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Nobel per la letteratura 2009

UtenteMessaggio

18:03
10 ottobre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

(ASCA-AFP) – Stoccolma, 8 ott – La scrittrice tedesca Herta Mueller e' la vincitrice del premio Nobel per la Letteratura del 2009. 

Herta Mueller che "con la concentrazione di poesia e la franchezza della prosa ha rappresentato lo scenario degli espropriati", é nata nel 1953 a Nitzwydorf nel Banato Svevo. Dopo la laurea in letteratura tedesca e rumena conseguita all'Università di Timisoara, nel 1972 entra a far parte dell'Aktionssgruppe Banat, un gruppo di scrittori dissidenti in opposizione al regime di Ceausescu.

Lavora dal 1976 al 1979 come traduttrice per un'industria ingegneristica da cui viene licenziata per non aver collaborato con la Securitate, la polizia segreta di Stato; nel 1982 pubblica il suo primo romanzo Niederungen, uscito largamente censurato in Romania    e cinque anni più tardi decide di trasferirsi con il marito Richard Wagner, anche lui scrittore, in Germania.

Oggi vive e lavora a Berlino dove insegna in diverse Università e nel 1995 diventa membro della Deutsche Akademie fur Sprache und Dichtung.

I suoi romanzi caratterizzati da uno stile graffiante affrontano soprattutto i problemi della minoranza tedesca nel Banato Svevo, l'oppressione sotto il regime comunista in Romania, con particolare riguardo per le violenze subite dalle donne, la rivolta contro Ceausescu e il disorientamento provato con il trasferimento in Germania.

http://www.dgmag.it

dmk

18:11
10 ottobre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

… Qualcuno… obietterà che il premio letterario di maggior prestigio al mondo dev'essere assegnato non a valori politici ma a valori squisitamente letterari. Herta invece, possiamo riconoscerlo, è una testimone dell'ingiustizia e dell'oppressione prima e forse più che una scrittrice. Scrittori, però, ce ne sono tanti, grandi testimoni assai meno. Troppi sono periti tentando di resistere. La grande letteratura, del resto, non è tutta, a suo modo, testimonianza? E può una testimonianza essere efficace se non usa in modo magistrale la lingua che la esprime? Nella comunicazione il modo è tutto.
Ma del valore letterario di Herta Mueller noi italiani difficilmente possiamo essere buoni giudici, perché solo una minima percentuale della sua opera è stata tradotta, e anche di questa la maggior parte è ormai irreperibile. Sul mercato si trova solo Il paese delle prugne verdi, storia di quattro amici (una è la narratrice) nella Romania di Ceausescu, tradotto nel 2008 da Alessandra Henke per Roberto Keller, piccolo editore di Rovereto. Esaurita da tempo è la prima opera della scrittrice, i racconti raccolti in Bassure, apparsi in tedesco nel 1982 in Romania sconciati dalla censura di Stato, ripubblicati in edizione integra in Germania nel 1984 e tradotti da Fabrizio Rondolino nel 1987 per gli Editori Riuniti: racconti di eccezionale maturità per un'autrice di 29 anni.

Il linguaggio «concreto» della Mueller si innerva di metafore che nascono dalla vita quotidiana e illuminano gli oggetti con sguardo infantile; uno sguardo pieno d'angoscia, al quale la realtà appare gravida di minacce. «L'insalata cresceva rosso scura e ruvida e frusciava nei sentieri come carta. E le patate erano verdi e amare sotto la buccia e avevano occhi sprofondati nella carne». Speriamo che, sull'onda del Nobel e del grande successo ottenuto in Germania dal suo ultimo romanzo, Atemschaukel (L'altalena del respiro), apparso nell'estate 2009, si possa presto conoscerla meglio.

