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UtenteMessaggio

14:21
17 settembre 2009


Manfredi

Ospite

so benissimo che la vita è dura e che, almeno qui, piacerebbe riuscire ad alleggerire il cuore e lo spirito dalle contemporanee  vicissitudini e tragedie. 

ma non si può

io, almeno, non posso.

e così riporto anche qui quello di cui già avrete sentito tutti:

KABUL (AFGHANISTAN) - Almeno 6 militari italiani sono morti e altri quattro sono rimasti feriti in modo grave in Afghanistan in seguito ad un attentato kamikaze che ha colpito un convoglio della Nato sulla strada che porta dal centro cittadino all'aeroporto di Kabul. Sia i morti che i feriti (quest'ultimi non sarebbero in pericolo di vita) sono tutti del 186esimo Reggimento Paracadutisti Folgore di stanza a Siena tranne un ferito che è un militare dell'aeronautica. Nello scoppio sono rimasti coinvolti due blindati italiani di scorta al convoglio. Lo confermano fonti del ministero della Difesa e dello Stato maggiore della Difesa. «Gli effetti sono stati devastanti», ha sottolineato una fonte militare, confermando che «le sei vittime sono tutte italiane». 

Oltre ai nostri 6 militari morti ci sono secondo il ministero della Difesa afghano, tra i civili, anche 10 vittime afghane e 55 feriti. I morti italiani sono invece quattro caporal maggiore, un sergente maggiore e il tenente che comandava i due blindati Lince coinvolti nell'attentato. 

L'attentato in cui sono rimasti coivolti due nostri blindati Lince, è avvenuto alle 12.10 locali, le 9.40 in Italia, nei pressi della rotonda Massud, dove il traffico è rallentato per i controlli sul traffico diretto verso l'ambasciata Usa, il comando Isaf e l'aeroporto. Sui due lati delle strade sono stati distrutti case e negozi. Secondo le prime ricostruzioni, un automezzo civile (una Toyota bianca secondo quanto ha riferito in Senato il ministro della Difesa Ignazio La Russa) con a bordo i due kamikaze e con un notevole carico di esplosivo sarebbe riuscito ad infilarsi tra i mezzi prima di esplodere.

http://www.corriere.it/

14:41
17 settembre 2009


stella

Ospite

Altri sei ragazzi morti e quattro feriti.

Si' Manfredi non si può far finta di non vedere.

Cosa possiamo fare noi se non abbracciarli e ringraziarli per l'amore che hanno dimostrato per il loro lavoro e per l'Italia.

Al di là di ogni retorica o polemica.

http://bargello.files.wordpress.com/2007/10/caduti.jpg" alt="" width="100" height="142" />

21:15
17 settembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

E proprio così dovrebbe essere, Stella.

Purtroppo però la macchina della retorica e della polemica non c' è verso di fermarla.

Un' indegnità.

dmk

21:16
17 settembre 2009


Rose

Ospite

OK. Dispiace sempre la morte di qualcuno. Tuttavia, come ricorda Stella, per la maggior parte di questi ragazzi che scelgono di andare in quelle missioni, si tratta di lavoroun lavoro rischioso e per questo piuttosto redditizio.

Non vorrei suonare cinica … mi dispiace molto per loro e le famiglie.

L'assetto del contingente italiano
Sono circa 2.800 i militari italiani impiegati nella missione Isaf (International Security Assistance Force) in Afghanistan. La maggior parte si trova nella Regione Ovest, nei pressi di Herat,  il resto (circa 500) a Kabul.
Per il periodo elettorale il contingente è stato rafforzato con l'invio di altri 400 soldati a luglio e 40 unità ad agosto, oltre a 2 aerei e 3 elicotteri per l'evacuazione medica. Al comando di reazione rapida della Nato si sono aggiunti altri 114 militari italiani e 100 carabinieri sono stati inviati allo scopo di addestrare la forza di polizia locale.

La missione Isaf
È composta da una forza internazionale che impiega circa 64.500 militari provenienti da una quarantina di nazioni. Il grosso delle truppe (30.000 unità) è fornito dagli Stati Uniti: seguono Inghilterra (9.000), Germania (4.000), Francia (3.160), Canada (2.800) e Italia. È stata costituita su mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2001 con il compito di garantire un ambiente sicuro a tutela dell'Autorità afghana a Kabul.

