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UtenteMessaggio

21:23
19 marzo 2009


franco

Ospite

 

NOCHE OSCURA

En una noche oscura,

con ansias, en amores inflamada,

¡oh dichosa ventura!,

salí sin ser notada,

estando ya mi casa sosegada.

 

A oscuras, y segura,

por la secreta escala disfrazada,

¡oh dichosa ventura!,

a oscuras, y en celada,

estando ya mi casa sosegada.

En la noche dichosa,

en secreto, que nadie me veía,

ni yo miraba cosa,

sin otra luz y guía

sino la que en el corazón ardía.

Aquesta me guiaba

más cierto que la luz del mediodía,

a donde me esperaba

quien yo bien me sabía,

en parte donde nadie parecía.

¡Oh noche que guiaste,

oh noche amable más que el alborada;

oh noche que juntaste

Amado con amada,

amada en el Amado transformada!

En mi pecho florido,

que entero para él solo se guardaba,

allí quedó dormido,

y yo le regalaba,

y el ventalle de cedros aire daba.

El aire de la almena, (**)

cuando yo sus cabellos esparcía,

con su mano serena

en mi cuello hería,

y todos mis sentidos suspendía.

Quedéme, y olvidéme,

el rostro recliné sobre el Amado;

cesó todo, y dejéme,

dejando mi cuidado

entre las azucenas olvidado.

 

IN UNA NOTTE OSCURA

In una notte oscura,
con ansie, in amori infiammata,
- oh! felice ventura! -
uscii, né fui notata,
stando già la mia casa addormentata.

Al buio uscii e sicura,
per la segreta scala, mascherata 
- oh felice ventura! -
al buio e ben celata,
stando già la mia casa addormentata.

Nella felice notte,
segretamente, senza esser veduta,
senza nulla guardare,
senza altra guida o luce
fuor di quella che in cuore mi riluce.

Questa mi conduceva,
più sicura che il sol del mezzogiorno,
là dove mi attendeva
Chi bene io conosceva
e dove nessun altro si vedeva.

Notte che mi hai guidato!
O notte amabil più dei primi albori!
O notte che hai congiunto
l'Amato con l'amata,
l'amata nell'Amato trasformata!

Sul mio petto fiorito,
che intatto per lui solo avea serbato,
Ei posò addormentato,
mentre io lo vezzeggiava
e la chioma dei cedri il ventilava.

Degli alti merli l'aura,
quando i suoi capelli io discioglievo,
con la sua man leggera
il mio collo feriva
e tutti i sensi miei in sé rapiva.

Giacqui e mi obliai,
il volto sul Diletto reclinato;
tutto cessò, e posai,
ogni pensier lasciato
in mezzo ai gigli perdersi obliato.

Juan de la Cruz

 

21:55
19 marzo 2009


Rose

Ospite

22:04
19 marzo 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

Un percorso attraverso la notte, quasi un cammino di purificazione, di espiazione, per attingere alla perfezione dello spirito. Nella tenebra più totale, unica luce quella dell' anima.

dmk

22:21
19 marzo 2009


admin

Amministratore

messaggi3520

La sua figura, una tra le più belle canzoni di Giuni Russo, un canto d'amore verso un'assenza, tratto dai testi di San Giovanni della Croce.

dmk

08:48
20 marzo 2009


franco

Ospite

bellissimi questi video.

Una sorpresa e un dono di cui vi sono davvero grato.

f



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