris e si mette a baciarlo.
Iside capisce che la sua morte porterà Seth, il malvagio, a sedere sul trono d’Egitto.
Se lei e Osiris avessero avuto un figlio, lo scettro sarebbe andato a lui.
Forse, però, non tutto è perduto.
Iside si trasforma in nibbio e comincia a volare sopra il corpo esanime di Osiride. E avviene un prodigio.
Il vento provocato dal batter d’ali crea nel fallo di Osiride una reazione sufficiente a estrarne lo sperma per concepire un figlio.
Quella creatura si chiamerà Horus.

Iside tuttavia viene scovata dal perfido Seth, il quale, approfittando di una momentanea assenza della sorella, apre la cassa, tira fuori il cadavere di Osiride, lo taglia in quattordici pezzi e li disperde per tutto l’Egitto.
E così, al suo ritorno, Iside deve ancora riprendere il suo vagabondaggio, ancora più ansioso e drammatico del precedente.
Iside, inesauribile, attraversa le paludi del Nilo su una zattera di papiro e con l’aiuto della sorella Nefti, dea dell’amore, ritrova tredici pezzi del corpo d’Osiris; costruendo in ogni luogo del ritrovamento una tomba-santuario.
L’ultimo organo, il fallo di Osiride, è stato ingoiato da un pesce.
Ma Iside è famosa per le sue arti magiche e, dopo avere costruito un simulacro dell’organo genitale svanito, riesce a ricomporre il corpo di Osiride e a restituirgli la vita, non più terrena, bensì eterna nel Regno dell’Oltretomba.
Così il cerchio della storia si chiude: solo l’uccisione, la lacerazione e la dispersione del corpo divino, da parte delle forze del male capitanate da Seth, permettono che tutto l’universo partecipi ai riti sacri; insieme all’amore e alla ricerca paziente e ostinata della Grande Iside.

 
Perché l’armonia degli opposti è l’armonia del Cosmo, come avviene nell’arco e nella chitarra.
Seth non può essere eliminato dal mondo.
Non si può cancellare il secco dall’atmosfera, il fuoco dagli elementi, il salato mare dall’universo: non si può abolire il male, la violenta e rigida stasi del cuore, come se fosse un semplice incidente.
Ma nemmeno sarà mai abolita la nostra passione intellettuale, sempre curiosa e in metamorfosi, sempre lunare, sempre femminea, da nulla fissata e arrestata.
Per sempre Iside.
Nessun Seth potrà mai imprigionare il nostro desiderio di conoscere.”.

- Ah, Emanuel, è la più bella fiaba che abbia mai sentito narrare! Come dicono in Italia: “Bravo, bravissimo”.
- Sì, Amedè, penso che da quest’intreccio possiamo estrarre un bel libretto: magari invertiamo la polarità dei personaggi.
Il mio concorrente e rivale Marinelli, impresario teatrale, sta per mettere in scena quest’antica storia con Iside, la Regina della Notte, nella parte di una buona Maga che si batte, con l’aiuto di un eroe, contro un malvagio Stregone che personifica Seth.
Noi capovolgiamo la trama: una Regina Astrifiammante strega minaccia di rapire la figlia del Mago Sarastro, che è buono.
Comunque, la trama non è un problema, si può rivoltare come si vuole; l’importante è che ci sia la tua musica, Wolfi.
- Certo, Schiki, ci puoi contare. Questa lotta e tensione dinamica tra i quattro elementi che ho sentito nella fiaba, m’ispira alla perfezione.
Dovrai fare in modo che gli eroi della storia passino attraverso delle prove d’iniziazione: la terra, l’acqua, il fuoco, l’aria.
Cimenti che potranno superare solo grazie alla musica:
“grazie alla potenza della musica, camminiamo lieti nell’oscura notte della morte.”
Meraviglioso questo verso che hai composto, Schiki.
L’amore che si contrappone e si contrappunta alla morte e la luce alla tenebra: questo è il grande mistero della musica che ci fa sopportare il male di Seth.
- Verissimo, Wolfi.
Del resto la parola amore deriva da un alfa privativo posto davanti al vocabolo “morte”, ossia la forza dell’amore e della musica sono “senza morte”.
L'antidoto e la terapia per sopportare il male.
A proposito del Male: hai sentito parlare di due misteriosi omicidi, avvenuti in pieno centro a Vienna?
- No, raccontami.
- Due anziane e ricche Signore aristocratiche sono state ritrovate uccise nel loro letto.
I loro gioielli e molti dei loro averi sono stati derubati.
Il mistero sta nel fatto che le due Dame sono state ritrovate con due minuscoli fori insanguinati alle tempie.
Pare che un sottile oggetto affilato abbia attraversato il loro cervello da parte a parte…

 

21:09
3 marzo 2011


admin

Amministratore

messaggi3520

Sai, Omar, che, con il racconto della storia di Iside, mi hai fatto ritrovare l' atmosfera del Ceram? Devo essere onesta, la mitologia, di qualsiasi civiltà, mi fa sempre effettoSmile, e d' altra parte, é giusto così, no?

a-morte = amore,  a concludere il percorso del mito: bellissimo.

C' é una terza parte, vero? Il colloquio intriga molto…

dmk



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