Scia di attentati
Secondo gli esperti, nell'ultimo periodo gli attacchi contro i militari italiani si sono intensificati.
L'ultimo incidente risale al 14 luglio scorso, quando la pattuglia di paracadutisti della Folgore e del Primo Reggimento Bersaglieri, fu colpita dall'esplosione di una bomba lungo la strada nei pressi di Farah. Nella potente deflagrazione perse la vita il primo caporal maggiore Alessandro Di Lisio.
Sarebbero 20 le vittime italiane che, dal 2004 ad oggi, hanno perso la vita in territorio afghano.

21:43
17 settembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Certamente questi giovani sanno che, dove vanno, mettono a repentaglio la vita.

Indubbiamente guadagnano molto di più andando in missione che a restare in caserma a fare lavoro di routine. Il che non esclude che “sentano” la loro missione (di pace), che ci credano e che non agiscano spinti da mero utilitarismo: vado, sparacchio, se riporto a casa la pelle, ho i soldi per comprarmi l' appartamento.

Alcuni commenti dall' web:

- Smettiamola con sta storia dei “ragazzi”. Sono uomini, sono soldati. Non bambini che giocano alla guerra. I soldati sono soldati. Rischiano, combattono, uccidono e muoiono anche in posti lontani per difendere gli interessi del Paese. Non sono la protezione civile, non sono poliziotti, non sono la croce rossa, non sono bagnini, non sono spazzini. Se si vuole onorare i caduti, bisognerebbe in primo luogo considerare la dignità della loro professione e della missione che svolgono al momento di elaborare i bilanci della Difesa, mettendoli in condizione di fare il loro mestiere nel miglior modo possibile. Anche armandoli come si deve e permettendo loro di muoversi nel modo in cui la situazione necessita.  

Infatti, dico io, se invece d' essere in un mezzo Lince, fossero stati in carro armato, forse…

- Le morti non sono mai giuste ma non capisco xke se muore un militare da 7 mila euro al mese tutti piangono se muore un operaio da 1000 euro sul lavoro non lo fila nessuno, questo davvero non lo capisco, i militari partono per stipendi di tutto rispetto.Pensate alla vita dura di uno che fa il magazziniere in un supermercato meno di 1000 euro eppure ci sono tanti eroi silenziosi. Le missioni attirano per stipendi incredibili che a casa loro si sognerebbero alla faccia di chi si picchia il pranzo con la cena. 

Mah! ci sono gli eroi “silenziosi”, anche gli accidental heroes, ci sono. Nessun dubbio in proposito. Al “magazziniere” con la vita dura che fa al supermarket, farei presente che oggi si entra tranquillamente nell' esercito e poi ci si può preparare per andare in missione a guadagnare le succitate cifre incredibili. Se si torna.

Ce ne sono in quantità e continuano ad arrivare.

Ce ne è uno che ascrive quello che è successo oggi a un complotto del governo italiano (tanto per distogliere l' attenzione di noi Italioti dagli “scandali” berlusconiani). Insomma il governo li ha fatti ammazzare.

Questa da mettersi con quanti ascrivono l' 11 settembre alla CIA.

Tanto per dire che ne stanno saltando fuori di tutte e di più.

Onestamente devo dire che sono molto molto arrabbiata.

dmk

21:48
17 settembre 2009


Rose

Ospite

Con tutto il rispetto, quello di 'esportare la democrazia' (scopo ufficiale di queste missioni di pace) suona più come un fatto pretestuoso.

Come si fa a portare la democrazia in un paese che ha idee così diverse, quanto a tradizione politica, religiosa e sociale? la democrazia non può essere un processo che viene dall'alto, ma un bisogno che viene dal basso della società.

E' vero che a sud del paese i contingenti della NATO sono sempre più attivi nei combattimenti? Forse è per questo che molti Afgani cominciano a considerare i soldati stranieri come invasori, piuttosto che amici. Del resto, sono 3000 anni che vengono invasi e regolarmente, respingono i vari eserciti.

In ogni caso, questo non è il momento delle polemiche, ma del cordoglio.

Amen.

Bèh quella del complotto 'alla CIA' fa ridere … ma ormai si sente di tutto e il governo è responsabile di tutto, ovviamente.

