Per farmi perdonare lo spirito troppo faceto del precedente inserimento, vi propongo per argomento Carlo Crivelli, di cui ho visitato recentemente una mostra.
Crivelli è un pittore di origine veneziana, vissuto tra il 1430 e il 1495, che operò essenzialmente nelle Marche. Una certa originalità, rispetto ai tempi, e la sua collocazione geografica lo esclusero, all’epoca, dal “giro buono”, per cui non fu molto conosciuto, e per la verità un suo meritato apprezzamento si è avuto solo di recente. Il problema è anche che le sue opere, di solito strutturate in polittici, sono state in parte smembrate e vendute separatamente, così si trovano sparpagliate in giro, in parte anche a Londra. I vari pezzi sono stati ora riuniti nella pinacoteca di Brera, dove resteranno fino al 28 marzo.
A me piace moltissimo.
Conserva alcune suggestioni del gotico, ma è aperto anche al rinascimento, oltre a manifestare caratteristiche vicine all’arte bizantina.
Intanto vi propongo “La consegna delle chiavi”, di proprietà di un museo di Berlino, in cui San Pietro riceve le chiavi dal bambino.


I personaggi di Crivelli sembrano isolati, chiusi in un atteggiamento ieratico. Non si rivolgono allo spettatore, né, tantomeno, si armonizzano con il paesaggio, come fanno, ad esempio, quelli del contemporaneo Giorgione.
Sono tutti vestiti con ricercatezza, con abiti cesellati e doviziosi. Quest’aspetto è decisamente bizantino, unitamente alla cura dei particolari, che trovano vita autonoma all’interno del quadro.
Guardando questi quadri si rimane colpiti anche dalla quantità di simboli che li affollano, uccelli, frutti, ortaggi, fiori, piante, riproduzioni di architetture esistenti, così tipici dell’epoca.
Ovviamente, questi sono dettagli. Quello che conta in un dipinto, a mio giudizio, è la capacità di riportare sulla tela una porzione del “bello”, che non si ottiene come somma di dettagli. A questo riguardo, Crivelli riesce a riportare nei suoi soggetti una drammaticità e un’intensità straordinarie, che ne fanno una dei “grandi” della pittura.
A me, poi, fa tenerezza quel bambino…
Vi sottopongo anche una delle “pietà”.