L'Accademia di Svezia ama stupire, si sa. Ma il Nobel per la letteratura all'illustre sconosciuto – quest'anno a Herta Mueller – è sport ormai trito. Non fa sorpresa. Tanto lo sappiamo: a Stoccolma sono interessati a questioni di geopolitica o di testimonianza o di impegno, quasi che scrivere bei romanzi e avere successo presso un pubblico più vasto degli esperti sia colpa grave. È questo che non funziona nelle spesso bizzarre scelte svedesi: le ragioni letterarie vengono sempre per ultime, si vince sempre in nome di qualcosa d'altro, mai in ragione della qualità letteraria. Magari è una strategia mediatica. Eppure chi 50 anni fa premiava Hemingway aveva visioni più larghe degli odierni membri politically correct. Il pubblico, però, la sa più lunga. E continua a leggere autori migliori di quelli usciti dal cilindro svedese. Dunque, forza, signori dell'Accademia! Entrate nel XXI secolo: non relegate il Nobel al ruolo di premio di provincia che vuol darsi arie. Il mondo vi guarda e ve lo potete permettere. Coraggio, coraggio. E letture piacevoli, ogni tanto. Per voi e per noi! 

http://www.ilsole24ore.com

dmk

20:17
10 ottobre 2009


Rose

Ospite

Almeno questa è una scrittrice! e sicuramente ora verrà tradotta e la conosceremo meglio.

Mi ha creato molte più perplessità (ma non solo a me) il Nobel per la pace a Barak Obama. Come l'hanno chiamato? Un Nobel alla Speranza, un incoraggiamento … Mah! Surprised

Da quando in qua i premi si danno in anticipo?

Il politically correct regna sovrano. Speriamo in bene.

22:15
10 ottobre 2009


Manfredi

Ospite

mah, la Mueller è, senza dubbio, una scrittrice, ma non mi riesce di togliermi dalla testa che sia stata onorata dal Nobel per una questione a fondo politico.

ho letto sull' web la gioia di quanti hanno visto nella scelta di Oslo un riconoscimento all' apertura verso le voci migranti…

non conosco l' autrice e sospendo ogni considerazione in attesa di poterla leggere.

per Obama: è molto indicativo quanto segue (secondo me):

Obama e il Nobel per la pace: un premio a quello che deve ancora fare 

E' il quarto presidente degli Stati Uniti a ricevere il Premio Nobel, ma è il primo ad ottenerlo non per il passato, ma per il futuro; non per le cose che ha fatto, ma per quelle che intende fare; non per il mondo che ha lasciato, ma per quello che intende costruire. 

…….

La decisione del Comitato di Oslo è una scommessa: sulla speranza e sulla volontà (e la ricerca) del dialogo tra le nazioni; premia una politica che dopo gli anni di George W. Bush, il suo successore ha annunciato di voler cambiare e di impostare all'insegna del multilateralismoattenta ai ruoli degli organismi sovranazionali come le Nazioni Unite.

Le motivazioni sono esplicite: “Solo raramente si è vista una persona che abbia avuto la stessa capacità di attirare l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale e di dare alle persone maggiore speranze per il loro futuro” – si legge sulla nota del Comitato norvegese.  “La sua diplomazia è fondata sul concetto che coloro che guidano il mondo devono farlo sulla base di valori condivisi dalla maggioranza della popolazione mondiale”.

…..

Barack Obama è stato premiato per i suoi primi passi: per l'accordo con la Russia per la riduzione degli arsenali nucleari, per la risoluzione approvata alle Nazioni Unite in una storica seduta del consiglio di sicurezza, condotta (per la prima volta dopo 30 anni) da un presidente americano, ma anche per lo storico discorso del Cairo rivolto al mondo musulmano, per la sua apertura all'Iran, per il suo impegno per
risolvere il conflitto israelo-palestinese. Un premio che, secondoThorbjon Jaglad, presidente del comitato per il Nobel, somiglia a quelli concesso in passati a personaggi come il tedesco Willy Brandt e il russo Mikhail Gorbaciov, due personaggi che hanno contribuito a distendere e normalizzare i rapporti tra Est e Ovest. Ora, altri muri devono essere abbattuti e Obama avrebbe già iniziato a farlo. 

http://blog.panorama.it

22:24
10 ottobre 2009


Manfredi

Ospite

Tutto quello che ho lo porto con me. Oppure: tutto quello che è mio lo porto con me. L'ho portato tutto, quello che ho. Non erano cose mie. Cose senza più una funzione, o appartenenti a qualcun altro. La valigia di pelle di maiale era la custodia di un grammofono. Lo spolverino era di mio padre. Il cappotto di città con il colletto di velluto era del nonno. I calzoni alla zuava quelli di mio zio Edwin. Le ghette erano del vicino, il signor Carp. I guanti di lana verde quelli di mia zia Fini. Solo la sciarpa di seta bordeaux e il nècessaire erano miei, regali dell'ultimo Natale. [...]

di Herta Müller, da: "L'altalena del respiro"



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