Come dicevano una volta? "Piove, governo ladro!"

22:27
17 settembre 2009


Manfredi

Ospite

per “democratizzazione” del paese si intende porre un argine (isolare, togliere supporto) al diffondersi del fanatismo integralista, quello che non resta ben limitato entro i confini di quei paesi, ma che viene esportato all over the world con il suo corteggio di morte e stragi

non credo di doverle elencare, oppure sì? le 2 torri, Beslan, Madrid, Londra, Mumbai, Pakistan (30 agosto 2009)………………………………………………

parlare quindi di democratizzazione è parlare di una finalità precisa e puntuale e motivata

occorre poi ricordare che nelle elezioni gli Afghani sono andati a votare (in percentuale ben superiore alle aspettative) nonostante il rischio che correvano e le minacce dei talebani (ci siamo scordati che erano minacciati del taglio della mano? e simili piacevolezze) e hanno dimostrato che a una svolta in senso democratico (voto=democrazia) ci tenevano.

in questo modo non è più credibile che essi ignorino in modalità diffusa, nonostante il divario culturale con il mondo occidentale, che cosa democrazia significhi. 

esattamente come non é credibile che gli stessi afghani non sappiano distinguere i soldati “amici” dai “nemici” che hanno in casa e che li macellano per strada come animali.

soldati “amici”: quelli che provvedono, in armi (ma le possono usare se attaccati direttamente o se chiamati in aiuto dalla polizia e dall' esercito afghano), alla ricostruzione del paese, quelli che a Herat stanno trasformando una ex prigione (o comunque un edificio pubblico) in una casa per accogliere le donne che sono state scacciate dai loro gruppi familiari d' appartenenza (per es, perché vittime di stupri) eccc

08:11
18 settembre 2009


sandra

Ospite

L'argomento è scottante e controverso. Parlarne nel momento in cui sono morti alcuni dei nostri è difficle e forse inopportuno.

Come figlia di una 'figlia dei fiori', io sono una pacifista ad oltranza e sono contro questo tipo di 'missioni'. Esistono diverse organizzazioni internazionali con scopi umanitari che agicono, promuovendo scuole, centri di assistenza ecc. Spesso ci rimettono la vita anche loro. Anche lì, è un rischio che sanno di correre. Religiosi e laici che si spendono per gli altri, senza scopo di guadagno.

Questa mi sembrerebbe di più una 'missione'.

Inoltre, aspettarsi che i fanatici del posto facciano dei distinguo fra i militari che agiscono in un modo o nell'altro, mi pare troppo ottimista.

Lascerei che le popolazioni facessero il proprio iter verso la democrazia, senza l'assistenza di 'poliziotti' esterni… è un parere personale, ovviamente.

Tristi, tristi, tristi comunque queste morti. Non serviranno i funerali di stato, né laute pensioni a ripagare le famiglie. Cry

08:56
18 settembre 2009


Manfredi

Ospite

cara Sandra, naturalmente risponderò in modo adeguato al tuo post, quando, in giornata, avrò il tempo di farlo. adesso mi preme rispondere a:

Parlarne nel momento in cui sono morti alcuni dei nostri è difficle e forse inopportuno.

deve essere difficile SEMPRE parlare di questi fatti, sia nel momento in cui l' eccidio si compie sia “poi”, quando la memoria ne ha cristallizzato il ricordo.

é “inopportuno” fare polemica strumentale e vile, ma MAI “parlarne”, come si sta facendo qui, per “capire”. 

solo il tentare di “capire” il contesto, le modalità di operatività, e quant' altro collegato, può dare un significato a quanto succede, andando oltre le solite dovute espressioni di cordoglio, istituzionale o personale.

ci si sente poi. 

14:39
18 settembre 2009


Manfredi

Ospite

dunque, riprendo il filo del discorso esponendo alcune mie considerazioni.

