daniela manzini kuschnig' s weblog

Salve a tutti/e, scusate il lungo silenzio, ma, come Daniela ben sa, quando l'Occitania chiama, per me a confronto le sirene di Ulisse erano mute …

Ho letto quanto avete postato durante la mia assenza e sono sempre più convinto che quanto da me scritto siano pensieri … le poesie le scrivete voi …

Vi lascio un nuovo pensiero, sperando di poter essere un pò più presente in futuro.

Questo pensiero nasceva molti anni fa intriso di tristezza, ma riletto oggi mi dà dei ricordi anche dolci.

Tu che ne sai!

Tu che ne sai!

Dei sogni di un arlecchino,

di un uomo che ritorna bambino,

delle pene di un  fante di cuori

che sperava di vivere folli amori.

Tu che ne sai!

Del profumo delle stelle,

di una carezza che ti sfiora la pelle,

di una rosa celata nel cuore,

mai donata per troppo pudore.

Tu che ne sai!

Di un singhiozzo che si è perso nel vento,

di due occhi intravisti un momento,

di uno sguardo furtivo e suadente

che ritorna improvviso alla mente.

Tu che ne sai Tu che ne sai!

Ciao … VOBO (Vecchio Orso Bianco Occitano)

Benritovato VOBO!

La tua poesia si presterebbe ad essere musicata. Sarebbe una bella canzone. Non conosci qualcuno del settore? Un occitano, magari!

Come vanno le cose dalle tue parti? Ci sono manifestazioni folcloristice d'inverno?

Vorrei ricordare a Rose che noi abbiamo qui in paese un maestro di musica, che è anche compositore. Forse si potrebbe fargli la proposta di musicare questi bei versi che, per la rima gradevole, sembrano fatti apposta per diventare una canzone. Ma forse Vobo ha sottomano qualcuno delle sue parti.

Ci faccia sapere.

Sì, Vobo. Però bisogna che se ne interessi Rose, perchè lei lo conosce meglio (l'ha anche messo nella sua antologia). So che insegna in diversi istituti scolastici e che è molto occupato, ma certamente Rose potrà parlargliene.

ben ritmata, gradevolissima, con quel tanto di evocativo che ne rende possibile la partecipazione.

E' la prima poesia che leggo in questo sito, e pescata a caso.

Dalla prime strofe mi sono vista catapultata in una canzone di Battisti, forse “Pensieri e parole”. E mentre la leggevo sentivo la musica…. Che ne  sai  tu di un campo di grano…

Un bel testo.