Utente | Messaggio |
17:55 21 novembre 2009
| borablu
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Quando,
dopo l'inutile agonia
un Cristo disfatto
viene calato dalla croce
e le corde strofinano
le sue piaghe…
Quando,
nella notte illune,
erravi sulla spiaggia
e fantasmi di meduse
tendevano diafani tentacoli
a chiamarti…
Quando,
nel fondo del bicchiere,
tentavi senza scopo di cogliere
l'inconsistente ricordo
di due occhi di foglia
liquefatti…
Quando,
negli occhi di tuo figlio,
che non somigliano più
a quelli germinati dal tuo seme,
ti sembra di leggere la paura
del buio…
Quando,
dopo l'inutile agonia,
un Cristo disperato
viene calato dalla croce
e credi di specchiarti
nei suoi occhi…
Quando,
quando la notte assurda
ti avvolge in spire di buio
e non ti concede il brano
di una speranza di sonno
per ritrovarti…
Quando,
in un'altra notte d'incubo
correvi contro un vento gelato
su un'autostrada di bruma
e trovavi gli occhi di tua madre
già chiusi…
Quando
volevi condurre un discorso
d'amore, ma i tuoi ascoltatori
non c'erano già più
e sfioravano altrove
splendide prostitute…
Quando,
dopo l'inutile immolarsi,
un Cristo di ghiaccio
viene calato dalla croce
e senti che il suo freddo
è il tuo…
Quando
il fumo della penultima,
ultima, (ancora un'altra)
sigaretta si rapprende
sulle corde ossidate d'una chitarra
sfinita…
Quando
ti scopri con sguardo ipnotico seguire
il moto di innumeri lancette
scandire l'inutile tempo
del tuo orologio
senza quadrante…
Quando
gabbiani nati da antiche onde
gridano grigi addii
a ignote navi salpanti
dal tuo porto per lidi
di nebbia…
Quando,
dopo l'inutile immolarsi,
un Cristo che piange
viene calato dalla croce
e tu lo guardi morire
in silenzio…
Quando…
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22:01 21 novembre 2009
| admin
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| Amministratore
| messaggi3520 | |
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il "quando" iniziale di ogni strofa segna l' inizio di una scena, di una storia
Quando…
… Cristo morì
… tu rivedi spiagge e mari lontani con il loro richiamo come di sirene
… cerchi di ritrovare il ricordo
… vedi nel figlio la paura
… Cristo viene deposto
… non trovi il sonno
… ricordi la corsa in auto al capezzale della madre
… provi a portare avanti un vero discorso d' amore, inutilmente
…. senti che spartisci il gelo di Cristo deposto
…. non hai più note da suonare
… il tuo tempo è segnato da " innumeri lancette" su un "orologio senza quadrante"
… lo stridio dei gabbiani accompagna navi senza nome e senza meta verso le nebbie
… Cristo muore
e quando… e poi quando… e ancora quando…
Che capitò, allora? non c' è risposta, non c' è conclusione e non ce ne è bisogno. E' il canto desolato del "quando", in una poesia permeata da una sofferenza palpabile, da un dolore che si fa male del cuore. E' uno scrutarsi fin sotto la pelle, scorticandosi a sangue ad ogni "quando". Ed è una preghiera, rivolta all' intera vita, al passato, al presente a futuro (le navi che salpano…), con costante reiterata proposizione delle scene della crocifissione, dove l' Uomo Cristo muore lacerato e piagato, gelida spoglia che viene calata da una croce di dolore. Uomo fra uomini.
Ma non inutile fu la Sua morte (questo è quanto io credo), e non inutile il Suo soffrire.
Posto quanto sopra, ma sto ancora rileggendo il tuo lavoro, mio caro Mario e, ad ogni rilettura guadagna in una straziata levità espressiva, che ne acuisce la drammaticità.
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18:55 23 novembre 2009
| Elina
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è un testo dove il dolore è dato, rivelato nella sua nudità e verità
va letto e riletto poichè contiene tagli che fanno male anche a chi legge
non me ne volere caro Mario ma ho cercato di distanziare la ferita di una poesia che è un percorso tutto umano, a cui io forse non sono ancora arrivata perlomeno con le parole
grazie, Elina
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21:05 23 novembre 2009
| sandra
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| Ospite
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C'è una sorta di identificazione con la sofferenza di Cristo, in questo elenco di momenti tragici della vita. Impossibile leggere e restare indifferenti, Mario. Si viene coinvolti e non resta che abbracciarti per farti sentire la nostra umanità che è come la tua. Non siamo soli, Mario. Non sei solo. 
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22:13 23 novembre 2009
| Manfredi
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| Ospite
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Mario, quanto dolore esprimi. e quanto profondo.
dubbi logoranti, ricordi che limano il presente, rimpianti, tutti gli ingredienti
che rendono dura la vita
che infradiciano i giorni
che appesantiscono la mente
che fanno sputar sangue all' anima
e siamo tutti cristi appesi a quella croce,
tutti con te a condividere il tuo sentire.
è un lavoro dell' anima e del cuore questa poesia, dove anima e cuore si riversano e tracimano, squarciando il velo pietoso di tante inutili futilità …
guardare in faccia la vita è un' impresa eroica.
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22:36 23 novembre 2009
| Rose
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| Ospite
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Sono d'accordo con Elina. E' un testo da centellinare, per non sentirsi prevaricati da tanta sofferenza. Vorrei sottolinare la resa poetica, notevole nell'evocare momenti dolorosi della vita. Coraggio, Mario! Qui siamo tutti amici e ti si vuol bene. 
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23:56 23 novembre 2009
| fernirosso
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| Ospite
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il verbo: sempre prossimo in un passato mai sepolto, rincorso da un imperfetto che delimita la precisione della cesoia spazio tempo, i limiti della vita e della morte,non solo come limiti di un intervallo in cui non c'è cacolo possibile poiché tutto è un calco labile. L'altro non è mai noi e noi non siamo l'altro, anche se il limite è un intorno della funzione uomo.
La costante è l'umanità che ne esce, la cui ampiezza è la capacità di risonanza della ferita, che corrisponde alla parola stessa, poiché ogni parola è l'ama e la lama che s'incunea nella polpa della memoria ma, questa, è il nostro corpo in-tra-guardabile. un abbraccio Mario,ferni
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09:47 24 novembre 2009
| Carmen
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| Ospite
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Sento un Cristo più vicino a noi che mai.
Ci sono dei passaggi stupendi, sofferti, e soprattutto li sento “veri”.
Grazie !
Carmen
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11:36 24 novembre 2009
| Pietro
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| Ospite
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Un dolore esitenziale tangibile che non trova sollievo nella fede (questa la sensazione che provo), ma si specchia nelle sofferenze 'inutili' di Cristo.
La poesia in sè è molto toccante e coinvolgente. Mi unisco all'incoraggiamento degli altri, Mario. Con sincera amicizia. Pietro
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14:50 24 novembre 2009
| borablu
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| Ospite
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Per me, questa è una delle occasioni in cui è inutile cercare le parole.
Grazie amici, un folto e caldo abbraccio.
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19:49 24 novembre 2009
| sandra
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| Ospite
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23:29 24 novembre 2009
| borablu
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| Ospite
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