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Springtime recollections

UtenteMessaggio

22:57
2 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Ricordi di primavera

Case, non barche

vie polverose, non giardini lindi;

sono i ricordi miei di primavera.

Cieli offuscati dalle voci rauche

di gente stanca di gridare al vento.

Canti d'un cardellino

cieco, ingabbiato e solo

che, per amore ormai chiamavo Omero.

E cani, in branchi, liberi d'andare.

Benito Ciarlo

Springtime recollections

Houses, not boats

dusty roads, not tidy gardens

are my springtime memories.

Sky dusked by the croaky voices

of people tired of screaming to the wind.

The song of a blind goldfinch

alone in its cage

- I called him Homer, just for love -.

And dogs, in freedom trooping.

Translated by dmk

dmk

13:27
3 dicembre 2009


Rose

Ospite

E' una delle tue prime traduzioni, vero Daniela?

Che dici, ne riproponiamo alcune, ogni tanto?

In fondo era stato un bel lavoro, che ci aveva impegnato non poco e di cui non è restata quasi traccia sull'web … per vari motivi.

Belli comunque i Ricordi primaverili di Ciarlo, legati soprattutto all'ambiente naturale e stupenda la traduzione.

"The song of a blind goldfinch

alone in its cage

- I called him Homer, just for love -.

And dogs, in freedom trooping."

16:16
3 dicembre 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Una delle prime, sì.

Tu le hai ancora, vero, le tue?

Io avevo tradotto quelle di Guisso, soprattutto.

Se sei d' accordo, direi di ri-postarle qui, alternandoci. Credo che dovrebbe far piacere anche agli autori, considerato che là sono sparite.

dmk

14:53
4 dicembre 2009


sandra

Ospite

It sounds nice and musical both in Italian and English.

You did a good job, Daniela.

These people here should show a bit of appreciation, I believe. Confused

17:33
4 dicembre 2009


Pietro

Ospite

Una bella lirica, dove si contrappone la libertà dei cani in branchi, al povero cardellino cieco e solo nella sua gabbia. E ancora, alla fatica di questa "gente stanca di gridare al vento", prigioniera anch'essa di una condizione di vita grama e misera. Complimenti all'autore e, sono certo che li meriti, alla traduttrice.

22:39
6 dicembre 2009


Manfredi

Ospite

mi è piaciuto il "ribaltamento" operato, nella scena generale, dal verso finale. Un contrasto visivo, immediato e inaspettato che rende ancor più viva la situazione di solitario degrado precedentemente illustrato. I cani, in branchi, liberi di andare, hanno un che di selvaggio, primitivo, istintivo, una forza di sopravvivenza che si fa volontà di vivere, nonostante tutto.



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