Utente | Messaggio |
14:59 2 febbraio 2010
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Teatro Metastasio Stabile della Toscana / Compagnia Sandro Lombardi PASSAGGIO IN INDIA
di Santha Rama Rau dal romanzo di Edward M. Forster traduzione Sandro Lombardi drammaturgia Sandro Lombardi e Federico Tiezzi regia Federico Tiezzi
 
Mai rappresentato in Italia fino al 2008, Passaggio in India è l'adattamento teatrale compiuto da Santha Rama Rau alla fine degli anni Cinquanta dell'omonimo romanzo di Forster, risalente al 1924. Con questo titolo, Federico Tiezzi torna a uno dei suoi autori prediletti, dopo aver realizzato, proprio di questo romanzo, una serie di letture radiofoniche alcuni anni addietro. Il romanzo di Forster segue le vicende di due donne inglesi, negli anni venti, che visitano l'India nella speranza di capirne gli usi e le complesse tradizioni: la loro amicizia con un giovane medico musulmano sarà la chiave dell'India… Sullo sfondo della modesta città di Chandrapore e della vita dei funzionari inglesi in India, Forster "mette in scena" le due opposte e complementari tensioni del medico Aziz e della ragazza inglese Adela Quested verso i rispettivi ambienti. Animati entrambi dalle migliori intenzioni, ma sfavoriti dai pregiudizi dei loro mondi, i due non riusciranno mai a incontrarsi veramente. Il conflitto tra due società costrette a convivere nel clima alienato del colonialismo è colto da Forster con ironia e finezza di sentimenti profonda. La parabola delle contraddizioni della moderna multiculturalità è più che mai attuale oggi, in un tempo in cui, sempre più, tutti ci troviamo a convivere e a doverci confrontare con tradizioni e culture diverse dalla nostra.
 
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20:17 2 febbraio 2010
| Rose
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Ho letto il libro almeno un paio di volte e visto il film, che mi è sembrato fatto bene.
Forster (che è lo stesso di “Camera con vista”) riesce sempre a create delle atmosfere intriganti, giocando proprio sull'approccio di protagonisti suoi connazionali con culture straniere e ho l'impressione che il messaggio sia proprio la difficoltà, se non l'impossibilità, di capire pienamente un'altra cultura, complice anche la giovinezza e una sorta di sovreccitazione della protagonista.
Mi chiedo come la riduzione teatrale sia riuscita a rendere le ambientazioni indiane, soprattutto quelle naturali.
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22:04 2 febbraio 2010
| admin
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Ho letto il romanzo anch' io e sono d' accordo sul film: una buona resa del romanzo. La rappresentazione teatrale (di cui ho sentito dir bene) avrà, penso, giocato sui costumi e sulla scenografia – fondali per rendere le ambientazioni.
La storia è tutta lasciata nell' indeterminatezza del "fatto" cruciale che non si sa se in realtà sia mai avvenuto. Ma, insieme, riesce a rendere vividamente l' abisso che separa le culture, ognuna con la propria spiritualità. Bel romanzo, scritto splendidamente da un cultore, come Forster fu, della tecnica narrativa (magnifico il testo di Forster, Aspects of the Novel, per quanti si interessino alla strutturazione del racconto e del romanzo).
 
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18:15 3 febbraio 2010
| Pietro
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Ricordo il film. L'ho apprezzato molto. Interessante quello che può fare l'autosuggestione… Il pregiudizio è sempre in agguato, quando si tratta di culture diverse.
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19:58 3 febbraio 2010
| Elina
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22:05 3 febbraio 2010
| admin
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Grazie, Elina, per il video! l' ho cercato tanto, ma non sono riuscita a trovarlo!
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22:44 4 febbraio 2010
| Manfredi
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no! The aspects of the Novel, ancora! no!
l' abbiamo passato al setaccio tante di quelle volte da impararlo a memoria!
scherzo, of course. un lavoro di grande livello e per nulla tedioso, anzi.
spero che la riduzione teatrale del romanzo abbia, nel complesso, reso il sarcasmo con cui Forster guardò all' imperialismo britannico così come si realizzò nelle colonie, un mondo a parte, una supponenza tutta British e una ipocrita condiscendenza. dal video mi pare di sì.
ho letto da qualche parte che Forster, finché visse, si rifiutò alla realizzazione persino del film, proprio per timore che questo aspetto del suo lavoro non fosse sufficientemente reso.
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