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UtenteMessaggio

16:13
8 luglio 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Se ne accorgerà anche Barack Obama. Perché la protesta degli abruzzesi fa il verso proprio alla famosa frase del presidente americano. La scritta «Yes we camp!» è sulla collina dell'Aquila, visibile dall'autostrada e dalla caserma della Guardia di Finanza dove si terrà il vertice dei «Grandi». La protesta dei comitati è per riportare l'attenzione sulla popolazione sfollata dopo il terremoto.

LE TENDOPOLI- «Ci sembrava un modo ironico per ricordare alle delegazioni presenti al vertice che 25mila persone sono ancora nelle tende», spiega Piero De Santis, del comitato Ara, Associazione e Ricostruzione Abruzzo. Una protesta per tutte quelle persone costrette a vivere «per tutto questo tempo nelle tende in situazioni di forte disagio, come ci confermano in continuazione gli stessi sfollati. È incredibile». In Italia, aggiunge Mattia Lolli, del Comitato 3e32, si «pensa che la ricostruzione sta procedendo liscia, che gli aquilani sono già tornati nelle loro case e invece 'Yes we camp', siamo tutti accampati, a tre mesi dal sisma».

In Italia, poiché, si dice, la libertà d' espressione, la democrazia stessa, sono a rischio regime, si può protestare – a torto o a ragione – di fronte ai capi di stato del G8.

Personalmente penso che, a 3 mesi dal sisma, nessuno possa immaginare che la ricostruzione sia già terminata, che tutti possano essere sistemati in una casa…,

non so, mi pare che quello che davvero importi sia che il piano del governo sia stato approvato, che l' opera di ricostruzione proceda, che i fondi ci siano.

Manifestazioni di questo tipo, anche se, magari, supportate dalla paura di essere dimenticati (?), mi paiono che un po' rasentino il cattivo gusto. Ma sbaglierò. 

dmk

18:01
8 luglio 2009


Gio

Ospite

Non ti sbagli Daniela, anche io sono della stessa opinione anche se una pacifica dimostrazione può essere di ulteriore stimolo dando così la possibilità di dimostrare ai "grandi del mondo" quante cose invece sono state finora realizzate.

In questo terremoto è stato (almeno per il momento) fatto moto più che in ogni altro, sarà la magggiore esperienza unitamente alll'efficienza dell'esecutivo, ma dobbiamo darne atto che le cose stanno procedendo bene e speditamente. In Friuli (altri tempi) le prime "baracche" sono state consegnate dopo un anno e la ricostruzione è durata oltre dieci anni e terminata dopo venti. Non voglio fare paragoni, ma un po' di obiettività e buon senso dovrebbe prevalere anche tra la gente colpita da questa grande tragedia.

22:59
8 luglio 2009


Manfredi

Ospite

d' accordo con Gio.

di fronte a certe dichiarazioni si resta interdetti, anche ben comprendendo l' entità del disastro, condividendo la tragedia di tanta tanta gente

ma qui ci vorrebbe la bacchetta magica per risolvere tutto in tre mesi e anche in cinque o sei

e mi sorge il dubbio che si tratti di un po' di… provocazione

e va bene, sono un malpensante, adesso è chiaro a tuttiFrown



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