Utente | Messaggio |
22:32 12 novembre 2009
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Windswept (1902)
 
Ofelia, 1889
 
La Signora di Shallot, 1888
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21:28 15 novembre 2009
| Rose
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Ripropongo qui l'Ulisse di Waterhouse, in una dimensione con le sirene più evidenti (o forse no, ho dovuto restringere l'immagine):
 
Io lo trovo abbastanza inquietante.
Un pittore pre-raffaelita direi dallo stile, con un'evidente predilezione per le giovani fanciulle, eroine dei classici.
 
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21:37 15 novembre 2009
| admin
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Music: "Tu chiami una vita" by Jan A.P. Kaczmarek
Lyrics by Salvatore Quasimodo ("Tu chiami una vita")
"Fatica d'amore, tristezza, tu chiami una vita che dentro, profonda, ha nomi di cieli e giardini.
E fosse mia carne che il dono di male trasforma."
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21:51 15 novembre 2009
| Rose
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Bei versi e bel video, Daniela. Waterhouse ricorda Gabriele Rossetti, non trovi? però le sue ragazze sono più carine 
 
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21:54 15 novembre 2009
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Le Sirene
« Galleggiando a lungo in oceani deserti
ho fatto del mio meglio per sorridere
finché i tuoi occhi melodiosi e le tue dita
mi attirarono affettuosamente alla tua isola
e tu cantasti
naviga da me
naviga da me
lascia che ti avvolga
Sono qui
Sono qui
aspettando di possederti… »
(Da "Song to the siren" di Tim Buckley)
In molte lingue romanze il termine sirena, indica una figura antropomorfa metà pesce e metà donna, mermaid (”vergine del mare”) in inglese.
 
Siren di J. W. Waterhouse
Nella tradizione orientale, la sirena però è metà uccello e metà donna. In questa antica tradizione, che indica più chiaramente le arpie (le rapitrici), esse attiravano, i marinai con il loro canto facendoli naufragare sugli scogli delle loro isole rocciose, pronte a rapirli e a divorarli. Le arpie erano mostri in grado di creare burrasche marine sotto forma di terribili venti, impersonando divinità infernali che derubavano l'anima di chi stava per morire.
  E, in questo senso, la faccenda è inquietante… 
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22:00 15 novembre 2009
| admin
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Le "ragazze" di Waterhouse sono decisamente più carine, anche secondo me. La sua pittura ricorda Gabriele Rossetti: sono entrambi della stessa corrente. La tematica è ricorrente. Waterhouse amò dipingere più e più volte sia la Signora di Shalot che Ofelia, probabilmente per il fascino che le eroine delle due famose vicende esercitavano su di lui.
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22:05 15 novembre 2009
| Rose
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Ecco, mi erano parse poco amichevoli, in quel quadro!  
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22:23 15 novembre 2009
| Rose
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Il link del quadro. Cliccandoci sopra, si può ingrandire ulteriormmente:
http://upload.wikimedia.org/wi…..891%29.jpg
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22:32 15 novembre 2009
| francmec
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Salve, m'intrometto! Concordo che sono gran belle donne, quelle di Waterhouse, e ben rappresentate anche sul piano introspettivo, per quanto piuttosto smorfiosette! Io preferisco l'Ulisse (solo sotto l'aspetto artistico, è chiaro!), che mi trasmette una sensazione più forte: suggerisce benissimo l'impressione del movimento, sembra davvero di sentire il vento che spira, con quella vela tesa fino alla sofferenza, il mare increspato nei gorghi e l'oscillazione della barca, si precepisce lo sforzo dei rematori nella contrazione dei muscoli, il movimento delle ali delle sirene nel planare, insomma si evoca tutta un'atmosfera viva, di tensione e drammaticità. E poi il pittore, esperto di mitologia, rappresenta, tra i pochi, le sirene come realmente le pensava Omero.
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22:45 15 novembre 2009
| admin
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Tutto vero quello che hai scritto, Francesco, relativamente all' Ulisse. C' è una movimentazione – drammatizzazione che nell' immobilità delle giovani donne colte spesso nel momento immediatamente precedente alla morte, non si trova, o perlomeno, è da cercare nei dettagli, espressivi ecc.
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