L'argomento è scottante e controverso

del tutto d' accordo: che cosa “scotta” di più di un' esplosione? 

io sono una pacifista ad oltranza  

capisco il tuo punto di vista (meno che “ad oltranza”, io sono dalla parte dell' elasticità di pensiero e dell' adattabilità a situazioni diversificate)

e sono contro questo tipo di 'missioni

domando: che cosa significa questo “tipo di missioni”? confesso che se non si facesse parte della NATO che indica, controlla e dirige questo “tipo di missioni”, io sarei tentato di proclamarmi non interventista. Ma poi penso che, nel caso e nel paese in questione, significherebbe lasciare imperare la Sharia con il suo seguito di infibulazione, taglio delle mani, lapidazione, uso dei matrimoni fra bambine e uomini ormai vecchi (da noi ha un nome, questo “costume locale”), e far ricadere tutto ciò anche sui tanti che non ne vogliono più sapere mezza del fanatismo religioso e della teocrazia. però potrei turarmi il naso e fregarmene. Pensando che sono affari loro. come la miseria. il degrado socio-culturale. laviamocene le mani. Sì.

che poi il paese in questione sia il produttore-esportatore per circa il 70%(dicono alcuni studi) di oppio, onestamente mi dà un poco sui nervi (motivo ovvio, credo)

e naturalmente so, come tutti, del petrolio e degli interessi collegati (l' oleodotto verso il Mar Nero che dovrebbe passare attraversando il paese, per esempio)

questo “tipo di missioni” avviene in questo contesto e si chiamano missioni di pace, perché non si va contro una popolazione, ma in supporto di una maggioranza di popolazione cui un gruppo minoritario vuole imporsi con la violenza. Si va in supporto anche, certo, di propri interessi.

primo fra tutti, bloccare l' integralismo che, ovunque nel mondo, ha lasciato la sua scia di sangue (e questo attraverso un processo di “democratizzazione”).

Quei soldati strapagati, di qualsiasi paese siano, stanno là, fra l' altro, a pararci il fondoschiena da attacchi e stragi ulteriori sul sacro suolo europeo e non solo. 

Esistono diverse organizzazioni internazionali con scopi umanitari ….Religiosi e laici che si spendono per gli altri

certo esistono. ma non credo che con Bin Laden intrattengano rapporti continuativi di mutua comprensione. Fanno quello che possono per aiutare chi ha bisogno, anzi, fanno più di quello che possono, ma non possono certo attivarsi in una trasformazione politica-religiosa del paese. per favore non parliamo poi  di attività di “religiosi” in quel paese: lì li impalano.

inoltre, aspettarsi che i fanatici del posto facciano dei distinguo fra i militari che agiscono in un modo o nell'altro, 

non hai capito. avevo scritto:”gli stessi afghani” (cioé quella maggioranza della popolazione afghana che vuole la democrazia), i fanatici sono i talebani e quelli certo non operano certi sottili distinguo.

Lascerei che le popolazioni facessero il proprio iter verso la democrazia,

anch' io ne sarei tentato! come già detto, turandomi il naso di fronte a un sospetto di vile menefreghismo personale

patto e condizione ineludibili: che si facessero i cavoli propri a casa loro senza fare del mondo una terra di conquista per le loro idee, a suon di bombe e stragi. 

The end. delle considerazioni personali.

14:52
18 settembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Bene!Laugh dopo questo botta e risposta, (un' egregia disanima della situazione, devo dire)

ognuno si tiene ben strette le proprie idee, nella consapevolezza che le opinioni restano sempre opinioni e perciò hanno il dono (o la disgrazia, a seconda dei punti di vista) della soggettività.

Vi lascio alcuni “pensierini” che ho sentito urlare, fra ieri e oggi, dal mio limitato campione di paesani,

- ma che….(omissis) ci facciamo ancora là?

- bisognerebbe lasciarli a marcire da soli, loro e il loro petrolio e la loro Sharia! 

- bisognerebbe stanarli, 'sti fanatici! e poi …(omissis)

- ma cosa avete capito? è stato il governo a ordinare tutto! così la gente non pensa più alle donnine del B.!

Quest' ultimo doveva aver sentito riportato il commento che io ho ho letto e postato ieri

C' è stata un po' di bagarre, qualche spintone, finché non è arrivato il carabiniere istituzionale del paese a metter ordine.

Per mio conto: Onore a chi è caduto facendo il proprio lavoro, facendolo bene. Con dignità. Coraggio. Determinazione. E, voglio credere, nella convinzione di star facendo qualcosa di “buono” in quel luogo, per quella gente.

dmk



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