Utente | Messaggio |
17:42 25 febbraio 2009
| franco
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L'autostrada lo stava risucchiando con la ritmica e ipnotica raffica dei bianchi tratteggi.. Monotona e ansiosa come la sua esistenza. Fu però l'irrompere della fisicità con le sue immutabili leggi, che diede una svolta alla sua vita. Fu una “chiamata” improvvisa e un'illuminazione totale. Insomma, la caduta del suo cellulare nel cesso dell'autogrill lo segnò e lo mutò profondamente. Colse in quell'evento un segno inequivocabile di come la loro storia fosse invisa agli dei. Infatti stava appunto inviandole il solito messaggino di controllo, quello che ad intervalli prefissati aveva l'obbligo di inoltrarle, quello con le frasettine che a lei piacevano tanto, quando, distrattosi un istante, a causa dell'ultimo intoppo della cerniera , si fece sfuggire l'infido oggettino dalla mano con cui, abilmente certo, ma troppo precariamente, le stava scrivendo. Terribile sapete? Per un attimo restò a fissarlo, macchia scura e indistinta, oltre il liquido schiumoso e l'acciaio del water, ma si trattenne in tempo vincendo contemporaneamente il disgusto e l'impulso di chinarsi a raccoglierlo e si sforzò invece, come negli ultimi tempi faceva sempre più frequentemente, di trovare un senso simbolico e profetico a questa imprevedibile circostanza. Ecco, la realtà era questa: in quel magico ed incantato stagno s'era dissolto tutto, tutto cancellato, niente più dati, niente più rubrica, con decine e decine di presenze quasi tutte fastidiose scomparse per incanto; ma soprattutto niente più ingorda presenza di lei, l' Elvira adorata e temuta. Ricordava le sue prime querule richieste: “Perché non m'hai scritto? Potevi almeno mandarmi un messaggino, no?” E così lui, inopinatamente, aveva iniziato a farlo, ad intervalli d'una frequenza ossessionante, frasi sempre “originali”, perché lei non avrebbe accettato “taroccamenti” di alcun genere; lui allora, dopo un po', aveva provato a virare sulla formuletta, qualcosa come un complice segnale, magari breve, del tipo: ” ora… tu, io e null'altro” Carino, no? Oltretutto breve, ma lei non aveva gradito, voleva che la pensasse in diretta, che la vedesse lì, presente, sorridente, implacabile, voleva… Arretrò: Lo sciacquone cantò la sua lugubre presa di possesso con un trionfale sciabordio e allora con passo deciso e allegro tornò al bancone e si sparò uno strudel con cappuccino, alla faccia del dietologo e nel passare per il market, prima di raggiungere la cassa, si appropriò d'un gigantesco barattolo d'anacardi, che per lui rappresentava il massimo della trasgressione gastronomica. Uscì e ripercorse i pochi metri che lo separavano dalla sua auto e qualcuno giurò che lo avesse fatto canticchiando.Alla colonnina del carburante, l'uomo con la pompa in mano si volse esterrefatto verso il cielo piovoso, poi gli lanciò una strana occhiata quando lo sentì esclamare: “che splendida serata, vero?”
f
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17:53 25 febbraio 2009
| Gio
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Franco, un racconto che si legge volentieri, infatti quando non c'è amore ma solo "passatempo" , questa liberazione, inattuale ma folgorante, di un peso divenuto ormai ossessione, non può che ridarti la gioia della libertà…dall'Elvira. Io colgo questa interpretazione.
Ciao, gio
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18:00 25 febbraio 2009
| franco
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| Ospite
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caro Giò,
hai colto esattamente ciò che intendevo suggerire.
Grazie della tua sempre gradita attenzione.
Un saluto cordialissimo e un abbraccio,
f
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18:13 25 febbraio 2009
| sandra
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| Ospite
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ah!ah!ah!zietto, che f…orza! Uno sciacquone davvero provvidenziale. Forse non è il modo più romantico di liberarsi di qualcuno, ma a volte è il destino a dettare le regole. Vita nuova dunque per il tuo eroe. Un Mattia Pascal dei nostri tempi. 
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18:52 25 febbraio 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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le vie della Provvidenza sono proprio… infinite!
racconto gustoso e liberatorio, che con tono soft e autoironico allude alle "schiavitù" di cui il libero uomo moderno è pur sempre vittima consapevole.
Grazie, Franco.
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04:24 26 febbraio 2009
| franco
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| Ospite
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grazie a voi Sandra e Daniela.
un "vecchio" raccontino al cui ottimistico risvolto non crede in fondo nemmeno il protagonista.
Penso che le decisioni debbano maturare nella consapevolezza e non certo nella casualità.
Un piccolo divertissement senza altra pretesa che il sorriso con cui benevolmente è stato da voi accolto.
f
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20:09 26 febbraio 2009
| Filippo
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| Ospite
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sorrido… e immagino oltre. Metti che, per una bizzarria sim-patica, il contatto della scheda con l'acqua avesse innescato la chiamata verso la dolce Elvira: sarebbe stata "investita" dallo sciacquone, immaginando magari, chissà, un tuo tradimento sotto le cascate delle Marmore.
Vabbè vabbè… meglio lo strudel col cappuccino 
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20:59 26 febbraio 2009
| Rose
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| Ospite
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Cribbio! direbbe qualcuno. Se il tuo eroe fosse già pentito del 'folle' gesto casuale, caro Franco, eccco la mappa per ritrovare il cell. prima che l'impianto di riciclaggio lo trasformi in chissà cosa:
 
Una delle mie cocorite si chiama Elvira. E' la più 'tosta'. E' finita tra le grinfie del gatto del vicino ed è sopravvissuta. Altre due volte la gabbia è caduta, ma lei è rimasta aggrappata all'asticella in attesa dei soccorsi.
Le Elvire sono tenaci. 
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07:41 27 febbraio 2009
| sandra
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Evviva la Elvira, allora!
 
A volte, queste coppie sono dette "inseparabili". Ah!ah!ah! la fine del telefonino potrebbe non segnare la fine della relazione, zio Franco. Facci sapere come va avanti la storia. Ti dò un input: Lui legge sul giornale che lei è stata vittima di un incidente e si precipita al suo capezzale e allora… 
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19:07 27 febbraio 2009
| franco
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un grazie a Filippo per l'attenzione e il suggestivo… scenario proposto.
Dolcerose, una caccia al tesoro con tanto di mappa! non si può dire però che lì non si trovi un “tubo”, basta saper cercare
mmmh Sandra, riflettendoci, l'Elvira non sarà mai vittima di un incidente, lei…li provoca
Siete troppo forti…e gentili,
f
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22:14 27 febbraio 2009
| sandra
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| Ospite
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Franco, falla continuare la storia, dai! In fondo, lui era schiavo del telefonino e adesso è in piena crisi di astinenza… non vedi che lo cerca febbrilmente, sente la manzanza dei messaggi… sente la manzanza di Elvira! Ah! Elvira! dove sei, Elvira!?
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