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RAMADAN un business da 442 miliardi

UtenteMessaggio

13:25
26 agosto 2009


sandra

Ospite

Un mercato da 442 miliardi di euro per il settore alimentare, ma ne beneficiano un po' tutti

E' il nono mese dell'anno, quello sacro per l'Islam. Uno dei Cinque Pilastri. Ma anche i non musulmani lo conoscono per la pratica del digiuno (sawn) a cui devono attenersi i fedeli e che dura dall'alba al tramonto.
Per molte aziende europee, il Ramadan è invece il periodo dell'ingrasso, una vera e propria stagione di business accentuato proprio grazie alla pratica religiosa.

Si parla soprattutto di marchi alimentari e della distribuzione, ma ci sono opportunità anche nel settore turistico-alberghiero.
Gli affari ruotano atorno ai cibi halal, quelli consentiti ai musulmani: dalla carne di animali macellati secondo il rituale della dhabihah (il cui scopo è quello di non far soffrire l'animale) a una gamma di vegetali e latticini utilizzati per ogni pietanza. Il tutto seguendo regole semplici: niente maiale (o derivati) niente sangue, esclusione di pesce che non sia morto. Ovviamente, niente alcol.

Poca roba? Niente affatto: il mercato globale dei prodotti halal vale 632 miliardi di dollari l'anno (442 miliardi di euro), cioè il 16% dell'industria alimentare planetaria.

In Francia - Paese a forte presenza di immigrati islamici e tradizionalmente all'avanguardia nell'allargamento dei diritti – supermercati come Auchan, Leclerc, Super U e Casino hanno in questi giorni riempito gli scaffali di cibi halal e il settore è da tempo sotto osservazione di colossi come Tesco, Nestlé e McDonald's.

Dalla Svizzera giunge notizia che a Wangen bei Olten, capitale delle pasta sfoglia, l'industria di Walter Leisi ha messo in commercio uno snack con gli ingredienti consentiti dalla legge islamica. A Zurigo, invece, alcuni alberghi hanno ideato il pacchetto-Ramadan: cibi consentiti a orari consentiti (prima dell'alba e subito dopo il tramonto), stanze con tappeti per la preghiera, mappe delle moschee.

In Gran Bretagna alcune aziende hanno deciso di pensare subito alla fine del Ramadan, creando dei pacchetti regalo per l'Eid-al-Fitr, il rituale in cui ci si scambiano doni tra parenti e amici.
E anche l'informazione salta sul carro. sempre nel Regno Unito, il quotidiano "The Guardian" pubblica, durante la festività, gli orari d'inizio e fine digiuno. D'altronde, oltre Manica vivono ben 2 milioni di fedeli islamici, la più grande minoranza religiosa locale: sono un mercato appetibile, così come dimostra anche il successo della finanza islamica.

21:48
26 agosto 2009


Manfredi

Ospite

e

non c'è solo l'Europa, c'è soprattutto l'Oriente. «In certe aree la popolazione musulmana rappresenta il 30 per cento della clientela e i prodotti specifici per i musulmani possono costituire fino al 6-7 per cento dell'incasso totale», ha spiegato il consulente alimentare George Chétochine al quotidiano «Le Monde». Secondo una rivista specializzata malesiana, il mercato complessivo dei prodotti halal vale 632 miliardi di dollari l'anno (442 miliardi di euro), ovvero il 16 per cento dell'industria alimentare globale. Il business sembra destinato a crescere, visto che una buona percentuale dell'oltre miliardo e mezzo di musulmani in tutto il mondo è giovane e sempre più esigente. 

22:08
26 agosto 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

eh, sì! 

Che dire dei negozi Harrod's di Londra e degli ipermercati Auchan in Francia che hanno puntato tutto sugli “Al-Manach del Ramadan”, una copia del calendario di cioccolato destinato ai cattolici durante le feste natalizie con trenta caselle pronte ad essere consumate dopo la rottura del digiuno?
Dalla Finlandia, Nokia ha deciso di allargare la sua gamma di  applicazioni islamiche. Oltre al calendario delle preghiere, chi possiede un cellulare può scaricare una guida dettagliata sul pellegrinaggio e il digiuno, ma anche salvaschermi, suonerie, canti religiosi e i dati delle più grandi moschee del mondo.
Apple ha proposto l' IQuran, una versione multilingua del testo coranico per l'iPhone e l'iPod.

Insomma il Ramadan ha suscitato l' appetito delle multinazionali.

Ma non tutti apprezzano. Sul web non manca il disappunto dei francesi più conservatori che denunciano “un'invasione dei prodotti islamici nei nostri supermercati”. 

la luna nuova segna l' inizio del Ramadan

dmk

22:20
26 agosto 2009


Rose

Ospite

Questa cosa non mi stupisce affatto. Non è detto che non contribuisca all'accettazione delle abitudini e della cultura degli altri.

Peccato che alla base ci siano interessi economici e non il desiderio di venire incontro alle esigenze altrui. Frown

22:51
26 agosto 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

è davvero un peccato, Rose. Sarebbe stato bello che si fosse arrivati alla conoscenza di usi e costumi lontani dai nostri per desiderio di conoscenza, appunto, e, magari, di comprensione. E' come perdere un' occasione di crescere. Frown

dmk

13:14
28 agosto 2009


Rose

Ospite

opportunismo

16:48
28 agosto 2009


sandra

Ospite

Grazie, amici. Purtroppo, è sempre la solita storia: money makes the world go round! Frown



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