Utente | Messaggio |
22:48 19 febbraio 2010
| Manfredi
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Immigrato dall' Inghilterra negli Stati Uniti, Alan Streets è un artista di strada che ama ritrarre (e ricreare) dal vivo, con uno stile molto suggestivo, edifici newyorkesi e, talora, anche di altre città statunitensi.
Alan dipinge professionalmente dall'età di 18 anni. Le sue sofisticate e visionarie creazioni, tra Hieronymus Bosch e Salvador Dalì (ma si avverte anche l'influenza di Braque e Chagall), sono straordinari affreschi dell'America di oggi.
 
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10:29 20 febbraio 2010
| Rose
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Un artista interessante. Afferma che la pittura lo aiuta a tenere a bada la sua malattia mentale. Effettivamente, ha una visione un po' instabile della realtà.
 
 
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22:27 20 febbraio 2010
| Manfredi
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Coney Island
instabile? mi sa di sì uno schizofrenico paranoico, è definito. resta il fatto che è oggi considerato fra gli astri emergenti della pittura, un pittura di confine o di rottura, forse. non saprei. tutti questi edifici che paiono fatti con il pongo, precari nei loro equilibri, sul punto di contorcersi e trasformarsi…, ma forse è proprio la "trasformazione" la chiave giusta per "leggere" queste opere.
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11:20 21 febbraio 2010
| Pietro
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Io ci vedo qualcosa di fumettistico, in questi quadri. Sono in errore?
Eccco l'artista all'opera
 
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22:30 23 febbraio 2010
| Manfredi
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| Ospite
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no, non sbagli, il tocco fumettistico c' è, anche per me. poi, magari, siamo in errore tutti e due 
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22:58 23 febbraio 2010
| francmec
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Non male le opere di Alan Streets, però non credo sia calzante il riferimento a quei modelli, soprattutto a Hieronymus Bosch. Quest’ultimo dipingeva sì scene oniriche, ma ogni più piccola parte dei suoi dipinti assumeva un valore simbolico molto preciso. Bosch, inoltre, non deformava la visione, come fa Streets, ma rappresentava, al più, oggetti apparentemente decontestualizzati e creature monche o provviste di attributi appartenenti ad altre entità.
Aggiungo che le opere di Streets si limitano sostanzialmente ad assecondare un certo compiacimento estetico, mentre quelle di Bosch contengono messaggi di notevole profondità.
Ciò non toglie che si tratta comunque di bei quadri! 
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23:11 23 febbraio 2010
| Manfredi
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| Ospite
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17:16 24 febbraio 2010
| fernirosso
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| Ospite
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tardo alcolista gotico?
terre(s)mottato dall'irto panico di uno tsunami?
algo-ritmico dell'acidità… timbrica?
…
potrei continuare e solo perchè, oltre ad una componente che mi ricorda il grande Van Gogh, ci trovo i semi del dis-agio di coloro che critican(d)o l'oggi ne sfruttano tutte le componenti per esprimersi. In ogni caso il senso in-stabilità è un segno contemporaneo, nulla sta in piedi, tutto crolla: la borsa, wall street, i dirigenti, i grattacieli, le multi-nazionali con o senza filtro…Crollano i sensi, crollano i consensi! Grazie della pazienza, ma anch'io scarico i miei inferni in… segni.
in…ferni ancora per un po'!
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19:28 25 febbraio 2010
| Manfredi
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| Ospite
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tutto crolla, tutto è instabile, vero. e l' instabilità generale porta anche al disagio. come a dire che questo artista è un figlio del suo – nostro tempo. mi sa che il nostro tempo abbia perso dei pezzi lungo la via …
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